Il nuovo fascismo

di Roberto Iacovacci, Circolo PRC Terracina

rustyboyRiceviamo e pubblichiamo come contributo alla discussione

Il fascismo attuale non si presenta con gli stivali neri e l’olio di ricino, si presenta più modernamente attrezzato, si presenta con il doppio petto, viso rasato, toni pacati, cariche istituzionali transnazionali, riconoscimenti delle fondazioni, insomma il vicino di casa che ognuno vorrebbe avere, educato non invadente, ma proprio da quest’aspetto che nasce il pericolo per la Democrazia, perché la società non è stata attrezzata a difendersi da questo pericolo. I Partigiani ci hanno tramandato, anche se pochi oggi hanno memoria di ciò, il pericolo fascista, la loro arroganza, la loro pericolosità sociale, le loro violenze, perché questo era il loro modo di proporsi, invece oggi serve una nuova formazione, sulla scuola dei Costituenti che hanno dato all’Italia, grazie al sacrificio dei combattenti, una delle Costituzioni più moderne, non solo perché ha meno di cento anni, ma per lo spirito e la visione della società, che ha unito nella formazioni la visione cattolica e quella laico socialista e che oggi solo chi attenta alla sua attuazione vuole riformare.

L’attacco alla Democrazia Costituzionale avviene attraverso l’attacco alle Istituzioni, con i costi della politica, la demonizzazione del Parlamento, attraverso la casta dei giornalisti pennivendoli prezzolati che parlano di sprechi e sperperi, ma non delle diseguaglianze che crescono con il tempo, ma per questo la classe politica ha messo del suo con gli scandali e i comportamenti indecenti. Questi attacchi strumentali sulla governabilità, perché il paese ha bisogno di un “governo forte” per attuare i suoi programmi, riduzione dei parlamentari al fine di RIPARMIARE e ridurre gli sprechi, poi si dimentica che con i “governicchi” nella prima Repubblica il deficit era il 56/60% del PIL mentre oggi con i governi forti e i premi di maggioranza il rapporto deficit/PIL è oltre il 130% il debito pubblico è esploso quando è nata l’idea del maggioritario, del governissimo che per accontentare lo stuolo di ministri e sottosegretari si finanziava di tutto, poi con le privatizzazioni si è concluso l’iter, ma tutto questo è finalizzato al superamento del suffragio universale con la proposizione del bipolarismo e la logica dell’iscrizione al voto, pagando eventualmente la partecipazione, al fine di ridurre il numero degli elettori e non intaccare il potere perché le masse proletarie e gli “ultimi” saranno tenuti fuori.

Poi vengono messi in discussione gli obiettivi della Costituzione, vengono infangati gli uomini e i giorni della memoria, oggi chi ricorda Ferruccio PARRI, comandante del CLN, Umberto TERRACINI, presidente e firmatario della Costituzione Italiana, i Fratelli CERVI, assassinati dal fascismo, o Concetto MARCHESI il rettore che invitò gli studenti ad unirsi alla lotta Partigiana, infine le celebrazioni della memoria il 25 aprile, il 1 maggio, le festività simbolo della tradizione Partigiana ed operaia.

Sempre più insistente è la teoria della festa di tutti della riconciliazione, ma non è e non può essere così, non si possono dimenticare i sacrifici dei Partigiani e dei Popoli e le angherie e i soprusi gli assassini neri, non si può mettere nello steso piano vittime e carnefici, cosi come non si può parlare di superamento ed attualizzazione del 1 maggio, questa è e rimane la festa del Lavoro, dei lavoratori, non morta ne può essere delegittimata perché sindacalisti insulsi hanno dimenticato la loro funzione.

Per questo bisogna combattere contro chi sostiene che il 25 Aprile è morto ed il 1 Maggio è anacronistico, queste sono le date del riscatto, la prima dall’invasore nazista e dei suoi alleati, la seconda del lavoro dei diritti dei lavoratori e bisogna battersi perché queste due date diventino patrimonio culturale delle giovani generazioni.

Allora bisogna combattere questa deriva perché mentre l’Italia, quella che viene dalla Costituzione Repubblicana aveva a cuore il diritto/dovere del voto (negli anni della prima repubblica votava oltre il 90% degli aventi diritto) ma che bisognava ridurre con ogni mezzo quella popolazione elettorale, prima con il mercenario radicale con i suoi referendum, poi con le elezioni a ripetizione infine con l’accusa più spregevole “lo sperpero” come se le istituzioni Democratiche fossero un qualcosa da combattere anziché difendere, come se i rappresentanti in Parlamento dovessero essere combattuti come nemici, è vero che hanno dato uno spettacolo indecoroso con i loro comportamenti, ma chi li ha eletti?

Oggi di fronte abbiamo lo stesso ostacolo che si ritrovò Allende e la Sinistra al governo del Cile difendere quelle Istituzioni che fino al giorno prima erano nemiche, quindi la debolezza e le armi Usa fecero il resto, uccisero la Democrazia per oltre un trentennio, quindi è indispensabile riunire le forze della Sinistra Anticapitalista Socialista e Comunista in un unico soggetto, combattere con le armi della Costituzione Italiana per il cambiamento, fissando da ora 4/5 punti su cui far convergere le istanze dei potenziali alleati e nel territorio far conoscere i pericoli che questa deriva populista può avere.

Far conoscere alla gente che mentre con il sistema Costituzionale “una testa un voto” e quindi il proporzionale esistevano 7 partiti che rappresentavano le sensibilità nazionali, quella cattolica, quella liberale, quella repubblicana, quella socialdemocratica, quella socialista e quella Comunista, con una partecipazione alla vita pubblica corposa, e una presenza alle urne quasi totalitaria, mentre nei sistemi maggioritari e uninominali la partecipazione non supera il 50% degli aventi diritto e gli esclusi sono come sempre i più deboli.

Allora riprendiamo quel cammino casa per casa, fabbrica per fabbrica, strada per strada a diffondere il messaggio della Resistenza per la difesa della Costituzione e della Democrazia.