Un documento del Coordinamento Giovani della Rete dei Comunisti, denuncia la ristrutturazione del sistema di formazione e ricerca nelle università come indicatore di un modello selettivo ed escludente di società. Gli imput arrivano dall’Unione Europea. Una clava contro le nuove generazioni.
Da dove partiamo?
Gli ultimi dati Eurostat e Istat sull’occupazione in Europa e nell’Eurozona ci dicono che Spagna, Grecia, Portogallo e Italia si confermano come fanalino di coda con un trend trimestrale negativo ormai da anni (una perdita media di un punto percentuale all’anno tra il 2008 e oggi). Preoccupanti soprattutto i numeri della disoccupazione giovanile, che nel nostro paese è del 38,7% con picchi che al meridione superano la metà della forza lavoro disponibile. Se aggiungiamo la considerazione che tale indice sottostima il problema, poiché non tiene conto dei cosiddetti scoraggiati e include invece chi abbia lavorato anche solo un’ora a settimana, la situazione risulta ancora più drammatica.