di Paola Pellegrini, Segreteria Nazionale del PdCI
Una giovane ragazza é morta, un’altra é ora in fin di vita, altri sette studenti feriti: l’attentato alla scuola Falcone e Morvillo di Brindisi é un atto orrendo e tragico. Siamo di fronte ad un episodio che segnala un livello di degrado e di barbarie che non credevamo possibile, ma evidentemente alla ferocia delle tante centrali criminali che insanguinano il nostro paese non c’é limite. Si parla già di matrice mafiosa, anche se non si esclude nessun’altra ipotesi. Ma se questo é potuto accadere, se oggi è il luogo simbolo della nostra convivenza civile, la scuola, il luogo dove i nostri ragazzi hanno diritto a vivere sereni per crescere e costruire il loro futuro, ad essere colpito, allora vuol dire che c’é qualcuno che ha già deciso che questo nostro disgraziato paese non deve avere un futuro, non deve sperare, non può liberarsi dalle ipoteche e dai ricatti di chi pretende di mantenere un dominio fondato sui crimini e sulla morte.
Ci chiediamo con sgomento quale disegno si celi dietro a questo attentato, a che scopo si apra un capitolo così sanguinoso in una fase difficile e oggettivamente instabile per l’Italia. La mente torna agli attentati stragisti con i quali la mafia si mosse, ormai lo sappiamo, per condizionare gli esiti di una transizione difficile come quella dei primi anni ’90. Come allora nei luoghi della cultura di Firenze e di Roma, oggi una scuola, il luogo della vita e della cultura dei nostri figli. Lo diciamo con furore: questa volta non possiamo aspettare vent’anni prima di sapere chi sono i responsabili di tanta ferocia. La società italiana ha bisogno che lo Stato e tutte le sue istituzioni si prendano fino in fondo la responsabilità di individuare e colpire questi criminali