di Michelangelo Tripodi, Segretario Regionale PdCI Calabria
67 anni ma non li dimostra. Il 25 aprile festeggeremo la Liberazione dell’Italia dall’oppressione e dalla tirannia del nazifascismo. E’ una festa che il popolo italiano si è guadagnata sul campo al costo di un prezzo altissimo, compiendo sacrifici inenarrabili e subendo le più grandi angherie e vessazioni.
L’infame ventennio fascista di Benito Mussolini instaurò un regime dittatoriale e autoritario che cancellò le libertà, la democrazia, i diritti fondamentali, introducendo il Tribunale speciale per gli oppositori e le leggi razziali. Il fascismo trascinò l’Italia nell’avventura rovinosa della seconda guerra mondiale al fianco della Germania nazista follemente guidata da Hitler. Una vera e propria catastrofe si abbatté sul popolo italiano con rovine, dolori, lutti e distruzione. Ciononostante la parte migliore del popolo riuscì a ritrovare le energie necessarie per riprendere la lotta contro l’oppressore nazifascista.
300.000 italiani fecero la scelta di prendere le armi per difendere la patria contro i traditori fascisti e per conquistare la libertà e la democrazia.
45.000 furono i caduti di quella bellissima pagina che ha riscattato la storia d’Italia che si chiama Resistenza e che ha dato vita alla Repubblica democratica ed alla Costituzione.
Un patrimonio di valori che è più vivo ed attuale che mai e che rinnova le sue forti ragioni proprio nel momento in cui vengono messi in discussione o addirittura cancellati i diritti sacrosanti sanciti nella carta costituzionale. Per questo non possiamo assistere da spettatori passivi allo stravolgimento ed allo svuotamento dei fondamentali principi costituzionali.
In tal senso, l’ultima grave modifica che introduce il pareggio di bilancio nella Costituzione si ispira ad una precisa concezione economica, quella neoliberista in salsa tedesca, che mette al centro di tutto le borse, i mercati e il profitto e cancella e annulla i diritti delle persone.
Infatti, questa modifica alla Costituzione svuota totalmente i diritti previsti dalla prima parte della Costituzione. Ciò vuol dire che, d’ora in poi, lo Stato non garantirà più, ad esempio, la tutela della salute e non assicurerà più le garanzie di cure gratuite agli indigenti, previste dall’art. 32 della Costituzione. Inoltre, rischia di essere annullato il diritto alla gratuità dell’istruzione per gli otto anni della scuola dell’obbligo, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi, garantito ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi (art. 34) e potrebbe essere manomesso anche quanto previsto dall’art. 38: “i lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”. In tutti questi casi i tagli che saranno portati per raggiungere il pareggio di bilancio possono pregiudicare, ancora di più di quanto già accada oggi, l’esercizio di diritti costituzionalmente riconosciuti. E’ davvero un’aberrazione anticostituzionale.
Ecco perché per noi oggi raccogliere l’eredità straordinaria della Liberazione italiana oggi significa essere Partigiani della Costituzione.
Per questo il 25 aprile i Comunisti Italiani calabresi saranno presenti con le loro bandiere a tutte le manifestazioni che in Calabria da Reggio, a Rosarno, a Vibo ed altrove si svolgeranno per ricordare la pagina gloriosa della Resistenza e della Liberazione e per rinnovare l’impegno a battersi per far trionfare gli ideali di giustizia, di libertà e di uguaglianza.