A Bologna si è rischiato un nuovo caso Aldrovandi?

da https://contropiano.org

Stanotte, al parco Don Bosco di Bologna un ragazzo di 20 anni impegnato nei giorni scorsi nella difesa degli alberi del parco, è stato arrestato dai carabinieri per furto e resistenza a pubblico ufficiale. Ma la violenta dinamica dell’arresto sta suscitando denunce e polemiche in città, anche perché il ragazzo non era solo e ci sono diversi testimoni. Qualcuno ha evocato il rischio di un altro caso Aldrovandi, il ventenne di Ferrara morto a seguito del pestaggio subito dagli agenti durante un fermo per strada.

La pagina del collettivo bolognese Wu Ming scrive che “Dalle testimonianze di chi ha visto la scena, pare si siano accaniti non solo con il manganello, ma anche con taser e spray al peperoncino. Si parla di un polso  fratturato. È stato portato via in stato di incoscienza, tenuto per diverse ore nella caserma di via Agucchi”.

Il ragazzo è stato poi portato all’ospedale Maggiore, è in stato di arresto in attesa del processo e questa mattina è stato portato in Tribunale per essere processato per direttissima. Fuori dal Tribunale di via D’Azeglio si sono riunite centinaia di persone, studentesse e studenti delle scuole superiori per un presidio di solidarietà appena saputa la notizia.

Anche l’Osservatorio Repressione, che da anni segue vicenda simili a quanto accaduto questa notte a Bologna, riporta che “Un giovane è stato aggredito da 3 volanti dei carabinieri che dopo averlo inseguito lo hanno taserato 2 volte, e dopo avergli messo le manette e averlo portato lontano dai compagni lo hanno pestato di botte . Mentre era ammanettato, gli hanno spruzzato lo spray al peperoncino e lo hanno buttato a terra e hanno continuato a colpirlo fino a che non sanguinava e non respirava quasi. Nonostante  il polso slogato gli hanno torto le mani fino a farlo urlare. Hanno addirittura chiamato una quarta volante e solo dopo che ha perso conoscenza hanno chiamato un’ambulanza”.

Secondo alcuni testimoni i carabinieri si sono rifiutati di far passare un medico con la scusa che “stava arrivando l’ambulanza, non serviva un medico” nonostante il giovane facesse fatica a respirare, sanguinasse, non riuscisse a vedere più niente per lo spray gli avevano spruzzato e fosse a terra incosciente. Testimoni raccontano di  un carabiniere che ha  raccolto da terra un manganello spezzato.

“Questa notte – scrive il Comitato Besta che porta avanti la protesta al Don Bosco – al parco è successo un fatto gravissimo. Un ragazzo che frequenta il Don Bosco, ex studente delle Besta, è stato inseguito, su di lui è stato usato il taser due volte e lo spray al peperoncino, mentre era a terra è stato ancora picchiato e ammanettato. Questa mossa si inserisce in una logica di intimidazione che al parco ormai viviamo da giorni. Dietro la faccia “comprensiva” del sindaco e della giunta, vediamo le braccia e mani spezzate, i taser e i calci in faccia contro ragazzi giovanissimi. Siamo una comunità che difende un parco che ama, e per questo subiamo tutti una violenza che ci lascia sbigottiti ma a cui vogliamo rispondere uniti.”

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Bologna, Lepore, al centro di una durissima polemica politica cittadina per aver voluto procedere di forza alla demolizione del bosco della Besta difeso dagli attivisti. Per il sindaco si tratta di “Fare chiarezza immediatamente su quanto è successo questa notte nel parco Don Bosco nel cantiere delle scuole Besta ai danni di un manifestante. – ha detto Lepore – Circolano ricostruzioni gravi che se confermate sarebbero inaccettabili. Mi aspetto si faccia chiarezza su quanto è avvenuto. Da cantiere per la realizzazione di una scuola, il parco Don Bosco si è trasformato in un teatro di scontro che Bologna non merita”.

Ma al sindaco Lepore però non fa sconti Potere al Popolo bolognese che in un comunicato afferma: “L’asse Lepore-Piantedosi e la “linea dura della questura” si sono concretizzate questa notte. Un ragazzo è stato fermato violentemente al Parco Don Bosco dai carabinieri, secondo le prime testimonianze è stato usato due volte il taser e lo spray al peperoncino e sono state poste difficoltà d’accesso al personale medico”. 

In un altro passaggio e richiamandosi alle polemiche delle settimane precedenti Potere al Popolo sottolinea che: “Lepore ha firmato con Piantedosi il “patto per la sicurezza” garantendo la gestione poliziesca di ogni singolo problema politico e sociale in città. Quello che è successo questa notte è molto grave e ribadiamo che bisogna spezzare la logica del manganello e delle manette”. 

In città ancora non si sono spente le polemiche sulle cariche della polizia di due giorni fa per sgomberare il presidio degli attivisti che si opponevano al cantiere e al taglio degli alberi del parco.

Al parco don Bosco tra rami tagliati e transenne utilizzate a mò di barricate, rimane attivo il presidio degli attivisti, anche se oggi non c’è traccia né di operai né di Polizia. Una ventina di attivisti stanotte ha dormito nelle tende disposte sul prato, a ridosso dell’istituto scolastico che dovrà essere abbattuto.

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