di Delfina Tromboni

Leggo che l’11 novembre il Ministero competente (competente?) ha deciso la chiusura del Museo di Sant’Anna di Stazzema. Ultima coda velenosa del governo Berlusconi, penso. Leggo i comunicati dell’ANPI e dello SPI CGIL. Sant’Anna di Stazzema. Una strage utilizzata spesso, negli ultimi decenni, dalla destra e dal neo revisionismo, con quel continuo insinuare che se i partigiani non avessero assalito i nazifascisti, l’Italia non avrebbe conosciuto l’orrore delle stragi naziste… Sant’Anna, dove centinaia di persone, uomini, donne, anziani,bambini, sono state trucidate dalle SS e anche da italiani arruolati con loro, aiutati da altri italiani (italiani?) che hanno collaborato a guidare le belve dove pensavano si nascondessero i partigiani… Sant’Anna, con la documentazione sparita, nel non sempre limpido dopoguerra italiano, in uno dei tanti armadi della vergogna…
Sant’Anna, dove una giovane partoriente è stata sventrata e la sua creatura buttata in aria e sparata come un tordo… Sant’Anna, che gli americani hanno ricostruito come una telenovela, facendo torto anche alla memoria di quei soldati neri che volevano riscattare… Si, chiudere il Museo è l’ultimo colpo di coda velenoso di un governo che non ha trovato il tempo e il modo di fronteggiare la crisi più lacerante degli ultimi decenni, ma ha trovato il tempo e il modo per disporre la chiusura di un luogo della memoria che costituisce il simbolo dell’identità dell’Italia migliore, a cui la Costituzione uscita dalla Resistenza ha restituito dignità di fronte a se stessa e al mondo. Non ho gran fiducia nel governo pseudo-tecnico che Monti si appresta a varare, ma spero che trovi da subito le poche risorse necessarie a mantenere aperto un Museo che,più di ogni altro, non parla di ammuffite cose del passato remoto, ma di carne e sangue, vite infrante ma pulsanti di uomini e donne e bambini e bambine sulla cui tragedia abbiamo radicato le nostre (traballanti?) coscienze democratiche.