Se i fascisti provano ad alzare la testa…

di Ivano Osella, Resp. Naz. FGCI Antifascismo e Manifestazioni Nazionali

 

neofascisti-w300La crisi economica e il fortissimo disagio sociale e generazionale da essa generato stanno lasciando un certo spazio di legittimazione politica alle organizzazioni fasciste nel nostro paese. Dopo le azioni terribili di Torino e Firenze, sempre più squadracce si aggirano nei quartieri delle grandi città italiane e, purtroppo, pare che trovino anche sostegno e supporto, soprattutto all’interno della nostra generazione. Falsi ideali di forza e supremazia stanno infatti ottenendo consensi tra i giovani più disagiati, che percepiscono le difficoltà nel progettarsi il proprio futuro e vengono attratti da chi individua facilmente colpevoli immaginari. Uno sfrenato individualismo bestiale si sta purtroppo diffondendo nelle classi sociali più emarginate favorendo la logica della guerra tra poveri, tanto cara ai padroni e alle destre in generale.

La percezione di avere maggiore consenso sociale sta spingendo dunque queste forze ad alzare la testa con proposte ed azioni piuttosto preoccupanti per ogni antifascista. Non si sta infatti parlando “soltanto” più di aggressioni, assalti o agguati, bensì di legittimazione politica e sociale in questa fase di crisi.

Forza Nuova si sta mobilitando in Sicilia insieme al cosiddetto “movimento dei Forconi”. Dà il proprio sostegno con comunicati pubblici di Roberto Fiore, partecipa ai cortei di questi giorni, fa interventi durante le manifestazioni e rilancia le loro rivendicazioni, come si può vedere in questo video http://www.youtube.com/watch?v=YkuMrq-Gj_M&;feature=share. Sono anni che questa organizzazione non si espone così tanto in un evento di pesante rilevanza nazionale ed è molto preoccupante che lo stia facendo proprio ora e all’interno di un movimento che si è dichiarato fin da subito chiuso ai partiti e alle forze politiche. Il leader del Movimento dei Forconi è un tale Martino Morsello, coinvolto in passato in una vicenda di lotta alla mafia, ma che fino al dicembre dell’anno scorso partecipava attivamente alle riunioni e ai congressi di Forza Nuova. Non solo. Ad uno degli ultimi congressi organizzati dal movimento è stato invitato a fare un intervento il signor Maurizio Zamparini, presidente del Palermo Calcio, ma soprattutto ex militante Msi, dettaglio che fino a qualche giorno fa era leggibile persino nella sua pagina su Wikipedia, oggi magicamente scomparso. Nella direzione sono invischiati anche ex deputati Mpa ed ex Alleanza Nazionale. Questa gente ha costruito un movimento “apartitico” che si è fatto portavoce del profondo disagio di tutta una regione, la gente l’ha raccattata dalle fila di Forza Nuova (che aldilà di quello che si pensa, in Sicilia, soprattutto nelle grandi città come Catania, è forte) e ha messo su una protesta coi fiocchi all’indomani delle dimissioni di Cammarata a Palermo (sindaco PDL, in guerra aperta con Lombardo). Morale della favola, la popolazione siciliana si è trovata davanti un movimento già organizzato e già incazzato e ha avuto finalmente l’occasione di accodarsi in massa per esprimere un disagio che perdura da anni ma su cui nessuno (PD e PDL su tutti) non ha mai voluto investire forze e faccia soprattutto.

La gente ha bisogno di ribellarsi e chiuderà gli occhi finché riuscirà a farsi ascoltare da qualcuno, anche se ha il dubbio che questo qualcuno sia Forza Nuova.

Assistendo a queste mobilitazioni il paragone con i fatti di Reggio sorge spontaneo. Quella volta la risposta che gli antifascisti diedero fu l’enorme manifestazione dei metalmeccanici del 22 ottobre 1972, una risposta fortissima e dal significato simbolico alto, ancora ai giorni nostri. Ora, le manifestazioni in Sicilia vengono affrontate in un modo radicalmente diverso innanzitutto dai media che prima non hanno concesso alcuno spazio, poi hanno iniziato a parlarne come di un normale sciopero, addirittura definendo i manifestanti gli indignados siciliani, senza mai soffermarsi invece su certe azioni, come ad esempio le bande di ragazzetti che obbligano i negozianti a chiudere i loro negozi per “scioperare”. Una modalità, questa, che ricorda ben altro, non gli indignados.

Esattamente come a Reggio, la risposta deve essere data dai lavoratori di tutto il paese, dai sindacati e dai comunisti, una risposta che dimostri che non ci sono differenze tra lavoratori o tra regioni davanti alla crisi e che serva ad eliminare queste forze neofasciste che sfruttano la crisi proprio per uscire dalle fogne.

Se in Sicilia i fascisti tentano di legittimarsi nelle lotte, a Roma invece puntano molto più in alto: Casapound ha infatti iniziato la propria campagna elettorale per le comunali dell’anno prossimo, affiggendo manifesti in cui attacca indistintamente Zingaretti, Alemanno e Polverini, sfruttando al contrario alcune loro dichiarazioni, quasi nella logica di “tanti nemici, tanto onore”. I fascisti del terzo millennio di Iannone sono infatti convinti di potersi presentare a tutti i cittadini romani come una forza politica legittimata e pari alle altre, di poter parlare a tutti e non solo più ai ragazzi nelle scuole e soprattutto di aver ottenuto una legittimità trasversale tale da permettere il “salto di qualità”. Altro evento inquietante a cui dovrà assistere la capitale, sarà la manifestazione nazionale della Destra di Storace che sfilerà per le vie del centro insieme all’UGL. Questo sindacato, erede del sindacato fascista Cisnal ha infatti aderito alla mobilitazione e, così facendo, permetterà a questa forza politica di estrema destra erede del MSI di potersi dichiarare presente e radicata nella lotta alla manovra Monti e alle politiche della BCE.

Ebbene questi tre macro-esempi sono la dimostrazione reale dei rischi connessi alla crisi economica se non se ne esce in fretta. Lo abbiamo già visto accadere negli anni venti e trenta del secolo scorso, non si deve verificare di nuovo oggi. Perciò è necessario che la nostra organizzazione si faccia immediatamente promotrice di iniziative antifasciste, nelle scuole come nei quartieri più disagiati, collabori sui territori in modo organico con l’Anpi e costituisca o rafforzi dei comitati antifascisti ampi con le altre realtà antifasciste. Se queste forze non vengono delegittimate il più in fretta possibile, allora i rischi per la democrazia saranno davvero molto alti.