Cosa accadrà dopo la manifestazione per la Gkn del 18 Settembre a Firenze?

corrispondenze Fiorentine, di Federico Giusti

Una calda giornata di fine estate ha accolto 20 mila partecipanti al corteo in solidarietà con il collettivo Gkn.

Lunghissimo e partecipato il corteo partito da Fortezza da Basso dopo le 15.30, dai sindacati di base alla cgil, da gruppi e partiti della sterminata galassia comunista a collettivi e centri sociali ma anche tantissimi cittadini a titolo meramente individuale e senza appartenenza alcuna.

Abbiamo attraversato il corteo come gruppo redazionale soffermandoci negli spezzoni che sentivamo nostri perchè sarebbe ipocrita valorizzare la giornata di lotta tacendo sulle profonde differenze che animano le politiche sindacali e sociali dei partecipanti.

La Toscana non è isola felix, lo dimostrano le statistiche relative a infortuni e morti sul lavoro, le cronache giudiziarie che riportano notizie sul caporalato, l’annosa vicenda Texprint con i suoi operai ai quali è mancata spesso la medesima solidarietà arrivata agli operai GKN.

Sarebbe falso negare che attorno alla vertenza Gkn si è costruito un variegato movimento di solidarietà attiva che in teoria farebbe ben sperare per la ripresa del conflitto operaio a partire dal prossimo autunno.

Ma al contempo siamo anche consapevoli che parte della solidarietà attiva arriva da chi ha sottoscritto l’accordo sui licenziamenti collettivi barattando la perdita dei posti di lavoro con la promesa di pochi ammortizzatori sociali.

In Toscana i partiti che governano la Regione solidarizzano con gli operai Gkn  perchè temono la fuga di multinazionali e aziende dalla Regione, la preoccupazione nasce dal timore di  ricadute negative  sull’economia e sui distretti industriali locali, solo dopo arriva la preoccupazione per gli operai e le loro famiglie. Se questa  ultima preoccupazione fosse reale il Pd non avrebbe fatto quadrato attorno al sindaco di Prato difeso dalle accuse degli operai Texprint.

Per noi le contraddizioni restano ma al contempo crediamo doverosa la solidarietà attiva con le lotte intraprese dai lavoratori e dalle lavoratrici in tutta Italia, siamo convinti che esistano vertenze di grande portata ma sottovalutate (Alitalia tra tutte) e senza quel clamore mediatico che meriterebbero.

Nelle prossime ore si deciderà il futuro degli operai Gkn, la vertenza dovrà investire tutta la fliera produttiva meccanica, quella attorno a Fca in primis, qualora non dovesse accadere la sconfitta è quasi certa.

Ci auguriamo di sbagliare ma siamo convinti che la Fiom non abbia alcuna intenzione di rimettere in discussione l’alleanza con Cisl e Uil che dentro gli stabilimenti ex Fiat si muovono con prassi sindacali tutt’altro che conflittuali. La denuncia presentata dagli operai contro la FCa e riportata dal quotidiano Domani meriterebbe una iniziativa istituzionale risoluta contro Stellantis ma anche una iniziativa sindacale capace di andare ben oltre la vertenza Fiorentina.

Poi ci sono altri aspetti rilevanti come il contenuto della lettera inviata ai 422 lavoratori Gkn, dopo il licenziamento via whatssap, nella quale si parla di  «feroce competitività» del nuovo mercato dell’automotive, attribuendone la responsabilità «anche dai vincoli dovuti alle politiche ambientali». La cosiddetta transizione ecologica, di cui poco si è parlato evitando di analizzare le ricadute produttive e occupazionali sulle fabbriche, parte da Industria 4.0 e dal Patto della fabbrica siglato da cgil cisl uil. E qui tornano in gioco gli accordi a perdere siglati anche dalla Cgil, non ultimo quello estivo sul ripristino dei licenziamenti collettivi.

Nello stabilimento GKN  di Campi Bisenzio si producevano semiassi , componenti essenziali per l’auto elettrica, chi ha parlato di industria non al passo con i tempi potrà essere facilmente smentito.

Non siamo in presenza della contrapposizione tra ambiente e lavoro, non siamo davanti solo alla pretesa padronale di non pagare i costi aggiuntivi per la produzione di sostanze inquinanti tanto che agli operai GKn è arrivata perfino la solidarietà della Climate Open Platform.

Con la scusa della riconversione ecologica interi siti produttivi vengono smantellati, anche quelli in linea con i dettami ambientali\sti, destinati alla produzione di componenti per l’auto elettrica del futuro. Ma anche alcune fabbriche moderne finiscono nel tritacarne delle chiusure quindi è del tutto errato ipotizzare un semplice scontro tra industrie moderne e non inquinanti e industrie con alto impatto ambientale.

Siamo davanti a una feroce ristrutturazione capitalistica che si muove dentro la riconversione ecologica e alimenta processi di delocalizzazione produttiva e la chiusura anche di fabbriche moderne che hanno beneficiato di ingenti finanziamenti statali.

Alcune delle fabbriche destinate alla chiusura sono tutt’altro che decotte ma cio’ nonostante arrivano lettere di licenziamento e chiusure produttive da parte di mutinazionali presenti in ogni parte del Globo. Pensare allora che la vertenza Gkn inizi a Firenze e non vada oltre i confini del Granducato resta, a nostro modestissimo avviso, un grave errore che alla fine potrebbe determinare la sconfitta di questi combattivi lavoratori riuniti attorno al collettivo della fabbrica di Campi Bisenzio. E al contempo pensare sufficiente una legge che limiti le delocalizzazione, magari con innumerevoli trattative  a ribasso nel Governo al fine di non scontentare i padroni, ci ricorda quando qualcuno parlava della Repubblica fondata sul Lavoro mentre in Parlamento approvava aumento dell’età pensionabile e le svariate forme della precarietà

Era doveroso manifestare il 18 Settembre a Firenze ma cosa accadrà dal 20 Settembre in poi? E soprattutto cosa intendiamo fare?