Scriveva qualche mese fa l’Huffington Post: “Il piano Industria 4.0, fortemente voluto da Confindustria e promosso dal governo, potrebbe rappresentare una grande opportunità per rilanciare l’industria manifatturiera nazionale. Puntando sull’innovazione tecnologica, il piano identifica 9 aree tecnologiche coinvolte nell’automazione industriale e introduce agevolazioni fiscali per le aziende che investono in produzione additiva, robotica industriale, integrazioni verticali e orizzontali, big data, cyber sicurezza, cloud, internet delle cose, simulazione e realtà aumentata. Per una nazione che vive di piccole e medie imprese manifatturiere, le aggregazioni tra imprese per aumentare la dimensione aziendale, l’ammodernamento delle linee di produzione, e le innovazioni tecnologiche, saranno i principali fattori di rilancio competitivo. La diminuzione del carico fiscale su imprese e lavoro, sarà decisiva e dovrà tornare a essere il primo obiettivo del governo italiano.”
Questo il piano su cui si basa l’Italia per il rilancio dell’economia, che vedrà in 5 anni il taglio di 1 milione di posti di lavoro, e che dovrebbe massimizzare la produttività e i profitti. D’altronde, come già si ricordava in questo giornale, un robot fa lo stesso lavoro rispetto ad un essere umano, col vantaggio di essere più preciso, più veloce, più silenzioso, e con meno (zero) bisogni sociali da soddisfare.