Gravi provocazioni a Modena e Bologna

Il tentativo dei Comuni di Bologna e Modena di impedire due dibattiti sulla situazione ucraina, perché non schierati con la narrazione atlantista, è vergognoso. Conosciamo molto bene le posizioni internazionali del Partito democratico ma speravamo che i suoi amministratori avessero maggiore rispetto per i valori costituzionali che garantiscono la libertà d’espressione. La fiducia era mal riposta, avremmo dovuto ricordare che è da questo Partito che sono arrivati gli attacchi più duri al testo costituzionale. Torneremo su questo argomento e ci auguriamo che nei prossimi giorni non manchino manifestazioni di dissenso rispetto a queste decisioni sciagurate.

Pubblichiamo di seguito i comunicati di Villa Paradiso (il centro sociale in cui si svolgerà la proiezione del film ‘Il testimone’) e di Emilia-Romagna – Russia. Inoltre pubblichiamo la lettera di Marina Pozdnyakova nipote del partigiano sovietico Vladimir Pereladov che ha combattuto nella Resistenza italiana, speriamo che ciò chiarisca dove stanno i valori antifascisti, che non sono certo rappresentati da chi andò a prendere gli applausi dei neonazisti ucraini a Kiev.

COMUNICATO DEL COORDINAMENTO PARADISO

ll Comune di Bologna, con un gesto censorio inaccettabile, sta facendo pressione all’Associazione che ha in gestione Villa Paradiso perché IL TESTIMONE, un film da noi programmato come Coordinamento Paradiso per sabato 27 gennaio, non venga proiettato.

Il Comune, con il suo scellerato comunicato, non si è limitato a esprimere disappunto per questa iniziativa, ma ha convocato per lunedì 8 gennaio i responsabili dell’Associazione che a Villa Paradiso ha in gestione la Casa di Quartiere.

Il film sarebbe propagandistico e “pro-russo”, “putiniano”, insomma il nuovo male assoluto. Come organizzatori dichiariamo quanto segue:

1. Il film non è vietato dalla legge italiana.

2. Non ci risulta che il nostro Paese sia ufficialmente in guerra con la Russia.

3. I cittadini hanno diritto di informarsi scegliendo le fonti, piaccia o meno a chi ha creato un clima di caccia alle streghe finalizzato a imporre un unico punto di vista, ignorando e censurando gli altri, con grave lesione della libertà di informazione e di espressione garantita dall’art. 21 della Costituzione.

4. Questo atteggiamento censorio è del tutto funzionale e finalizzato a non trovare una soluzione negoziale a questa guerra, dove il popolo ucraino è diventato vittima sacrificale di ben altri interessi.

5. La nostra volontà è quella di dare voce anche a chi dice che in Ucraina vige un regime autoritario che ha rivalutato personaggi complici del nazionalsocialismo come Stepan Bandera, mentre il regime nato da un golpe del 2014 ha messo fuori legge 16 partiti, chiuso giornali, emittenti. La “SBU” (Servizio Segreto Ucraino) persegue ogni reato ritenuto di semplice opinione, praticando sevizie e torture sugli oppositori; non abbiamo sentito da parte di alcun media e istituzione dire una sola parola su questi fatti.

6. E’ legittimo sentire la voce di chi critica questo regime ucraino infarcito di neonazisti, a maggior ragione se si è antifascisti e contrari alla guerra. La gravità del gesto del Comune sta nella sua ingerenza censoria antidemocratica, dunque inaccettabile, guarda caso paragonabile a quanto accaduto a Bologna nel marzo del ’77, con la chiusura manu militari di Radio Alice e l’invocazione a reprimere il Movimento di allora da parte della giunta del PCI. Oggi, con l’amministrazione del PD, in uno stato che non è di guerra ma è come se lo fosse, si ripete la stessa logica liberticida in un contesto in cui non è più possibile contestare o anche solo criticare, documentandosi da altre fonti che non siano quelle del pensiero unico.

7. L’atto liberticida e antidemocratico del Comune costituisce un pericoloso precedente, che sottrae il diritto di libera espressione. Pertanto ci appelliamo a tutte le forze democratiche e antifasciste per una civile mobilitazione che esprima tutto lo sdegno a questa manovra di palazzo: un atto irresponsabile che potrebbe lasciare spazi a chi con provocazioni, o peggio, si senta poi autorizzato a compierle. Due anni fa, abbiamo visto nella nostra città assalti squadristi di personaggi legati a Pravy Sektor alla festa antifascista in Bolognina e un tentativo di stupro in zona Mazzini ai danni di una compagna. Invitiamo tutti ad una mobilitazione di massa sul tema della censura di guerra, che  dall’Ucraina alla Palestina viene imposta da governi scellerati e da cricche bipartisan che non ci rappresentano.

Bologna, 07.01.2024

Comunicato dell’Associazione Culturale Russia Emilia Romagna

🇮🇹La decisione del Sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli, di ritirare la concessione della Sala Civica di Via Viterbo all’Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna, non solo rappresenta un’aperta violazione del regolamento comunale, ma costituisce un attacco ai principi sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana e più precisamente all’Art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

La nostra Associazione, lungi dall’essere incompatibile con l’articolo 3 dello Statuto comunale “che si pone come obiettivo la promozione della piena affermazione dei valori di giustizia, di libertà, di democrazia e di pace”, organizza con cadenza mensile ed annuale, iniziative volte a salvaguardare la memoria dei Partigiani sovietici (inclusi i nostri fratelli ucraini) caduti nella Resistenza italiana. Quindi si pone legittimamente nel perimetro valoriale stabilito dai padri costituenti.

L’offensiva squadristico-mediatica operata dalla giunta di Kiev, la quale si è macchiata dei crimini gravissimi contro il popolo ucraino e le opposizioni politiche interne, si è basata su una “fake-news” promossa da organismi di informazione ucraini, e consistente nell’affermare che il “Comune di Modena” avrebbe concesso il Patrocinio alla conferenza/mostra sulla ricostruzione di Mariupol, congiuntamente al Consolato della Federazione Russa di Milano. Tutto falso in quanto il Comune di Modena non ha dato nessun patrocinio e lo stesso il Consolato Russo di Milano, era solo uno degli ospiti invitato a parlare.

La richiesta ed il relativo pagamento della Sala di via Viterbo, inclusa la valutazione di compatibilità, sono stati effettuati regolarmente, in maniera autonoma e priva di patrocini istituzionali, locali e stranieri.

La necessità di intervenire negli affari interni del nostro Paese, operata dal Ministero degli Esteri e dall’ambasciata dell’entità ucraina, è volta principalmente ad impedire che il popolo italiano abbia accesso a informazioni reali, in grado di smascherare definitivamente l’opera di demonizzazione perpetrata contro la Federazione Russa. L’iniziativa del 20 Gennaio 2024 aveva infatti come obiettivo la presentazione al pubblico italiano del processo di ricostruzione post-bellica in atto a Mariupol, senza alcun intento propagandistico. La partecipazione di giornalisti indipendenti comprovava la buona fede degli organizzatori, a differenza di tutta la serie di detrattori mobilitati da chi occupa illegittimamente Kiev dal 2014, e dai rispettivi propagandisti “italiani”, i quali, in più di un’occasione, hanno manifestato la volontà di annientare la Russia e suddividerla in micro-Stati.

Mentre la riabilitazione del fascismo ucraino (Banderismo) e l’elevazione al rango di “eroi” per coloro che collaborarono con l’esercito del Terzo Reich (OUN-B, – OUN-M, Battaglione Nachtigall, Roland, Waffen SS Galizien e UPA), non è più oggetto di interesse per gli organi di informazione italiani, e si consente, come accaduto a Milano, la possibilità realizzare mostre fotografiche dedicate al “Battaglione Azov” (nota organizzazione neonazista) con il patrocinio del Comune di Milano.

Nel modenese, una unità delle Waffen SS ucraine Galizien venne trasferita da Trieste per sostituire i militari italiani, con il compito di sorvegliare il Campo di concentramento di Fossoli (Carpi), ed i suoi membri sono ricordati per la crudeltà e le atrocità verso i detenuti.

Così come a Rimini, nell’immediato dopo-guerra, vennero concentrati dalle autorità alleate, oltre 7000 criminali di guerra ucraini, non consegnati all’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) per volontà di Inghilterra e gli USA, ma fatti transitare verso la Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti d’America. Tutto ciò non può essere ignorato dalle Istituzioni nate dalla Resistenza ed in particolare dal Comune di Modena, il quale ha sempre tenuto viva la memoria della Resistenza ed il legame storico con l’URSS.

L’Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna proseguirà con le proprie iniziative, a prescindere dalle decisioni e dall’orientamento politico delle istituzioni nazionali e locali, nella certezza che i rapporti tra la nostra Regione e la Federazione Russa ritorneranno floridi e fruttuosi, e non vi sarà più spazio alcuno per etnonazionalismi e russofobia.

Modena 08.01.2024

Sala negata a Modena, nipote partigiano russo scrive a Muzzarelli

da https://www.lapressa.it

Su di lui l’Associazione Culturale Russia Emilia Romagna ha organizzato un evento con il patrocinio del Comune di Sassuolo, del Comune di Volgograd

Buongiorno signor sindaco

Sono Marina Pozdnyakova, nipote di Vladimir Pereladov, il partigiano sovietico che ha direttamente partecipato al movimento della Resistenza in Italia in qualità di Comandante del Primo battaglione d’assalto russo. Venne arruolato nel luglio del 1941 essendo iscritto, in quando studente, alla guardia nazionale di Mosca. Comandò una batteria di artiglieria, ma non a lungo, perché cadde prigioniero. Fu deportato dai nazisti e condotto ai lavori forzati in Italia. Più volte tentò di fuggire dalla prigionia e infine ci riuscì, mentre era detenuto in un campo vicino di Sassuolo.

Nel marzo 1944 fu creato un distaccamento partigiano russo costituito da prigionieri di guerra aggregatisi alle forze partigiane già esistenti. Il comandante di questo distaccamento fu nominato l’ufficiale dell’Armata Rossa Vladimir Pereladov. Era soprannominato dagli italiani come ‘capitano russo’.

Le azioni del distaccamento ebbero un tale successo che nel luglio 1944, dopo tre giorni di aspri combattimenti, fu preso un punto strategicamente importante: la città di Montefiorino. Nasce così la Repubblica di Montefiorino.

Per i servizi di combattimento, per l’esecuzione di missioni di combattimento particolarmente difficili, il distaccamento partigiano del capitano russo venne insignito del titolo di ‘battaglione d’attacco russo’. I combattenti demolirono ponti, abbattettero e distrussero i veicoli  con munizioni e manodopera nemica, distrussero numerose le guarnigioni di camicie nere, catturarono un numero elevato di soldati e ufficiali tedeschi e italiani. In Italia, c’erano leggende sulle imprese del battaglione d’attacco russo e del suo comandante, il capitano russo. Per i suoi servizi militari, Vladimir Pereladov è stato insignito due volte con più alto riconoscimento dei partigiani italiani, La «Stella Garibaldina per il valore».

Vladimiro è tornato spesso in Italia, importanti furono le celebrazioni del XX anniversario della nascita della repubblica partigiana di Montefiorino, durante la quale ricevette una medaglia d’oro e una pergamena con scritto: ‘Il Comitato Provinciale per le celebrazioni del ventennale della lotta di liberazione consegna, a nome delle forze della Resistenza e della popolazione modenese, questa medaglia d’oro al comandante Vladimiro Pereladov in segno di riconoscenza per l’attività e il contributo dato dalla valorosa formazione sovietica che assieme ai partigiani della provincia di Modena combatté nel territorio della repubblica di Montefiorino per affermare gli ideali universali della giustizia, della libertà e della pace’.

Partendo dalle vicende di Pereladov, che avrà un importantissimo ruolo per il movimento della Resistenza in Emilia Romagna, il documentario di Valeriya Lovkova racconta anche di come molti furono i  partigiani russi, che contribuirono a liberare l’Italia dal nazi-fascismo. Una storia narrata attraverso documenti storici ed interviste, alternati ad immagini suggestive dei luoghi della Resistenza.

A seguito della proiezione stato organizzato un collegamento con lo storico e accademico delle Scienze russo Professore Mikhail Talalay, il quale ha anche partecipato alla ricostruzione storica del documentario.

L’Associazione Culturale Russia Emilia Romagna ha organizzato questo evento con il patrocinio del Comune di Sassuolo, del Comune di Volgograd, del Consolato Generale della Federazione Russa in Milano e del Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma. Non mancavano il supporto dello sponsor Eurasian Travel e dell’Associazione ‘Aiutateci a Salvare i Bambini’ Onlus.

L’Associazione culturale Russia Emilia-Romagna ha fatto, fa e farà tantissime iniziative per ricordare il ruolo di Russi in Italia e Italiani in Russia, come fanno tutti giorni gli ambasciatori d’Italia e Russia.

L’amicizia e l’aiuto tra due popoli dura e durerà ai secoli e non è consentito a nessun politico rompere i rapporti tra due grandi nazioni.

Democrazia significa il pluralismo, conoscenza dei fatti storici senza le preferenze uno ad altro, ma purtroppo tutti noi vediamo negli ultimi due anni il riemergere prepotente della russofobia.

I nostri nonni italiani e russi combattevano a fianco di fianco per la Libertà durante la Seconda guerra mondiale e ogni 25 aprile tutti politici italiani, dal Presidente della Repubblica sino ai sindaci di tutte città italiane festeggiano Liberazione d’Italia dal fascismo. L’Associazione Russia Emilia Romagna organizza diverse iniziative di commemorazione dei fatti accaduti durante il secondo conflitto mondiale, tenendo viva la memoria dell’eroi di Resistenza Italiana.

‘Chi non conosce il passato non conosce né il presente, né il futuro, né se stesso», disse Il pensatore francese Voltaire all’inizio del XVIII secolo.

La Costituzione Italiana garantisce: La libertà di riunione. L’art. 17 Cost. riconosce ai cittadini “il diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi” (comma 1), precisando che le riunioni “possono essere vietate solo per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica” (comma 2 e 3).

Il disposto costituzionale va messo in correlazione con l’art. 2 Cost. e con l’art. 3 Cost., trattandosi di un mezzo che meglio consente ai cittadini di sviluppare la loro personalità e di operare efficacemente.

Si tratta di una libertà a carattere collettivo riconosciuta a tutti coloro che volontariamente si ritrovano in uno stesso luogo per qualsiasi scopo (culturale, di divertimento, per motivi religiosi, ecc.).

In essa vi rientrano, quindi, cortei, le processioni religiose, le rappresentazioni, gli spettacoli organizzati privatamente, i convegni, le assemblee, i comizi.

Speriamo che la mostra/conferenze 20 gennaio a Modena possa avere il suo diritto costituzionale di esistere.

Marina Pozdnyakova Pereladova

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