di Marco Pondrelli
Come tutti gli anni il 25 aprile porta polemiche sempre più ridicole. La censura contro Scurati è certamente deprecabile ma in questi anni abbiamo assistito a episodi altrettanto gravi. Nelle nostre città si sono vietate mostre, proiezione di film e presentazioni di libri nel silenzio di tutti coloro che oggi si indignano (spesso perché autori di queste censure). In passato dalla RAI sono stati cacciati opinionisti non allineati con il pensiero atlantista, però questo è stato fatto con un ampio consenso. L’indignazione verso il caso Scurati è strumentale.
Diciamo chiaramente che le libertà democratiche in Italia si stanno restringendo e diciamo altrettanto chiaramente che tutto questo non è iniziato con il governo Meloni. Durante il governo Draghi o il governo Renzi l’informazione non era certo più plurale di quella odierna. Certamente l’atteggiamento di alcuni ministri di questo governo risulta quanto meno imbarazzante ma non possiamo ridurre a questo il pericolo fascista.
Le radici costituzionali sono nell’antifascismo e la Costituzione viene vilipesa ogni giorno, il premierato della Meloni non è certo migliore della folle riforma Renzi, l’autonomia differenziata è figlia della riforma del Titolo V votata dal centro-sinistra. Pensiamo all’articolo 3 della Costituzione ‘È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese‘, questo articolo è compatibile con le politiche liberiste portate avanti negli ultimi 30 anni? Un Paese in cui cresce la diseguaglianza, in cui cresce la povertà, in cui milioni di persone non si curano perché non hanno i soldi per farlo, rispetta lo spirito di questo articolo? Purtroppo le politiche liberiste sono un patrimonio condiviso da tutto l’arco politico, la Meloni era all’opposizione di Draghi ma oggi e la continuatrice delle sue politiche.
Così come il liberismo è incompatibile con l’antifascismo lo è anche l’atlantismo. Ci aspettiamo, come l’anno scorso, di vedere sfilare nei cortei che ricordano la liberazione dal nazifascismo gli ammiratori del battaglione dell’Azov, che si richiama direttamente al collaborazionismo con la Germania nazista durante la seconda guerra mondiale. Rimaniamo convinti che gli antifascisti debbano ricordare l’immane lotta sovietica contro l’invasore nazifascista e non esaltare il massacro che quest’ultimo compì contro il suo popolo. Allo stesso modo nessuno disconosce il prezzo pagato dagli ebrei (vittime anche dei collaborazionisti ucraini) e la loro partecipazione attiva alla Resistenza, questo però non può portare a difendere il genocidio che Israele sta compiendo in Palestina. Negli ultimi giorni si è saputo che nel cortile dell’ospedale Nasser di Khan Younis a Gaza sono state trovate fosse comune dalla quali sono stati estratti circa 300 corpi, da che parte stanno gli antifascisti? Pensano che questa sia una cosa che non li riguarda o che sia una legittima risposta di Israele?
Per tutti questi motivi non possiamo accodarci alla vulgata che vuole fare corrispondere l’antifascismo con il politicamente corretto, antifascismo vuole dire giustizia sociale e pace, chi vota folli risoluzioni in cui si equiparano nazismo e comunismo, chi continua a votare per l’invio di armi a Kiev, chi continua a tacere sui crimini israeliani non è un antifascista e siamo sicuri che passato il 25 aprile e la tornata elettorale continuerà a portare avanti le sue politiche.
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