di Pippo Giordano
Mai come oggi mi sento smarrito, perso: sono un palermitano che soffre per quello che potrebbe nuovamente accadere a Palermo. Ninni Cassarà in un momento di lucida follia, mi disse: “ semu morti ca camminamu”. Queste parole riecheggiano nella mia mente, come: “a Roma u capiscinu nenti, stamu pirdendu u tram della storia” (a Roma non capiscono nulla, stiamo perdendo il tram della storia), frase pronunciata, allorquando egli non voleva arrestare il libanese Bou Chebel Ghassan autore della telefonata che preannunciava l’esplosione di un’autobomba, poi avvenuta per uccidere Rocco Chinnici.
Cassarà, voleva lasciare libero il libanese per infiltrarlo in Cosa nostra, io ero d’accordo, ma Roma si oppose e quella calda notte di agosto del ’83 scoprimmo tutta la nostra fragilità, la nostra impotenza di fronte all’ordine perentorio: ammanettare il telefonista.