Il silenzio della Boschi, le parole di Napolitano

napolitano altaredellapatriadi Giorgio Langella, segretario regionale PdCI Veneto

Imbarazzante l’atteggiamento della Boschi che non risponde a una precisa domanda dei giornalisti sull’imputato Verdini (“ma allora con Verdini ci parlate ancora oppure no”) e, con il solito sorriso di circostanza e la nota arroganza, scappa “per non perdere un aereo” attorniata da suoi “collaboratori”.

Ma ancor più gravi le parole pronunciate da Napolitano ieri in occasione (“giornata delle forze armate): ”Vi è il rischio che, sotto la spinta esterna dell’estremismo e quella interna dell’antagonismo, e sull’onda di contrapposizioni ideologiche pure così datate e insostenibili, prendano corpo nelle nostre società rotture e violenze di intensità forse mai vista prima”.

A leggere poi altre dichiarazioni del presidente della repubblica sulle forze armate ci si dovrebbe ulteriormente preoccupare. Napolitano, infatti, pensa che “da parte di ogni paese Nato si debba esser seri nel prendere decisioni, che non possono mai avallare visioni ingenue, non realistiche, di perdita di importanza dello strumento militare”. E continua con affermazioni del tipo: “si vanno affermando nuove e aggressive forme di estremismo e di fanatismo che rischiano di “insediarsi” in Italia infiltrandone progressivamente la società: questa è una minaccia reale, anche militare che le nostre forze armate devono essere pronte a contrastare e prima di tutto a prevenire, insieme all’Unione europea e alla Nato”

Questi personaggi si stanno preparando a nuove guerre esterne come quelle disastrose già viste? A utilizzare l’esercito per la repressione del conflitto sociale che hanno creato con le loro politiche liberiste? E faranno tutto in maniera preventiva? Con la scusa della lotta al terrorismo creeranno il caos. Le manganellate di questi giorni, l’uso delle “forze dell’ordine” contro i lavoratori e per sedare la protesta, quindi, non è qualcosa di estemporaneo. È un programma ben preciso che prevede di soffocare l’opposizione politica e sociale con le buone e con le cattive. È una nuova versione della solita, vecchia, strategia della tensione.

Altro che sinistra o centro-sinistra. Non c’è neppure un timido pallore. I riferimenti storici del governo Renzi sono definitivamente Scelba e Tambroni. E Giorgio Napolitano si rivela per quello che è diventato: un pessimo presidente della repubblica. Forse il peggiore che l’Italia abbia mai avuto.

Siamo in piena emergenza democratica e, la situazione peggiora di giorno in giorno.