di Norberto Natali da facebook
Il boia Mussolini trasformò il suo governo nel regime infame che tutti sappiamo con le “leggi eccezionali”. Nel futuro, forse, questi mesi saranno ricordati come quelli delle nuove leggi eccezionali. Il governo sta completando lo smantellamento della Costituzione, attaccando i diritti elettorali, i sindacati, le autonomie locali, la scuola. Ha privato i lavoratori, soprattutto i giovani e quelli futuri, di ogni reale possibilità di difesa dai soprusi e dai ricatti padronali ed ha smisuratamente esteso il potere del padronato, della speculazione, della devastazione ambientale.
In passaggi storici come questo, gli stupratori della democrazia e della libertà hanno bisogno di affiancare le loro misure concrete con delle imprese anche simboliche.
Questa volta tocca al 25 aprile.
E’ in corso una martellante ed insidiosa campagna (penso al giornale della Confindustria o a certe reti Mediaset ma non solo) per liquidare la Resistenza e il 25 aprile. Non è una novità ma questa volta non ci si limita solo a tentare un’ambigua “pacificazione”, si vuol far passare l’idea che la Resistenza non fosse poi tanto forte e neanche valorosa e soprattutto che essa fosse divisa: ci sarebbero, anzi, due Resistenze, una buona e una cattiva (come o peggio dei nazifascisti?).
Soprattutto si vuole limitare il 25 aprile ad una giornata che rimane importante solo in una parte minoritaria del territorio nazionale.
Per tutto questo si vuole delegittimare e svuotare il 25 aprile a Roma, alla gloriosa porta di S. Paolo dove ebbe inizio la Resistenza italiana. La si vuole rendere una manifestazione semideserta, priva di importanza, colpita da polemiche e forse anche tensioni e paure.
L’obiettivo è che non ci sia un vero e proprio 71° anniversario (e seguenti) centrale, l’anno prossimo, nella capitale. Per fare ciò, tanta parte della stampa e delle forze politiche hanno esagerato e strumentalizzato un provvidenziale attacco al 25 aprile condotto da certi fanatici estremisti che pretendono di rappresentare la comunità ebraica e perfino quegli ebrei (di fronte ai quali gli antifascisti, i comunisti inchinano sempre commossi le proprie bandiere) martiri della persecuzione e della violenza nazifascista.
Costoro hanno iniziato due o tre anni fa pretendendo di far parlare (unico caso al mondo) l’ambasciatore di Israele alla manifestazione: cosa c’entra? Quello stato non esisteva nel 1945 e poi perché, allora, non sono mai stati chiamati l’ambasciatore inglese o quello russo?
L’anno scorso alcuni cittadini palestinesi, senza imporre (e soprattutto senza impedire) nulla a nessuno, si sono recati al corteo della Liberazione, con i propri simboli. Sono stati aggrediti e cacciati da alcuni che dicevano di appartenere alla comunità ebraica. Assurdo: proprio il 25 aprile c’è chi si arroga il potere, con la prepotenza, di impedire a qualcun altro di partecipare a questa manifestazione, nel rispetto della libertà di pensiero!
Quest’anno, rovesciando la verità dei fatti, ossia fingendo che qualcuno voglia impedire agli ebrei di partecipare alla manifestazione (se così fosse sarei il primo a schierarmi in loro difesa), c’è chi ha detto che non bisogna andare e che addirittura non bisognava farla, c’è chi trama per sabotarla ed indebolirla in tutti i modi.
Allora dovrà essere proprio un 25 aprile, a Roma!
Venite tutte e tutti, la mattina di sabato prossimo a porta S. Paolo, anche se in passato non l’avete fatto, anche se pensate di non conoscere nessuno e vi mette a disagio l’idea di venire lì da solo.
Saremo tutti vicini e ognuno saprà che affianco a lui c’è forse un altro che non sempre è andato in piazza quel giorno, che era riluttante ad andare temendo di non conoscere nessuno: così sapremo di essere uniti anche tra chi non si conosce.
Si può andare da soli ma ci si sentirà così uniti da sentirsi tutti più forti della prepotenza e della falsità. Allora sentiremo che dalla vita dei partigiani sgorgano ancora per noi tutto il coraggio e tutta la libertà che ci servono.