Crisi economica: quelli che avevano previsto tutto. Da Tremonti a Keynes

di Mariano Leone

 

tremontiCome per le previsioni dei maghi anche gli economisti si esibiscono in previsioni.
Ma queste doti di preveggenza vengono raccontate a posteriori.

Avevamo come ministro dell’economia Tremonti che aveva previsto tutto e ce lo siamo perso .

Nel suo libro ma soprattutto nelle interviste promozionali possiamo assistere ad un Tremonti che aveva previsto quasi tutto e che aveva la soluzione per tutto. Ma un destino cinico e baro ha impedito l’applicazione delle sue soluzioni.
Ecco da dove nasceva la velocità con la quale in otto minuti componeva una finanziaria .
Era il suo spirito premonitore che animava tutto il governo.
Nessuna discussione quando c’è uno spirito guida soprannaturale.
Non è bastato che facesse parte di un governo con una delle maggioranze più consistenti della storia d’Italia del dopoguerra. Aveva bisogno di altro potere.

Eppure aveva tutto per corroborare la sua credibilità divinatoria . .
Si era dichiarato marxista, poi clericale, poi si era schierato contro il mercatismo, poi contro le finanziarizzazione , poi ancora contro le banche, poi contro la globalizzazione e di volta in volta non ci ha risparmiato la sua posizione ideologica.
Non so se è stato il più bravo dei nostri Ministri ma senz’altro il più querulo, anche quando non aveva libri da promuovere. .

Anche la sua iniziale frenesia di semplificazione e riduzione degli adempimenti fiscali si è spenta in coincidenza delle sue trasmigrazioni politiche.
Ha attraversato quasi tutti i partiti politici prima di collocarsi vicino alla lega . Da redattore del Manifesto a candidato nelle liste socialiste a collaboratore dei ministri socialisti Reviglio e Formica .
Poi deputato con la Lista Segni e passaggio immediatamente dopo le elezioni a Forza Italia, poi altri passaggi che allungherebbero la lista fino all’attuale collocazione di ministro disoccupato.
Quando non esercitava come ministro continuava il suo lavoro di consulente fiscale per aziende con interessi internazionali. Qualcuno potrebbe sospettare un minimo di conflitto di interesse ma non esisteva nessun conflitto di interesse. Anzi gli interessi coesistevano bellamente. Poi come si fa a pensare ad un conflitto quando durante le sue permanenze come ministro il suo studio veniva diretto da un ex ufficiale della guardia di finanza folgorato sulla via di Damasco mentre controllava le strutture societarie di Mediaset.

Si era esercitato anche nel ruolo di Quintino Sella diventando un rigorista dei conti pubblici.
Pazienza se il debito pubblico era aumentato, bastava non dirlo nelle conferenze stampa.
Purtroppo il debito pubblico si era distratto e non lo aveva ascoltato crescendo di 200 miliardi.
Non è andato meglio ad alcuni suoi provvedimenti.
I suoi Tremonti Bond sono stati rispediti dalle banche al mittente. Ma il nostro Ministro non ha fatto una piega ma neanche un plissè.
Chi ricorda la Robin Tax che aveva destato l’ammirazione dei nostri partner europei .
Almeno così ci aveva dichiarato il nostro .
E la defiscalizzazione degli straordinari, chi la ricorda ?
La misura più provocatoria ed insultante prodotta sul lavoro.
Tralasciamo la Family Card, una delle operazioni più inutili, costose e demagogiche del dopoguerra.
Ma la vera rivoluzione è stata quella di trasformare qualsiasi provvedimento in una manipolazione
mediatica, praticare la filosofia delle cose enunciate, scoprire che hanno più valenza le cose dette che i provvedimenti adottati.
In altri tempi i Quintino Sella non anticipavano con comunicazioni alla stampa i provvedimenti da prendere per evitare di condizionare anzitempo le reazioni .
Era pratica consolidata di chi si occupava di finanza di non esternare propositi e pareri.
Per consolare la nostra Cassandra possiamo fare altri ulteriori riferimenti ad economisti che ci dicono avessero previsto tutto.
La categoria degli economisti che hanno previsto tutto è molto consistente. Di solito disvelano la loro qualità divinatoria a posteriori..

Anche qualcuno più titolato del nostro è incappato nel vizietto delle previsioni e delle valutazioni contingenti.
Questo qualcuno è addirittura Keynes.
Spero che il paragone sia sopportabile per l’ego del nostro ex ministro.

Non credo di scandalizzare nessuno se oso dire che la sua Teoria Generale del 1936 mi è sempre parsa un po’ confusa. L’ho sempre letta con fatica come per assolvere un dovere. Per concedermi
l’alibi per citarlo, come fanno tutti. Scrive meglio il nostro ex ministro. Almeno scrive meno. Ma soprattutto ad oggi, gli economisti ed i politici non sono costretti a leggerlo o a citarlo come è successo per Keynes.
Che la narrativa del sacro testo di Keynes sia contorta lo riconosce anche Galbraith.
Un keynesiano convinto che racconta che quando l’autore della Teoria Generale leggeva ai suoi studenti le bozze per la tipografia , ogni tanto qualche foglio cadeva dalla cattedra e veniva raccolto senza riordinare la scansione originaria.
Tornando alla preveggenza o alla previsione il Keynes si deve essere distratto perché non si accorse della crisi del ’29 .
I crollo di borsa del 24 Ottobre del ’29 vide il giorno dopo un articolo di Keynes ( New York Evening Post) che raccontava che il futuro era “ decisamente incoraggiante”.

Succede di sbagliarsi .
Il 10 maggio del 1930 su” The Nation and Athenaeum” si avvide della crisi ma rinviò la ripresa a qualche mese.

Si corresse il 21 Luglio 1930 rispondendo all’Econonomic Advisory Council e spostando la ripresa alla primavera del 1931.
L’8 Settembre del 1931 si arrese ed allo stesso Advisor Council disse: “ Poiché fin qui sono stato
una specie di Cassandra, mi piace mettere agli atti la mia opinione di una ripresa fra breve. I prezzi delle merci, penso, potrebbero già riprendersi entro questo mese”.
Il 14 Settembre del 1931, stavolta in una lettera privata: “ E’ inutile puntare ancora su un aumento dei prezzi mondiali, nel quale credetti fino al Maggio scorso”.
In conclusione il Keynes fu una contraddizione vivente. Definì il capitalismo una bisca ma con alterne fortune ne godette della possibilità speculative . Dopo una prima avventura negativa ebbe fortuna in attività speculative diventando sempre più ricco .
Anticipando con i suoi comportamenti una previsione dedotta da Sergio Ricossa (1996) .
Il capitalismo sarebbe stato soffocato dalla stessa sua ricchezza .
Come un novello re Mida morirà soffocato dalla stessa carta rappresentativa di titoli e derivati da esso stesso prodotta.
Forse siamo arrivati alla previsione più azzeccata.