Il PD in prima fila nel sostegno a Israele… anche quando non ce n’è bisogno

parlamentoeu

di Sergio Scorza

da https://contropiano.org

Tra i parlamentari europei più attivi nei rapporti con le potenti lobbies israeliane di stanza al parlamento europeo, nell’inchiesta di Report dell’altra sera, sono stati citati più volte gli italiani del Partito Democratico, Pina Picerno e Piero Fassino, ambedue membri del Transatlantic Friends of Israel (costola europea della statunitense American Jewish Commiteee), tra i primi firmatari del manifesto ‘Dal 7 ottobre alla Pace’ pubblicato dalla “Sinistra per Israele” promosso dall’associazione “Sinistra per Israele” che, a maggio scorso, ha raccolto l’adesione di circa millecinquecento persone, tra cui tanti dirigenti e parlamentari del P.D.

L’associazione, che ha tenuto il suo battesimo a Milano il 5 maggio del 2024, sulla sua pagina Facebook, ha espresso la sua “solidarietà alla Comunità ebraica di Bologna per gli atti vandalici e le minacce contro la Sinagoga di Bologna che nel corso della manifestazione di ieri sera, indetta per la morte di Ramy a Milano, si sono verificati” aggiungendo “ Non ci sono cause giuste per attacchi antisemiti ad una sinagoga, così come evidentemente non ve ne sono per gli altri atti di violenza che si sono scatenati nella serata. Che tutti vanno condannati. Ma l’attacco contro la Sinagoga assume evidentemente un carattere di preoccupazione ulteriore, in quanto lega tra loro un’atto antisemita con un argomento, come quello per cui era stata indetta la manifestazione, finita poi con vari atti di violenza. Tutto questo necessita di una presa di coscienza collettiva, e a noi interessa principalmente che lo faccia la sinistra, sulla pericolosa diffusione di pulsioni antisemite ad un livello mai visto prima”.

Il problema è che la sinagoga di Bologna non aveva subito alcun attacco, come poi ampiamente dimostrato. Persino la Questura di Bologna ha smentito che, sabato scorso, si sia verificato, a Bologna, un qualsiasi “assalto” alla locale Sinagoga da parte di chicchessia. E, tuttavia, è tale la foga che l’autore del post non ha voluto lasciarsi scappare l’occasione di ripetere il mantra dell’ “antisemitismo” usato come una clava contro ogni manifestazione di protesta contro il genocidio che si sta consumando a Gaza e contro i crimini di guerra di Israele.

Ecco come si spiega l’assordante silenzio di Ely Schlein come degli altri membri della “nuova segreteria” del Partito Democratico i quali non hanno mai speso una parola di ferma condanna e di denuncia del genocidio in atto a Gaza. Di mobilitazioni per fermarlo, il genocidio, poi, manco a parlarne. Omertà assoluta.

La subordinazione di questi signori alla politica genocida sionista è tale che gente come Stefano Bonaccini o lo stesso Piero Fassino non si preoccupano minimamente di diffondere fake news via tweet su X.com scrivendo di un “attacco” alla Sinagoga di Bologna. Un attacco che non c’è mai stato. Bonaccini si è spinto, addirittura, ad utilizzare un’immagine – senza crediti peraltro – che devia ulteriormente dalla verità dei fatti.

E quando anche Gad Lerner non ha resistito alla tentazione di pubblicare un tweet di condanna dell’inesistente “attacco alla sinagoga” la misura è apparsa davvero colma. Lerner fa il giornalista di professione ed avrebbe dovuto, quanto meno, controllare le fonti prima di cedere, anche lui come Bonaccini e Fassino, all’irresistibile impulso di pubblicare un post emotivo e farneticante.

Nessun “assalto”, ma solo due innocue (e sacrosante) scritte sul muro di un palazzo Diocesano in una via dietro la sinagoga che chiedevano giustizia per Gaza e per Nahel Ramy. Ma tanto è bastato ai pasdaran filo-israeliani del PD per cogliere l’occasione di ostentare la propria totale adesione alla politica genocida sionista sulla tanto vituperata piattaforma, X.com con dei post totalmente privi di qualsiasi fondamento. Cristo, che figuraccia.

Ecco perché il metodo Musk & Trump (soci europei inclusi) non trova ostacoli nel magico mondo mediatico e politico mainstream dal momento che anche i loro presunti avversari ricorrono sempre più spesso a narrazioni di comodo alterando sistematicamente la verità dei fatti.

A quanto pare, il virus della post-verità è stato molto più contagioso e resiliente di quello del covid.

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