Zjuganov: la Cina regala ricette vittoriose all’umanità

di http://aurorasito

Traduzione di Alessandro Lattanzio

La Cina è riuscita a evitare gli errori che portarono alla distruzione dell’URSS. Prosegue con fiducia e successo la costruzione del socialismo. I successi del Paese nella lotta a povertà e coronavirus, nel progresso scientifico e tecnologico sono di importanza mondiale. Dimostrano al mondo l’efficacia di un’economia pianificata centralmente il cui obiettivo è il benessere del popolo. E’ quanto afferma il Presidente del Comitato Centrale del KPRF Gennadij Zjuganov nell’intervista al Quotidiano del Popolo (Renmin Ribao).

– Quali pensi siano stati i motivi e gli eventi più importanti che portarono al crollo dell’Unione Sovietica?

Nella nostra analisi, noi comunisti siamo guidati dal materialismo dialettico. Pertanto, comprendiamo appieno che qualsiasi fenomeno, in particolare uno dalla portata del crollo dell’URSS, non può essere causato da una singola causa o cattiva volontà di una persona. Tutta una serie di fenomeni ed eventi furono al centro della peggiore catastrofe geopolitica del ventesimo secolo. Pertanto, si accumularono, intrecciarono e sovrapposero portando il nostro Paese a essere spinto sulla strada della grande tragedia. La distruzione dell’Unione Sovietica per opera dell’occidente e la controrivoluzione interna cambiò il volto non solo dello spazio eurasiatico, ma anche del mondo. Se distinguiamo i “punti di biforcazione” più importanti, il primo di essi è l’avvento al potere di Krusciov dopo la morte di Stalin. Da quel momento, la politica del Partito Comunista e dello Stato sovietico iniziò a fare sempre più errori e decisioni proattive. Si verificò una pericolosa deviazione dal marxismo-leninismo come teoria viva e creativa, che richiede una combinazione di principi saldi e sviluppo costante. Al vertice del Partito, l’obiettivo della costruzione comunista fu ridotto a contenuto primitivo, puramente utilitaristico: competizione materiale e tecnica coll’occidente. Nel fare ciò, purtroppo, molti fattori non furono presi in considerazione. Prima di tutto, si trattava delle vaste possibilità finanziarie ed economiche dell’imperialismo mondiale, che aveva saccheggiato il mondo per secoli. In secondo luogo, l’Unione Sovietica era in posizione molto difficile, perché dopo essere sopravvissuta alla guerra peggiore, avendo perso 27 milioni dei migliori figli e figlie della nostra patria, il Paese dovette sostenere l’onere di pesanti spese militari e della parità strategica con gli Stati Uniti. Terzo, fu un errore fondamentale dare la priorità al materiale rispetto allo spirituale. In effetti, un sistema di coordinate ingannevole iniziò a essere instillato nella mente di molti. Di conseguenza, il sistema socialista cominciò a perdere terreno col sistema capitalista agli occhi di alcuni cittadini sovietici.
Un’altra conseguenza di tale cambio di paradigma fu la rinascita della piccola borghesia, l’accaparramento e la priorità dei valori materiali. Ma l’Unione Sovietica aveva già cominciato a costruire il socialismo tra gli elementi pericolosi delle forze ed atteggiamenti piccolo-borghesi. E così, ovviamente, esisteva la possibilità del rapido ritorno. Tuttavia, sotto Stalin fu combattuto con successo. Lo combatterono con tutti i mezzi: istruzione, educazione, esempio personale dei dirigenti, politica ben congegnata dei quadri. L’enorme entusiasmo per l’industrializzazione e la vittoria nella seconda guerra mondiale dimostrarono che le vestigia borghesi potevano essere abbandonate con successo. A partire dagli anni Cinquanta, tuttavia, il processo andò nella direzione opposta. Un esempio negativo fu dato dallo stesso apparato di partito e statale, dove formalismo, carrierismo, burocrazia, campanilismo, intrigo cominciarono a proliferare sempre di più. La teoria marxista-leninista, che aveva un grande potenziale di sviluppo, iniziò ad essere usata solo come copertura, come guscio. Fu ridotta a slogan corretti ma formali e cliché morti. I nuovi leader del Paese e del partito ignorarono l’avvertimento di Stalin poco prima della morte. “ Devi fare i conti con lo sviluppo della teoria nel prossimo futuro. Possiamo commettere errori nell’economia, ma in qualche modo possiamo sistemare le cose. Se roviniamo la teoria, tutto andrà in pezzi. Senza teoria, siamo morti!”
Danni irreparabili al socialismo in URSS e al movimento comunista mondiale furono causati da eventi basati sulle decisioni di Krusciov. Il volontarismo di tali decisioni er talvolta di natura criminale. Il rapporto sul culto della personalità di Stalin, presentato ad arte ai delegati del XX Congresso del PCUS al di fuori dell’agenda approvata, occupa un posto speciale. Anche il forte deterioramento delle relazioni con la Cina giocò un ruolo estremamente negativo per il movimento comunista mondiale. Dopo il rovesciamento di Krusciov, molte iniziative dannose nella sfera economica nazionale furono ribaltate. Ma una serie di altre tendenze trovarono un’estensione. Persone estranee agli ideali comunisti iniziarono a entrare negli organi di governo del partito. Per un po’ mascherarono le loro vere opinioni e intenzioni con la retorica “corretta”. Tuttavia, dal 1985, mostrarono i loro veri volti. L’ascesa al potere di Gorbaciov segnò l’inizio della distruzione dell’Unione Sovietica. Col pretesto di slogan su accelerazione, perestrojka e glasnost, i nuovi governanti iniziarono a distruggere metodicamente tutti i pilastri chiave del sistema socialista: dall’economia all’ideologia. Tale processo culminò nella tragedia del 1991. I suoi tremendi echi si sentono ancora ovunque: dal conflitto militare in Donbas ai combattimenti in Palestina. Il KPRF svolse un’analisi approfondita delle cause che portarono alla distruzione dell’URSS. Sappiamo che un’elaborazione approfondita di questo argomento fu e viene svolta dai centri intellettuali in Cina. C’è qualcosa in questo fatto che può solo rallegrarci. È facile vedere che i comunisti cinesi sanno trarre lezioni dalla storia. Il PCC si sforza di evitare errori tragici e senza dubbio ci è riuscito. – Che impatto ebbe il crollo dell’Unione Sovietica sulla causa socialista nel mondo?
– Il crollo dell’URSS ebbe un impatto veramente globale. Ebbe l’effetto più negativo sul movimento comunista e operaio mondiale. La Russia è il Paese in cui vinse la prima rivoluzione socialista del mondo. E improvvisamente, questo Paese intraprese la strada del capitalismo! E successe nella versione più distruttiva, neoliberista. Ciò portò alla trasformazione effettiva di una superpotenza in un’appendice del sistema borghese mondiale. La deindustrializzazione, l’impoverimento della popolazione, l’emergere di una classe parassitaria di oligarchi e una mostruosa stratificazione sociale continuano a segnare fortemente la Russia. Anche nei Paesi dell’Europa orientale si verificarono controrivoluzioni portandone all’annessione al sistema capitalista. Avendo aderito a NATO ed Unione Europea, la maggior parte di tali Paesi ora serve interessi ed aspirazioni aggressive dell’élite finanziaria e politica di Washington e Bruxelles. Le basi militari sono schierate sui loro territori. Sono complici dell’invasione di Stati indipendenti. I loro governi sono colpevoli della distruzione della Jugoslavia e dell’indebolimento dello Stato in Afghanistan, Iraq e Libia. L’occidente si è schierato dalla parte dei gruppi terroristici reazionari che si nascondono dietro la bandiera dell’Islam per i propri interessi. La loro politica è totalmente intrecciata con le vergognose sanzioni alla Russia e ai tentativi di fare pressione su Cina ed altri Paesi. La distruzione dell’URSS e la crisi del movimento comunista internazionale liberarono le mani del capitale mondiale. In precedenza, era obbligato ad agire pensando al potere sovietico. Non osava oltrepassare certi limiti, pena un contraccolpo per il suo banditismo. Ora torna volentieri all’essenza originale: gangster, ladro e colonizzatore. Le prove sono abbondanti. Oltre ai sanguinosi interventi contro Jugoslavia, Iraq, Libia, tutti hanno visto fomentare conflitti in Siria e Yemen e colpi di Stato in Ucraina, Georgia e Bolivia. Abbiamo assistito a tentativi cinici di rovesciare governi legittimi in Venezuela e Bielorussia. Ultimamente, gli imperialisti si fregavano le mani sul conflitto azerbaigiano-armeno e sui nuovi sanguinosi scontri in Palestina. I globalisti cercano di costringere, attraverso sanzioni, pressioni e minacce, Cina, Russia, Cuba, Iran, Corea democratica ed altri Paesi a rinunciare alla loro politica indipendente.
La distruzione dell’URSS ebbe conseguenze drammatiche anche nel mondo capitalista. La disuguaglianza e la povertà sono in aumento nelle società occidentali. Il famoso “stato sociale” si erode. Le garanzie sociali sono ormai considerate dal capitale superflue. In passato, questa fu una concessione imposta ai lavoratori dalla grande borghesia di fronte la crescente popolarità delle idee comuniste. Oggi è possibile abbandonare tali concessioni, per “riprendere terreno”. Il grugno del capitalismo emerge sempre di più. La pandemia di coronavirus ha dimostrato che il sistema borghese è intrinsecamente antiumano. Tutto è subordinato ad esso a beneficio di un gruppetto di benestanti. Il mondo ne paga l’avidità, con malattie e morte, povertà, fame e sofferenza. E in ogni morte, in ogni dolore c’è una parte significativa del crimine commesso da tutti gli attori e le forze coinvolte nella distruzione infida dell’Unione Sovietica. Fortunatamente, la consapevolezza della drammaticità della situazione è sempre più condivisa. Le proteste contro i modelli neoliberisti sono in ascesa nel mondo. Cresce l’aspirazione al socialismo. I partiti e i movimenti di sinistra si rafforzano. È vero che il processo si svolge con velocità ed efficienza diverse nei vari Paesi. Il grado di maturità degli oppositori all’imperialismo varia notevolmente. Ma i cambiamenti quantitativi si accumulano. E porteranno inevitabilmente a cambiamenti qualitativi. I Paesi che scelgono il socialismo, soprattutto la Cina, giocano un ruolo importante in questo processo. Mostrano esempi di umanesimo ed efficienza economica e sociale. Dimostrano la possibilità di un percorso di sviluppo fondamentalmente diverso, fondata sulla tutela degli interessi dei lavoratori.

Quali lezioni dovremmo trarre dalla storia dell’URSS, che percorse la strada dalla passata grandezza al collasso territoriale?

– Russia sovietica, l’Unione Sovietica superò i 74 anni. Come avrete capito, è molto di più della “biografia” della Comune di Parigi, durata 72 giorni e strangolata dalle forze della reazione europea. Inoltre, questa prima esperienza della creazione di uno Stato proletario compie150 anni quest’anno. E i comunisti di tutti i Paesi ricordarono questo evento straordinario nella storia del mondo, quando i lavoratori parigini, come disse Karl Marx, osarono “prendere d’assalto il cielo”. La lezione più importante del Paese sovietico, secondo me, è che per la prima volta nella storia dell’umanità fu creato uno Stato del popolo lavoratore che non si basava sui principi: “la sopravvivenza del più forte” e” l’uomo è un lupo per un altro uomo”. Questo Stato fu fondato su giustizia e solidarietà, fraternità ed aiuto reciproco, creazione per il bene comune. La stessa comparsa frantumò il ragionamento astuto degli ideologi borghesi che sostenevano che i lavoratori ordinari erano incapaci di governare e che avevano bisogno di “guide” rappresentate dall’élite. Come osservò lo scrittore francese Henri Barbusse, l’emergere dello Stato sovietico fu “il fenomeno più grande e più bello della storia del mondo”. Questo condusse l’umanità in una nuova fase del proprio sviluppo. In effetti, nel Paese sovietico apparvero molti vantaggi come la giornata lavorativa di 8 ore, l’accesso universale all’istruzione e all’assistenza sanitaria, il lavoro e il congedo di maternità. Anche il diritto dei cittadini adulti di votare alle elezioni governative apparve in URSS. L’Unione Sovietica, e dopo di essa, altri Paesi socialisti dimostrarono le enormi possibilità insite nelle masse popolari. Si rivelarono davvero illimitati quando i lavoratori erano guidati da idee e ideali comunisti. In soli dieci anni, l’URSS raggiunse le potenze occidentali che accumularono ricchezza per secoli. Inoltre, il nostro Paese raggiunse questo obiettivo non saccheggiando colonie o sfruttando spietatamente i propri cittadini, ma con una pianificazione precisa, l’energia del lavoro comunista e l’entusiasmo di milioni di persone. Ciò aiutò l’Unione Sovietica ad affrontare un nemico potente e spietato, il fascismo, e quindi a ripristinare l’economia nazionale in tempi record.
Il raggiungimento della parità militare coll’occidente e, naturalmente, l’attuazione riuscita del nostro programma spaziale unico furono i risultati particolari del nostro Paese. Quest’anno, il KPRF ha celebrato il 60° anniversario del volo spaziale di Jurij Gagarin. Il successo dell’Unione Sovietica si basava su principi fondamentalmente nuovi che scossero il sistema capitalista mondiale. La situazione costrinse gli imperialisti a moderare i loro appetiti e a fare concessioni ai lavoratori. La prigione globale del colonialismo crollò. I popoli della Terra videro la prospettiva della liberazione nazionale e del progresso sociale. Tra questi, la Cina, il Paese più popoloso del pianeta. L’Unione Sovietica aiutò i comunisti cinesi nella lotta agli invasori giapponesi e i loro militaristi feudali. Fu l’URSS la prima a riconoscere la Repubblica popolare cinese e a fornirle un’assistenza significativa nella costruzione del socialismo.
La seconda lezione che dobbiamo imparare è il pericolo che i leader di un Paese socialista si separino dalle masse. Non appena decideranno di non far parte del popolo lavoratore ma di una casta privilegiata, una minaccia mortale incomberà sullo Stato proletario. La teoria si ossificherà e il partito si disintegrerà. Da mezzo per trasformare la società, diventerà strumento per raggiungere obiettivi personali. Il divario tra i “capi” e la gente comune si formerà e approfondirà. I lavoratori saranno inevitabilmente delusi dal socialismo. Aumenterà la “selezione negativa” nella politica del personale, che porrà in posizioni di responsabilità non specialisti esperti, competenti e onesti, ma mascalzoni che sapranno compiacere e infiltrarsi. Purtroppo, dal 1953, l’Unione Sovietica seguì tale strada, che ha portato alla sua scomparsa dalla scena storica. Tuttavia, è importante sottolineare che anche in questo caso, nonostante un numero crescente di errori e fallimenti, l’URSS continuò a mostrare un forte sviluppo. Tale dinamica della crescita non poteva essere immaginata dalle grandi potenze capitaliste. In quegli anni che i sostenitori di Gorbaciov chiamavano “stagnazione”, nel nostro Paese furono costruite migliaia di imprese, centrali elettriche e infrastrutture. Russia e Ucraina, così come altre repubbliche post-sovietiche, le conservano ancora. Il segreto di questi risultati impressionanti risiede nell’enorme potenziale creativo del socialismo. Questo potenziale può e va messo al servizio dell’umanità. È il modo di sviluppo socialista che può allontanare il mondo dall’orlo della distruzione e aprirgli un futuro veramente luminoso. I magnifici successi della Cina lo dimostrano con certezza. La Cina non ha rinunciato a costruire il socialismo e su questa base sempre più sorprende il mondo con i suoi successi. Sì, noi comunisti non abbiamo dubbi: il socialismo è il futuro. Oggi questo è un fatto confermato più volte. Ma per evitare ulteriori battute d’arresto, contrattempi e catastrofi, dobbiamo rafforzare la nostra ideologia sviluppando le scienze sociali e studiando a fondo il passato. E 70 anni di storia sovietica sono un periodo particolarmente significativo per tutti i comunisti.

  • Nel suo libro “Globalizzazione e destino dell’umanità “, c’è un capitolo intitolato “Il polo cinese”. Di cosa si tratta?
    – Sì, infatti, in questo libro, pubblicato nel 2002, pensavo che fosse di fondamentale importanza prestare un’attenzione particolare alla Cina. Al tempo, due decenni fa, molti, anche in Russia, erano sotto l’incantesimo delle idee espresse da Francis Fukuyama nel suo libro The End of History. Credevano che dopo la distruzione dell’Unione Sovietica, il capitalismo liberale avesse ottenuto la vittoria completa e definitiva. A molti sembrò che le società avrebbero prima o poi seguito la “via principale della civiltà”, la via capitalista. Nei miei articoli, libri e discorsi, io, come i miei compagni, sottolineai l’assoluta futilità di tali affermazioni affrettate e fondamentalmente scorrette. La vendetta temporanea del capitalismo a cavallo del secolo non è in alcun modo una questione di libera e democratica scelta dei popoli. Non corrispondeva affatto alle loro reali aspirazioni e desideri. Al contrario, il sistema neoliberista fu imposto artificialmente, con menzogne, manipolazione della coscienza e persino mera violenza. La correttezza di tali affermazioni è facilmente verificabile sull’esempio dei più importanti indicatori socio-economici. È nel 1991 che il numero di persone affamate nel mondo, private dell’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione, ricominciò ad aumentare. Le disuguaglianze iniziarono a crescere drammaticamente. E questo, sia tra i Paesi del “miliardo d’oro” e del mondo in via di sviluppo, sia negli Stati capitalisti. Divenne subito chiaro che le contraddizioni al centro del sistema borghese furono temporaneamente offuscate nel ventesimo secolo, ma non scomparirono. L’essenza aggressiva dell’imperialismo rimase immutata. È passato a una nuova fase, del globalismo, in cui tutti gli aspetti distruttivi e antiumani si acuirono. Le potenti multinazionali presero il centro della scena, portando interi Stati sotto il loro controllo. Sono i loro interessi serviti dall’apparato militare e di polizia nordamericano e dal forza del blocco aggressivo della NATO.
    Nell’analizzare tali processi, ritenevo necessario prestare particolare attenzione alla Cina. Per me era ovvio che il desiderio del capitale globale di un mondo unipolare, la Pax Americana, si sarebbe inevitabilmente scontrato con la crescente potenza della RPC. Il libro sottolineò che per gran parte della sua lunga storia, la Cina fu una potenza globale. Fino all’inizio del XVII secolo, il vostro Paese era classificato tra i primi al mondo per produttività e tenore di vita. Anche i più ardenti sostenitori della supremazia occidentale, se sanno qualcosa della storia umana, dovrebbero ammetterlo. Pertanto, il declino della Cina dopo le guerre dell’oppio e la sua trasformazione in semi-colonia delle potenze straniere dovrebbero essere visti solo come episodio fugace nella storia millenaria. Gli eventi degli ultimi quarant’anni lo dimostrano. Dopo aver annunciato la politica di riforme e apertura, le autorità cinesi diedero al Paese un rapido sviluppo, concretizzatosi in vera svolta scientifica, tecnologica e industriale. “Il ritmo dello sviluppo economico del Paese consente oggi di prevedere che nei prossimi due decenni la Cina divento una potenza pari agli Stati Uniti per forza globale… La Cina è sempre più influente negli affari mondiali. La direzione della sua crescente potenza nei prossimi decenni deciderà il quadro generale del mondo del 21° secolo”, questa è una citazione diretta dal mio libro, che indicava nella sua domanda. E ora i 20 anni citati in esso sono passati. Posso dire con orgoglio che le mie previsioni del 2002 si sono avverate. Allo stesso tempo, notai che la Cina deve affrontare una serie di problemi molto difficili. Il mantenimento di alti tassi di crescita, stabilità politica, indipendenza energetica e alimentare e riduzione della povertà dipendeva in larga misura dalla loro risoluzione. A distanza di vent’anni, possiamo dire che Pechino ha superato con successo tali minacce. Importanti passi intrapresi dal Partito Comunista Cinese sotto la guida di Xi Jinping l’hanno permesso. Negli ultimi anni, il PCC ha compiuto seri passi avanti nell’epurare il Partito dagli indesiderati. Molti problemi sul miglioramento della disciplina furono risolti. I criteri di sviluppo economico furono rivisti, dando priorità alle industrie ad alta tecnologia e all’ambiente. Il vero trionfo della Cina fu il successo della lotta contro il coronavirus e l’eliminazione completa della povertà estrema. Infine, la globalizzazione e il destino dell’umanità indicano che la Russia dovrà preoccuparsi seriamente nel garantire il massimo le relazioni amichevoli, di fatto l’alleanza, col grande vicino. Come affermato nel libro: “Oggi sembra una cosa realizzabile. La situazione nel mondo è tale che numerosi fattori oggettivi favoriscono il riavvicinamento russo-cinese”. In questi anni, il KPRF ha compiuto tutti gli sforzi possibili per rafforzare e sviluppare i legami tra Russia e Cina. Possiamo dire con orgoglio che questo obiettivo è stato ampiamente raggiunto. Le relazioni Pechino-Mosca hanno raggiunto la partnership strategica e continuano a svilupparsi a un ritmo crescente. La cosa più importante è che soddisfi pienamente gli interessi delle nostre nazioni e del mondo.

Quale esperienza può dare alla prassi del KPRF la via del socialismo con specificità cinese?

– Anche i fondatori del comunismo scientifico, Karl Marx e Friedrich Engels, notarono il particolare pericolo del dogmatismo. Priva la teoria del suo contenuto vivo, trasforma le disposizioni certe in conclusioni rigide applicate senza tener conto delle condizioni specifiche della vita. I fondatori del marxismo si opposero alla proclamazione di sistemi pronti adatti a tutte le società e a tutti i tempi. Come osservò Lenin, il marxismo esige “di impedire la trasformazione della scienza in dogma nel senso peggiore della parola, in qualcosa di morto, fisso, rigido”. A differenza del dogmatismo, i classici del marxismo-leninismo si affidarono alla dialettica che rifiuta le “verità assolute” e mostra la natura storicamente transitoria delle forme di vita sociale. L’approccio dialettico richiede considerazione per l’interrelazione dei fenomeni, la loro natura contraddittoria e mutevole. Sulla base di questo approccio, i marxisti combatterono l’opportunismo di destra e di “sinistra”. Insegnarono ai compagni ad applicare creativamente il marxismo alle condizioni specifiche dei loro Paesi. Lenin imparò bene queste lezioni. Ciò si rifletteva nello sviluppo della teoria dell’imperialismo. Mostrando il forte aggravamento delle contraddizioni del capitalismo in questa fase, dimostrò che la rivoluzione socialista potrà inizialmente trionfare in pochi Paesi capitalisti o addirittura in uno solo. Un esempio delle possibilità creative della teoria marxista fu la Nuova Politica Economica (NEP), la cui proclamazione quest’anno compie 100 anni. L’abbandono della dialettica a favore del dogmatismo fu un fattore importante nella distruzione dell’Unione Sovietica. A quanto pare, anche il Partito Comunista Cinese non sfuggì ad errori occasionali nella sua storia centenaria. Alla fine, tuttavia, il PCC comprese in tempo il pericolo che la teoria diventasse obsoleta, scollegata dalla realtà. Ciò portò alla politica di riforma ed apertura dallo sviluppo del concetto di socialismo con caratteristiche cinesi. Il grande merito di ciò va a Deng Xiaoping.
Nel 12° Congresso del Partito Comunista Cinese, osservò la necessità di coniugare i principi universali del marxismo con le realtà specifiche del Paese. Poi ci fu una spiegazione più dettagliata di questa idea. Come affermato in uno dei forum del Partito, bisogna “ lasciarsi guidare dal marxismo, considerare la prassi come unico criterio di verità, liberare il pensiero, proclamare un approccio pragmatico, rispettare lo spirito creativo delle masse e costruire il socialismo con la specificità cinese ”. Ciò consentì alla Cina di compiere notevoli progressi, di diventare una potenza dinamica in via di sviluppo, attore di primo piano nella politica internazionale. È con grande soddisfazione che osservo oggi come gli attuali leader cinesi abbracciano il ricco patrimonio teorico e continuano ad applicare le idee comuniste nella prassi. Ne sono esempi i concetti di socialismo con caratteristiche cinesi nella nuova era, la comunità dell’unico destino per l’umanità, la doppia circolazione e altri sviluppi promettenti. Una risposta sensibile alle tendenze del mondo che cambia consente alla Cina di superare le sfide più formidabili, di rimanere il motore dello sviluppo economico globale e continente di stabilità. È un esempio eccellente e istruttivo per il KPRF e i comunisti del mondo. Dimostra l’importanza dell’approccio creativo alla teoria e alla prassi della costruzione socialista. Non a caso il nostro Partito fa costantemente riferimento all’esperienza della Cina nei suoi documenti politici, congressi e plenum del Comitato Centrale. Basandoci, tra l’altro, sulla nostra pratica quotidiana, concludiamo fermamente che il comunismo non è “il giorno di ieri”, come cercano di convincere i propagandisti borghesi, ma il futuro dell’umanità.

Gennadij Andreievitch, Lei ha avuto molti incontri con Xi Jinping, Segretario Generale del Comitato Centrale del PCC. Può descrivere questi incontri?
– La sua domanda mi permette di ricordare le parole di un osservatore straordinario come Antoine de Saint-Exupéry. Diceva: ” L’unico vero lusso è il lusso del contatto umano”. Gli incontri col compagno Xi Jinping mi hanno sempre riempito di emozione, pensieri interessanti e moltiplicato le forze. Come si suol dire, mi hanno dato speranza e ottimismo. Durante la mia vita, sono stato in contatto con molte persone. Tra loro c’erano scienziati famosi, politici di spicco, grandi pensatori da diversi Paesi. Ho visitato 80 Paesi e lavorato al Consiglio d’Europa per 20 anni, ma essere nel suo grande e bellissimo Paese, incontrare e parlare con Xi Jinping era speciale. Il primo di questi incontri fu Shanghai, molto prima che salisse alla leadership nazionale. Poi ci furono delle conversazioni importanti e interessanti durante la visita di Xi Jinping in Russia nel 2010 e all’Expo mondiale in Cina. Furono seguite da visite nel nostro Paese in qualità di Presidente della Repubblica Popolare Cinese. Ognuno di questi incontri fu per me un evento importante e memorabile. E non solo perché amo a lungo e sinceramente la Cina. Ciò è dovuto anche alla personalità del leader comunista cinese, persona molto colta, con conoscenze ampie e che conosce molto bene i suoi interlocutori. Qualunque siano gli argomenti di discussione, siano essi attualità della politica contemporanea e dell’economia mondiale, eventi storici o fenomeni culturali, l’intelletto del compagno Xi Jinping, la sua profonda comprensione di questioni complesse e la sua intelligenza naturale sono evidenti. A ciò si aggiunge un acuto senso della conversazione che lo rende simpatico a tutti.

Cosa l’ha colpito di più del Segretario Generale del Comitato Centrale del PCC, Xi Jinping?

– Xi Jinping è senza dubbio una personalità poliedrica. Le discussioni con lui sono entusiasmanti dal primo all’ultimo minuto. Ti permettono di pensare a tutto e, allo stesso tempo, forniscono risposte a molte domande. In occidente, le persone di successo vengono spesso definite “uomini fattisi da sé”. Parliamo di persone che hanno ottenuto tutto da sé, dalle proprie conoscenza e volontà. Possiamo applicare questa formula a Xi Jinping? Non è una domanda semplice. Pensiamoci insieme. Certo, ogni comunista, sempre e in ogni Paese, vive e cresce con il suo partito, col suo popolo. E l’attuale talentuoso leader dei comunisti cinesi non fa eccezione. Ma c’è un altro lato. Senza la sua tenacia, il suo coraggio e la sua volontà, senza la continua ricerca della conoscenza e grande perseveranza, non avrebbe superato le dure prove che colpirono lui stesso e i suoi genitori negli anni della “rivoluzione culturale”. Senza i suoi sforzi personali, non avrebbe ricevuto una buona istruzione, né avrebbe attraversato le fasi del sistema di governo di un vasto Paese, dal vicesegretario del comitato distrettuale del PCC a Segretario generale del Comitato centrale del partito. Tuttavia, come ha più volte sottolineato lo stesso Xi Jinping, da solo non avrebbe potuto ottenere nulla. Aveva compagni al suo fianco, che gli davano una mano quando necessario. Al suo fianco c’era un partito che, nonostante molte difficoltà ed errori esprimeva con fermezza gli interessi dei lavoratori cinesi. Al suo fianco c’è anche l’ideologia marxista-leninista, che aiuta a comprendere i fenomeni mondiali e mostra la via da seguire per risolvere problemi secolari. Infine, c’era la gente comune. Fin dalla tenera età, Xi Jinping prese a cuore i loro bisogni, aspirazioni e speranze. Da allora, l’attuale governante cinese ha misurato ogni passo, ogni decisione rispetto ai benefici che porta ai lavoratori, a coloro le cui menti e talenti creano i valori più importanti del mondo.
Il profondo amore di Xi Jinping per la sua patria e il suo popolo era evidente nelle nostre discussioni. Tutto ciò che disse fu in definitiva determinato dal fatto che fosse un bene per l’uomo comune. Le sue azioni in posizioni di dirigenza etano subordinate a questo obiettivo. Al 19° Congresso del PCC, Xi Jinping dichiarò inequivocabilmente: “ Mantenere fermamente la posizione che “il popolo è al centro”. Il popolo è il creatore della storia e la forza principale che determina prospettive e destino del Partito e dello Stato. Dobbiamo mantenere lo status del popolo come soggetto e mantenere la posizione che il partito fu creato per il bene comune ed è al potere per il popolo. Dobbiamo mettere in pratica l’obiettivo fondamentale del Partito, che è al servizio disinteressato del popolo, e le attività a tutti i livelli di governo vanno permeate dalla linea di massa del Partito. Faremo del sogno del popolo di una vita buona l’obiettivo della lotta e raggiungeremo i grandi obiettivi storici affidandoci al popolo”. Il rispetto e l’amore del popolo, la sottomissione della sua vita, con tutte le sue forze al bene dell’uomo comune, è l’impressione principale che dà il compagno Xi Jinping. “Un uomo nato dal popolo, inseparabile dal popolo”, questa è l’affermazione che, a mio avviso, caratterizza esattamente e chiaramente la personalità del nostro grande amico e uomo di cuore.

Come valuta il ruolo e l’importanza degli scambi e dell’amicizia tra i leader del PCC e del KPRF nel promuovere la cooperazione tra i due partiti e migliorare la prosperità dei popoli dei due Paesi?
– KPRF e Partito Comunista Cinese instaurarono un rapporto di forte amicizia e proficua collaborazione. Ciò è spiegato dalla piattaforma ideologica comune e da compiti simili. I comunisti di Cina e Russia lavorano a beneficio dei lavoratori e comprendono che lo sviluppo integrale dell’individuo e della società umana è possibile solo nel quadro del sistema socialista. Inoltre, KPRF e PCC conoscono il pericolo del mondo unipolare e dell’espansione imperialista attraverso cui il capitale cerca di mantenere e perpetuare la sua egemonia, il suo dominio. L’unità di intenti crea una solida base per l’approfondimento dei legami interpartitici tra i comunisti di Cina e Russia. Gli scambi e gli incontri diretti vi contribuiscono. Nel dicembre 2019, una delegazione del KPRF visitò la Cina. Il principale risultato di questo viaggio fu la conclusione di un protocollo di cooperazione per un nuovo mandato, fino al 2024. Prevede la continuazione di stretti contatti tra i partiti, con la regolare mutua informazione sulle attività del PCC e KPRF, riunioni di eventi congiunti, organizzazione di seminari teorici, scambio di deleghe e lotta alle falsificazioni della storia. Nell’ambito della visita si svolsero proficui colloqui coi rappresentanti di diversi dipartimenti del Comitato Centrale del PCC. Importanti colloqui si ebbero con Sun Tao, capo del dipartimento internazionale del Comitato Centrale del Partito comunista cinese, Zhao Leji, del Comitato Permanente del Politburo del Comitato Centrale del PCC, Segretario della Commissione centrale di Ispezione disciplinare del PCC e leader della Comitato del Partito della provincia di Henan. Un punto importante del nostro viaggio fu la visita alla Scuola Centrale del Comitato Centrale del PCC, con cui il nostro Partito ha collaborato a lungo.
Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia di coronavirus, i nostri partiti mantennero un dialogo continuo. Ciò fu facilitato dall’importante lavoro degli anni precedenti. Ad esempio, in Cina furono formati più di cento giovani leader del nostro partito, provenienti da diverse regioni della Russia. Tra loro ci sono deputati a diversi livelli, giornalisti di partito e rappresentanti della Lega dei Giovani Comunisti Leninisti. I nostri eventi congiunti dedicati al 70° anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica e alla sconfitta del Giappone militarista, al 100° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre e al 200° anniversario di Karl Marx, produssero risultati magnifici. Nell’ultimo anno e mezzo, il mio vice Dmitrij Novikov ripetutamente informò in videoconferenza i dirigenti del Partito Comunista Cinese sul lavoro del nostro Partito, su richiesta del Presidium del Comitato Centrale del KPRF. Spero che quando le attuali difficoltà saranno finite, potremo incontrarci ancora più spesso. Vorrei sottolineare che i legami interpartitici tra KPRF e PCC contribuiscono a rafforzare le relazioni interstatali sino-russe. Dalla rinascita del partito, i comunisti furono l’unica grande forza in Russia a sostenere il rafforzamento complessivo della cooperazione tra Mosca e Pechino. Abbiamo sempre insistito sulla formazione di un polo geopolitico che si opponga alle aspirazioni egemoniche delle forze del capitale mondiale guidate dagli Stati Uniti. A tal fine, i deputati comunisti avviarono e sostennero progetti di legge volti ad avvicinare i nostri due Paesi. Si tratta di progetti economici e infrastrutturali comuni, di cooperazione tecnico-militare e riavvicinamento umanitario e culturale. Siamo convinti che il partenariato strategico tra Russia e Cina sia nell’interesse di entrambi i popoli e contribuisca a costruire un sistema di relazioni internazionali eque. Combinando potenzialità e risorse, possiamo garantire crescita e prosperità ai nostri due Paesi e proteggere la loro sovranità. Allo stesso tempo, abbiamo un importante vantaggio morale e politico: intendiamo farlo senza ledere gli interessi degli altri popoli della Terra.

Secondo Lei, che ruolo giocano i contatti tra partiti nel creare una comunità umana dal destino condiviso?

– Come marxisti, sappiamo che la prassi è un mezzo cruciale per controllare la conoscenza. Mette alla prova la validità delle nostre conclusioni sui fenomeni e serve come criterio per la veridicità delle nostre idee sulla realtà oggettiva. “ La questione se il pensiero umano abbia una verità soggettiva non è affatto questione di teoria, ma pratica”, scriveva Karl Marx. Questo si può dire di qualsiasi idea e qualsiasi concetto. La vita stessa li mette alla prova della verità. E questo test è meglio farlo nelle circostanze estreme della crisi. La pandemia di coronavirus mise tutti sotto controllo. Il neoliberismo ha completamente fallito e lo vediamo molto bene. Lo vediamo nel crollo dei sistemi sanitari, anche nei Paesi più ricchi. Siamo anche obbligati a vedere qui la triste ed abbastanza evidente crescita di povertà e disuguaglianza. Il concetto di comunità dall’unico destino dell’umanità è un’altra questione. Dopo averlo presentato per la prima volta nel 2013, i leader cinesi, guidati da Xi Jinping notaronno i pericoli della versione della globalizzazione promossa dai Paesi capitalisti occidentali sotto l’egida di Washington. Fu notato che questo sistema imperialista è costruito su disuguaglianza ed ingiustizia. Subordina miliardi di lavoratori nel mondo agli interessi di un gruppo di capitalisti. Di conseguenza, la maggior parte degli abitanti del pianeta non ha accesso agli elementi essenziali della vita. Non hanno cibo normale e acqua pulita, medicina accessibile od alcuna istruzione. Al contrario, la Cina ha proposto principi di relazioni internazionali completamente diversi. Non si basano su sfruttamento, rivalità o aggravamento delle disuguaglianze, ma su uguaglianza, amicizia e cooperazione per il bene comune. Come Xi Jinping ripetutamente sottolinea, è necessario abbandonare risolutamente la mentalità da Guerra Fredda e la politica di potenza. È tempo di iniziare a costruire relazioni internazionali non sul confronto e la formazione di blocchi aggressivi, ma su dialogo, partenariato e rispetto reciproco. Inoltre, l’obiettivo principale dell’umanità dovrà essere raggiungere il bene comune. “La sicurezza di un Paese non può essere ottenuta a spese dell’insicurezza di altri Paesi… Dobbiamo… creare un’architettura di sicurezza caratterizzata da equità, giustizia, costruzione e condivisione. Bisogna costruire un mondo senza povertà e prosperità condivisa. Dobbiamo portare avanti la globalizzazione economica caratterizzata da apertura, inclusione, equilibrio e vantaggio per tutti, creare condizioni favorevoli per lo sviluppo congiunto di tutta l’umanità e promuovere congiuntamente sviluppo e prosperità dei vari Paesi del mondo”, affermava Xi Jinping.
La crisi economica globale e la pandemia di coronavirus hanno mostrato quanto sia corretta la strategia della leadership cinese, che consiste nel superare disastri e cataclismi cogli sforzi congiunti di tutti i popoli e le nazioni. Quante vite si sarebbero state salvate se i Paesi avessero seguito il concetto di comunità dell’umanità dall’unico destino! Assistiamo invece a fenomeni atroci quanto la disuguaglianza, anche nella distribuzione dei vaccini. In alcuni Paesi poveri la vaccinazione non è nemmeno iniziata, condannando gli abitanti a ulteriori perdite di vite umane. È sempre più urgente il compito di sostituire i principi esistenti, ingiusti e perniciosi, delle relazioni internazionali con altri. Il concetto di comunità dall’unico destino dell’umanità può essere una buona tabella di marcia a tal fine. Il ruolo principale nella sua promozione sarà svolto dalle forze progressiste del pianeta, compresi i partiti comunisti del mondo. Il Partito Comunista accoglie queste idee in Russia in ogni modo possibile, rivelandone l’essenza e il potenziale creativo. I materiali pertinenti vengono regolarmente pubblicati dai media del nostro partito, menzionati nei discorsi dei deputati del KPRF e utilizzati da ricerca scientifica, discussioni intellettuali e valutazioni di esperti. Riteniamo necessario intensificare questi sforzi in stretto coordinamento coi nostri compagni cinesi. Questi possono essere eventi congiunti: forum politici e sociali, conferenze scientifiche e pratiche, ricerche collettive e rapporti analitici. Questo è il compito che storia ed interessi di tutta l’umanità ci impongono.

Come valuta le idee di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi della nuova era?
– Nella mia profonda convinzione, queste idee sono un eccellente esempio dello sviluppo creativo della teoria comunista. E questo sviluppo avviene in relazione alla soluzione di un grande problema pratico. Consente alla Cina di andare avanti, di raggiungere gli obiettivi della grande rinascita della nazione cinese. Come il concetto di socialismo con caratteristiche cinesi sviluppato da Deng Xiaoping, queste idee hanno l’obiettivo finale di costruire un Paese socialista potente, moderno e armonioso. Allo stesso tempo, mettono in luce le contraddizioni più importanti della società cinese nella nuova era. Da un lato vi sono le crescenti esigenze del popolo di migliorare la propria vita, dall’altro disuguaglianza e incompletezza dello sviluppo. Il PCC è impegnato a risolvere questa contraddizione attuando i suoi ambiziosi piani. Allo stesso tempo, gli amici della Cina sono ben consapevoli che vanno attuati nel contesto dei grandi cambiamenti della situazione internazionale e dei grandi cambiamenti che apporta la Cina stessa. Le idee destinate a formare la base teorica della risposta fiduciosa della Cina alle sfide della modernità poggiano sulle disposizioni del marxismo-leninismo e l’eredità teorica di Mao Zedong e Deng Xiaoping. Il PCC abilmente combina questi fondamenti di principio delle sue attività con la prassi. Vanno ricordate le parole di Stalin: “C’è un marxismo dogmatico e uno creativo. Mi metto sul terreno di quest’ultimo”. Lo stesso si può dire dei comunisti cinesi guidati da Xi Jinping.
Il socialismo con caratteristiche cinesi nella nuova era si basa su diversi principi. Prima di tutto, si tratta del ruolo guida del Partito Comunista. Come affermato, il PCC è la forza dominante suprema. La sua importanza crescerà man mano che il socialismo si modernizza. A sua volta richiede la costruzione di un partito competente e lotta spietata a fenomeni pericolosi come corruzione, edonismo e distacco dal popolo. La creazione di un ordinamento giuridico adeguato alle esigenze del tempo, il rafforzamento delle forze armate e la costruzione di un nuovo tipo di relazioni internazionali basate sul concetto di comunità dall’unico destino per l’umanità sono anche principi importanti per lo sviluppo del Paese. In generale, Xi Jinping definiva le idee del socialismo con caratteristiche cinesi della nuova era come “ l’epitome dell’esperienza pratica e della saggezza collettiva del Partito e del popolo, componente importante del sistema teorico del socialismo con caratteristiche cinesi. Guida per il Partito e il popolo nell’attuare la grande rinascita della nazione cinese”. I cittadini di molti Paesi sono da tempo abituati al fatto che proclamare anche il programma più importante non significa necessariamente la sua attuazione. I sistemi politici borghesi sembrano orgogliosi delle loro “ricche tradizioni democratiche”. Ma guardate come sono in pratica. I politici passano costantemente da un partito all’altro. Gli stessi partiti borghesi dimenticano le promesse subito dopo le elezioni. E i ministri non hanno fretta di attuare i programmi elettorali delle forze politiche che li hanno messi “in orbita”. Non è quindi bene che i Paesi occidentali insegnino ad altri democrazia e diritti umani. Al contrario, farebbero bene a imparare dalle autorità cinesi come le parole possono tradursi in buone azioni. I risultati concreti della Cina in un’ampia gamma di settori economici, scientifici, tecnologici, benessere sociale e riduzione della povertà sono piuttosto evidenti. Questi convincenti successi sono il miglior esempio dell’adempimento degli impegni del Partito nei confronti del popolo.

Gennadij Andreevich, ha letto il libro “Xi Jinping sul Governo”? Come giudica questo libro?
– Devo ammettere che ho una grande biblioteca personale, che ho raccolto per tutta la vita. E, naturalmente, ho i miei libri, autori e opere preferiti. Come sapete, la letteratura russa ha dato al mondo molti grandi nomi. Pushkin, Lermontov, Tolstoj, Turgenev, Sholokhov: questi sono autori straordinari. Tali dati farebbero onore a qualsiasi letteratura nazionale. Grandi talenti, vere pepite russe, hanno creato opere entrate nel tesoro culturale dell’umanità. La letteratura è cibo per l’anima. È quindi molto importante che accanto ai libri ci siano aiutanti, consiglieri e amici. È necessario tenerli “a portata di mano” in modo da poter sempre parlavi in caso di necessità. Questa serie di libri fu ampliata molto tempo fa dalla pubblicazione del Presidente della Repubblica Popolare Cinese “Sull’Amministrazione”. Poi arrivarono il secondo e il terzo volume dell’opera. In modo del tutto naturale, catturarono la mia attenzione e dei miei compagni. È molto importante che i nostri compagni cinesi traducano queste opere in russo. Tramite l’Ambasciata cinese in Russia, abbiamo anche richiesto un’edizione speciale del libro per farne conoscere il contenuto ai nostri attivisti di partito, deputati della Duma di Stato e rappresentanti dei media. Questo libro espone le opinioni fondamentali di Xi Jinping sul sistema di amministrazione statale. Inoltre, esplora una vasta gamma di sfide che la Cina deve affrontare, tra cui costruzione dei partiti, sviluppo economico, relazioni internazionali, cultura ed ecologia. Nonostante l’ampiezza degli argomenti trattati, il libro è intriso dell’idea centrale che percorre tutte le pagine. Questa idea è la realizzazione del sogno cinese della grande rinascita della nazione cinese. A sua volta, il cuore del sogno cinese e far bene al popolo. Il libro sottolinea che la disuguaglianza è la radice di tutti i mali. Lo scopo del sogno cinese è portare felicità al popolo cinese. La prosperità per tutti è il principio centrale del socialismo cinese. Personalmente, sono convinto che su questa base la Cina riuscirà a superare le difficoltà che si presentano. La Cina affronterà anche minacce esterne, la cui ragione risiede nella volontà delle forze reazionarie di rallentare lo sviluppo della potenza socialista.
Molti dei valori di cui parla Xi Jinping sono applicabili a tutti i Paesi. Pertanto, il contenuto del suo libro va oltre la Cina. Il benessere dei lavoratori, la protezione dei loro diritti, la creazione di opportunità per lo sviluppo armonioso in tutti i campi: questo è ciò a cui aspirano i comunisti di tutto il mondo. A questo proposito, il libro del presidente della RPC è del massimo interesse per noi comunisti russi. Va sottolineato che Xi Jinping non solo elenca gli obiettivi che la Cina ha di fronte, ma analizza nel dettaglio i mezzi per raggiungerli. I lettori di tutto il mondo, e il libro è stato tradotto in molte lingue, possono conoscere il socialismo con specificità cinese nella nuova era, il concetto di comunità dal destino unico dell’umanità, la strategia Fascia e Via”. In altre parole, Sul Govero è una finestra sulla Cina. Infrange molti miti che gli oppositori della potenza emergente della Cina inventano. Uno di questi riguarda la “natura espansionistica” della politica estera cinese. Questa tesi è un tentativo malvagio di ingannare le persone. Al contrario, la Cina sostiene il dialogo paritario con tutti i Paesi del mondo e rifiuta disuguaglianze e relazioni di potenza. Il libro del Presidente della Repubblica Popolare Cinese lo dimostra con numerosi esempi. Vorrei ribadire che il primo volume dell’opera di Xi Jinping fu pubblicato nel 2014. Sette anni bastano ad apprezzare la sincerità dell’autore, le sue intenzioni nel dialogo coi lettori. Molti obiettivi che si era prefissato nel primo volume sono stati raggiunti con successo. E soprattutto si tratta della vittoria totale sulla povertà estrema. Così, Sul Governo è un dialogo franco e approfondito tra l’autore e il lettore sulla Cina moderna, i suoi sogni e successi.

Ha visitato la Cina diverse volte. Quali sono le sue impressioni e valutazioni sullo sviluppo della Cina e sui cambiamenti in atto?

– Ho avuto la possibilità di osservare coi miei occhi come cambia la Cina. Ho iniziato a visitare regolarmente il Paese negli anni ’80. C’erano molte prove che la Cina avesse molti problemi irrisolti. Il livello di povertà era alto. C’era enorme carenza di infrastrutture. Mi colpì però la fiducia di chi incontravo, dagli operai ai responsabili provinciali e dipartimentali del Comitato Centrale del PCC, nella possibilità di raggiungere i propri obiettivi. Questa convinzione nella possibilità di costruire un Paese prospero e potente mi ricordò l’entusiasmo dei cittadini sovietici durante la modernizzazione leninista-stalinista. Costruirono la centrale idroelettrica del Dnepr, Magnitka e altri giganti dei primi piani quinquennali, difesero la patria dalle orde naziste, ricostruito città e villaggi in rovina. Nel complesso, questo è un fenomeno lungi dall’essere limitato a somiglianze esterne. Come il popolo sovietico, il popolo cinese è ispirato dalla grande idea comunista. Sanno che prove e difficoltà temporanee sono giustificate, poiché costruiscono le basi del socialismo, di una società senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Possono essere tranquilli che i frutti del loro lavoro andranno a beneficio dei figli, nipoti e pronipoti, non a un pugno di oppressori. Le successive visite in Cina confermarono i miei sentimenti. Vidi costruire intere città, autostrade e linee ferroviarie ad alta velocità. Potevo guardare fabbriche ed enormi terminal marittimi svilupparsi. Osservai con soddisfazione la rapida crescita della prosperità della nazione. Letteralmente sotto i miei occhi, la Cina era diventata prima l’officina del mondo, poi la prima potenza economica, il motore dello sviluppo globale.
Gli ultimi anni sono ancora più interessanti. Ci sono sempre più cambiamenti qualitativi in Cina. Mentre prima ci si concentrava sui settori tradizionali, oggi ci si imbarca coraggiosamente nelle tecnologie avanzate. Ciò è dovuto a una nuova generazione di leader cinesi guidati da Xi Jinping. Si è posta l’obiettivo di liberarsi dalla dipendenza scientifica e tecnologica del Paese dai principali Stati capitalisti. La Cina è pronta a diventare leader nelle industrie ad alta tecnologia come microelettronica, industria spaziale, biotecnologia e molte altre. Sembra che debba abituarmi ai notevoli risultati e record della Cina per molto. Ma non mi stancherò mai di essere sorpreso da sempre più notizie sulle scoperte della Cina. Il primo rover cinese Zhujun è atterrato con successo sulla superficie del Pianeta Rosso e da lì invia immagini. Il prossimo passo è la creazione della stazione spaziale cinese. Il suo modulo base fu messo in orbita ad aprile e le operazioni dovrebbero iniziare il prossimo anno. L’inizio del 14° Piano quinquennale, ne sono certo, porterà a risultati maggiori. Come disse Xi Jinping, il Partito ora si concentra sui problemi del popolo in modo che tutti sentano il cambiamento in meglio. Questo è il segreto del successo della Cina: il Paese lavora per l’uomo comune e ogni persona lavora per la società. La realizzazione di questo principio offre al suo Paese un futuro davvero grandioso.
La Cina moderna offre all’umanità ricette affidabili per uno sviluppo rapido e sostenibile, ottenere le maggiori vittorie. Sono sicuro che il popolo cinese sorprenderà il mondo con risultati unici sotto la bandiera rossa del socialismo. Auguro sinceramente al PCC nuovi e notevoli successi nel suo prossimo secolo di vita e attività!