Prima o poi, l’Italia reagirà all’attacco che sta subendo, organizzato da «una trentina di farabutti, che si gettano letteralmente come dei caimani sulle prede che vengono loro offerte dalla legislazione europea». Sotto accusa, il super-vertice della finanza mondiale: «Grandi banche d’affari, tutte già tecnicamente fallite tra il 2007 e il 2010, ma resuscitate dalla Federal Reserve che ha erogato 16 trilioni di dollari inesistenti, inventati per tenerle in piedi». Da allora si sono avventate sull’Europa. Obiettivo: i titoli di Stato, specie quelli dei paesi più fragili, proprio perché protetti dall’Euro e quindi al riparo dall’insolvenza. Ma se la “cura” oggi prevista per rimediare alla “rapina del secolo” è la macelleria sociale, i popoli europei non ci staranno: c’è un limite oltre il quale le vittime cessano di subire le vessazioni.
Lo sostiene Giulietto Chiesa, che ribadisce la sua posizione in un’intervista al blog “Cado in piedi”, tracciando il quadro nel quale leggere l’operazione-Monti, così fortemente sostenuta dal Quirinale: «Naturalmente è un’operazione bluff, nel senso che questo attacco è senza destino perché il professor Monti, se ci riesce, guiderà il governo italiano in un momento in cui l’Italia andrà in recessione, e ci andrà in compagnia dell’intera Europa, secondo quanto attestano tutti i dati che vengono dalle stesse fonti europee. Pensare a un risanamento dell’Italia in caduta libera, in questa situazione, non è praticamente possibile. Sarà un buco nell’acqua, ma catastrofico: per il contribuente italiano, per il lavoratore italiano, per il pensionato italiano». Monti vorrebbe applicare all’Italia le norme di un’Europa che va a fondo, con drastici tagli alla condizione di vita anche dei ceti medi: salari ridotti, pensioni deboli, meno spesa sociale.
Tutto questo avviene per diretta conseguenza del clamoroso attacco contro l’Italia orchestrato dai leader della finanza internazionale, guidati dalle grandi banche di investimento come la famigerata Goldman Sachs «ma anche Citigroup, Bank of America, Deutsche Bank». Colossi finanziari dai piedi d’argilla, travolti nel 2008 dalla valanga dei “titoli tossici”e miracolati solo dalla banca centrale statunitense, a suon di trilioni: dollari che, in quanto paese monetariamente sovrano, gli Usa possono tranquillamente emettere, e quindi “regalare” anche a tasso zero. «Con quei soldi, le grandi banche si sono gettate sugli unici asset che ritenevano praticamente invincibili, immarcescibili, ovvero gli asset dei bond degli stati europei che, essendo protetti dall’Euro, venivano considerati al riparo dal rischio di default, impossibilitati a azzerarsi o a vanificarsi come invece era accaduto per tutti gli asset dei cosiddetti “mutui facili” su cui ha fiorito la finanza americana nel corso di questi ultimi otto anni».
Quelle banche, continua Giulietto Chiesa, si sono dunque precipitate in Europa e hanno cominciato a comprare i buoni del tesoro emessi delle banche centrali dei paesi europei, andando alla ricerca di quelli che avevano i più alti tassi di interesse: «Sono andati a comprare i bond greci in primo luogo, perché erano quelli più esposti che davano tassi di interesse più alti, poi sono andati a comprare quelli italiani, visto che l’Italia è considerata tra i Paesi in difficoltà a causa della dimensione del debito pubblico», affermazione che tuttavia non rispecchia il reale stato di salute dell’Italia, molto migliore di quello del Regno Unito: «Il conto dei debiti privati italiani è tra i migliori in assoluto d’Europa: gli italiani hanno un debito privato pari al 42% del Pil, quando per esempio la Gran Bretagna ha un debito privato del 103% del Pil».
Quando si ripete che l’Italia sarebbe un paese sull’orlo del fallimento, «si dice una menzogna gigantesca che è stata artificialmente creata da questi signori, perché se si mettono insieme il debito privato e quello pubblico, l’Italia sta molto meglio della Francia e del Belgio, molto meglio ovviamente della Grecia, ma anche della Spagna e della Gran Bretagna», insiste Giulietto Chiesa. «Tutta questa storia secondo cui l’Italia sarebbe in bancarotta è una menzogna organizzata dalla finanza internazionale, che è venuta per catturare e comprarsi l’Italia a basso prezzo con i soldi fittizi inventati dagli Stati Uniti e usando le leve legislative che l’Europa ha offerto alla finanza mondiale».
Cavallo di Troia del grande imbroglio, l’Unione Europea: «Ci sono decine di prove che l’Europa legifera sulla base delle indicazioni dirette di questi centri: sono i consiglieri della Goldman Sachs che suggeriscono a Bruxelles le norme giuridiche con cui deve essere avvantaggiata la finanza internazionale». E’ la stessa tesi messa a fuoco con drammatica chiarezza da Paolo Barnard nel saggio “Il più grande crimine”: la Commissione Europea come “cupola” antidemocratica, attraverso la quale super-commissari cresciuti nel vivaio dell’alta finanza (università, lobby, gruppi d’interesse come la Commissione Trilatelare e il club Bilderberg nonché organismi come Wto, Bce e Fmi) plasmano leggi-capestro e ordinamenti come il Trattato di Lisbona, che scippano Stati e popoli della loro residua sovranità, a unico beneficio del super-potere finanziario.
Oggi il “trattamento” tocca all’Italia, finita sotto il fuoco della super-lobby, che ha interesse a drammatizzare la situazione del Belpaese: «Tutto questo discorso – aggiunge Giulietto Chiesa – è interamente costruito sulla base di una pressione speculativa che va naturalmente contro i popoli», perché gli “uomini d’oro” «hanno da piazzare i loro soldi finti e dunque comprarsi l’Europa, l’Italia, la Grecia, la Spagna con quattro soldi». Nel mirino tutti i nostri beni: «Le terre, gli asset, gli edifici, le ricchezze artistiche e culturali: noi, di fatto, stiamo svendendo erroneamente le nostre ricchezze a un gruppo di speculatori che si può contare sulla punta delle dita di due mani», poche decine di «farabutti», i «caimani» che si gettano sulle loro prede, rese innocue e completamente vulnerabili dalla legislazione europea che ha demolito ogni difesa democratica, grazie al super-potere di funzionari non-eletti ma solo designati, attraverso i singoli Stati, dalla stessa oligarchia finanziaria mondiale.
«L’Europa è responsabile direttamente di questo obbrobrio, così come la Commissione europea e anche il Parlamento europeo che hanno votato e approvato queste norme», ribadisce Giulietto Chiesa, pensando alla scure sociale che sta per abbattersi sull’Italia: «Siamo schiacciati in una trappola e il signor Monti è l’esecutore di questi ordini, che mi auguro gli italiani non accetteranno: c’è un limite oltre il quale la gente non crede più alle storie che le sono state raccontate e non è disposta a rinunciare così facilmente al proprio livello di vita». Risanamento? Sì, ma non alle “loro” condizioni: al posto dell’esecutivo Monti, deve nascere un nuovo governo, «basato sulla volontà popolare di risanare questo Paese, che ne ha senz’altro bisogno», cessando di proteggere le maxi-rendite finanziarie e il buco nero dell’evasione fiscale.
«Dei quasi 2.000 miliardi del nostro debito pubblico, una parte rilevante deriva dal fatto che i ricchi non hanno pagato le tasse in Italia negli ultimi 30, 40 anni, violando la Costituzione», aggiunge Giulietto Chiesa. «E c’è un accumulo – i dati sono di Bankitalia – di almeno 9.000 miliardi, 9 trilioni di Euro di patrimoni che sono nella disponibilità di pochissime persone che non hanno pagato le tasse». Ancora: «Ci sono in Italia decine di leggi che sono state specificatamente scritte nell’interesse degli evasori fiscali e che consentono alle banche italiane e agli evasori di evadere le tasse. Quindi siamo in una situazione del tutto illegittima, che dovrà essere ovviamente regolata in diverso modo».