Sulla barbarie di Brindisi

di Fabio Nobile | da fabionobile.wordpress.com

zainoL’attentato di Brindisi, è uno di quegli avvenimenti che ferma il cuore. Un evento che nel momento in cui accade ti lascia sgomento, pieno di dolore, angoscia e rabbia. Una vita spezzata senza un perché all’età di 16 anni, tante vite appena germogliate che hanno rischiato di fare la stessa fine.

Non ci sono elementi del tutto chiari sulla vicenda, non sappiamo chi e perché può aver pensato e realizzato un atto così barbaro. Sono gli effetti sul Paese e la catena di eventi di questi ultime settimane a preoccupare.

Lo strisciante clima di tensione, che fatti diversi stanno facendo crescere, rappresenta una minaccia che va tenuta costantemente sotto controllo. Le bombe a Equitalia, la gambizzazione del dirigente dell’Ansaldo, le dichiarazioni dal carcere degli esponenti delle sedicenti nuove BR, ed ora l’ attentato alla scuola.

Se un bravo sceneggiatore avesse voluto scrivere un copione di ricostruzione capovolta e creativa della strategia della tensione, non avrebbe potuto fare certamente meglio. Capovolta, perché la strategia della tensione fu avviata da una strage, quella di piazza fontana, e ciò, come si può capire, non è un dettaglio. Su Brindisi le indagini stanno andando avanti. E’ stato interrogato un ex militare, c’è una foto che ritrae il volto di un uomo. Vedremo presto se questo dramma si trasformerà nell’ennesimo mistero o troverà una soluzione.

Certo è che in qualunque modo vada a finire questa vicenda, questo clima di paura va sconfitto. Va sconfitto mantenendo alta l’iniziativa di massa che sia in grado di rilanciare, in un Paese piegato dalla crisi, una mobilitazione larga in grado di costruire assieme alla lotta contro il neoliberismo un argine a derive autoritarie. Infatti non ci vuole molto perché si creino le condizioni per un restringimento dell’agibilità democratica.

Abbiamo un storia recente piena di nebbie da cui imparare e completamente oscurata. Torniamo a discuterne pubblicamente, mentre continuiamo a tenere aperte le nostre piazze.