
riceviamo e pubblichiamo
di Norberto Natali
Questa espressione fu adottata dall’Internazionale Comunista quasi cento anni fa e rimane una delle più controverse della sua storia. Gli avversari dei comunisti (se vogliamo del marxismo-leninismo) ne fanno uno dei loro bersagli preferiti.
In realtà essa scaturiva dalla condotta dei partiti socialdemocratici di parecchi paesi europei, i quali avevano favorito il nazifascismo in tanti modi: basti ricordare la decisione dell’amministrazione socialdemocratica di “Vienna la rossa” che consentì il prevalere delle squadracce nere grazie al disarmo della polizia cittadina; oppure la SPD (socialisti tedeschi) la quale condusse la campagna elettorale del 1933 -quella vinta da Hitler- con dei manifesti che presentavano un grande orso (sovietico) con un colbacco con la falce e il martello che voleva schiacciare la Germania.
Questi gravi errori dei socialdemocratici venivano da più lontano, dal sostegno dato in quasi tutti i parlamenti europei all’intervento nella prima guerra mondiale, per non dire del ministro socialdemocratico tedesco Noske che schiacciò nel sangue (dopo tale guerra) la rivolta dei comunisti -eliminando così forze che sarebbero state decisive, in seguito, per fermare il nazismo- o dei socialisti italiani con la loro politica inconcludente verso il fascismo e settaria contro il P.C.I.
Ciononostante i comunisti non si limitarono alla critica ma avanzarono loro stessi, pochi anni dopo, una proposta unitaria ai socialisti e ad altre forze democratiche e di massa: quella dei Fronti Popolari, lanciata dal VII Congresso dell’Internazionale del 1935 con le note relazioni di Togliatti e Dimitrov.
Oggi avvengono dei fatti, in un contesto molto diverso, i quali ci aiutano a comprendere perchè i comunisti giunsero a coniare il termine del titolo.
La recente vittoria dei laburisti in Inghilterra -presentata dalla pseudosinistra italiana come “di sinistra”- ha comportato un consolidamento dei legami di quel governo con quello di destra italiano e soprattutto un aggravamento dell’avventurismo e delle provocazioni guerrafondaie britanniche, con la pretesa -che sembra superare la stessa aggressività degli USA- di bombardare direttamente il territorio russo per il tramite del governo ucraino e dei suoi corpi armati: è forse il più grave passo verso la guerra mondiale degli ultimi anni.
In Germania si lamentano i successi elettorali di un partito considerato (anche dalla pseudosinistra) di stampo neonazista che raggiunge risultati che non si vedevano da novant’anni, mentre i socialdemocratici alla guida del governo toccano i minimi storici: quale prova migliore che sono loro a far vincere i neonazisti? Questo succede grazie alla politica remissiva verso gli USA del governo tedesco (sotto questo profilo, addirittura la Merkel sembrava meno servile) funzionale ai disegni di scontro militare diretto tra NATO (o Europa) e Russia.
Esempi di questo tipo potrebbero continuare allargandosi a molte altre nazioni ma basterà limitarsi all’Italia: è la pseudosinistra che incalza la destra con posizioni ancor più guerrafondaie dello stesso governo in carica, molti denunciano lo smantellamento della Costituzione, soprattutto in campo economico-sociale (condizioni di lavoro e di vita dei proletari ed altri strati sociali vicini) e in materia di libertà costituzionali effettive nei luoghi di lavoro: in quasi tutti i casi, la destra continua ed aggrava il “lavoro” iniziato dalla pseudosinistra!
Anche da noi posizioni reazionarie, fascistoidi, guadagnano terreno grazie alla politica della pseudosinistra, come in Germania e altrove. È quest’ultima che presenta Biden e il partito democratico USA come proprio riferimento, contribuendo all’inganno generale e presentandoli come “di sinistra”: in realtà si tratta del partito forse più guerrafondaio al mondo e pienamente corresponsabile della persecuzione e dello sterminio dei palestinesi.
Sono queste forze di pseudosinistra italiane, europee e USA che nei confronti della tragedia palestinese stanno seguendo la stessa politica che i loro governi adottarono quasi novant’anni fa, per coprire di chiacchiere inconcludenti la sostanziale subalternità alle pretese hitleriane, per esempio come accadde nella Conferenza di Monaco del 1938.
Insomma, sia pure in una situazione profondamente mutata (che pone anche questioni nuove) è necessario portare a termine una realistica valutazione delle forze in campo, della loro concreta natura e prospettiva, per ricavarne le necessarie conseguenze pratiche.
Ci sono forze che più di altre vogliono provocare una guerra mondiale, più di altre vogliono cancellare i risultati storici della seconda guerra mondiale e -per guardare al nostro paese- hanno fatto in modo di escludere il proletariato dal voto e di eliminare la possibilità che questa classe possa governare lo stato.
È ora di capire -soprattutto di agire di conseguenza- che il problema non è se stare con Biden o Trump ma come lottare contro il sistema che esprime questi due come uniche opzioni; il problema, in Italia, è che il PD e i suoi satelliti non sono affatto di sinistra, neanche un po’, e che l’obiettivo principale è lottare contro il sistema che li presenta (falsamente) così ed è basato sulla fasulla alternanza tra destra e pseudosinistra.
Occorre ridisegnare i criteri e i parametri delle alleanze, delle discriminanti e dei reali avversari che abbiamo di fronte: come accadde anche nell’800 dopo un processo rivoluzionario (con le sue peculiarità e i suoi limiti) come fu il risorgimento, arrivò un momento nel quale -storicamente- la questione strategica era come combattere il governo Crispi, non più i Borboni o i granduchi di Toscana.
Nella foto: la parte iniziale del volantone che Iniziativa Comunista distribuì prima delle elezioni politiche del 1996 (circa 20.000 copie). Secondo Iniziativa Comunista la competizione era tra chi era più capace di far durare meglio e più a lungo il capitalismo in Italia e soprattutto il dominio sul nostro paese dei grandi monopoli finanziari “occidentali”.
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