di Maria Morigi
Pechino con fermezza e metodo si difende dalle accuse di violare i Diritti Umani in Xinjiang. A scadenza mensile, infatti, sono convocate conferenze dove figure istituzionali ed esperti, con il contributo di testimonianze dirette di operatori e lavoratori, fanno il punto della situazione davanti ad una platea di osservatori e agenzie estere. Ben consapevole che le sessioni in cui si discutevano accuse infamanti (genocidio, campi di detenzione, lavori forzati, sterilizzazioni, persecuzione dell’Islam ecc.), sono state del tutto ignorate dalla nostra stampa, rendo conto della 13a conferenza (luglio 2021) congiunta del Ministero degli Affari Esteri e del Governo della Regione autonoma Xinjiang Uygur.
Xu Guixiang, portavoce del governo della regione autonoma Xinjiang Uygur, apre i lavori, affermando che le forze anticinesi occidentali insistono ad ignorare i progressi compiuti dal governo cinese per tutelare la parità di diritti di tutte le etnie nello Xinjiang. Fatti distorti e creati dal nulla pubblicizzano arbitrariamente questioni relative allo Xinjiang nel tentativo di offuscare l’immagine della Cina, interferire negli affari interni, frenare lo sviluppo e la stabilità dello Xinjiang. Così è successo, alla 47a sessione (appena conclusa) del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, che molti paesi occidentali hanno attaccato e diffamato la Cina. Per contro l’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato della RPC ha pubblicato (luglio 2021) un Libro Bianco[1]“Rispettare e proteggere i diritti di tutti i gruppi etnici nello Xinjiang”, che tratta dei diritti fondamentali: diritti civili, politici, economici, culturali, sociali, delle donne e dei bambini, di credo religioso.
In realtà, secondo Xu Guixiang, la situazione è positiva, ben diversa da quella dipinta dalle agenzie occidentali: “siamo molto lieti di vedere che le macchine in fabbrica funzionano velocemente, il cotone nei campi sta crescendo vigorosamente, gli studenti stanno leggono ad alta voce nelle scuole, una vasta gamma di prodotti si trova nel centro commerciale e i turisti nell’area panoramica sono in un flusso infinito. Quindi pensiamo che queste sanzioni siano inutili e valgano meno di un pezzo di carta straccia… La verità sta avanzando e l’errore si sta dissipando. I fatti concreti mostrano che le cosiddette ‘violazioni dei diritti umani’ nello Xinjiang sono sciocchezze, che le cosiddette sanzioni contro lo Xinjiang sono futili e il ritmo dello sviluppo stabile non può essere bloccato dalle forze anti-cinesi. Invitiamo con forza la gente della società statunitense e occidentale a tornare alla razionalità, ai fatti, alla moralità e alla giustizia, a togliersi gli occhiali scuri, ad abbandonare i pregiudizi. Facciamo appello affinché ascoltino le vere storie e le conquiste in materia di diritti umani in Xinjiang e contribuiscano alla causa dei diritti umani nel mondo”.
E’ invitata a parlare la signora Gulnar Obul, vice presidente dell’Associazione dello Xinjiang per la scienza e la tecnologia, che affronta aspetti relativi alla protezione dei diritti politici di tutti i gruppi etnici, all’ autonomia e alla pratica di ‘democrazia deliberativa’ o ‘democrazia di base’ :
1-Diritto di partecipazione politica alla CCPPC. In riferimento al quadro istituzionale più alto la Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese (CCPPC) assorbe persone di tutti i ceti sociali e gruppi etnici per garantire sia la partecipazione delle masse alla discussione, sia una informazione tempestiva ed accurata su come l’opinione pubblica percepisce e vive le varie situazioni sociali. Entro marzo 2021, sono state presentate al CCPC 2.588 proposte da parte dell’Assemblea regionale dello Xinjiang Uygur, riguardanti politica, economia, cultura, istruzione, scienza e tecnologia, mezzi di sussistenza delle persone e altri campi. Le proposte sono elaborate, selezionate e approvate in consultazione congiunta e garanzia di controllo democratico.
2-Attuazione del sistema di autonomia etnica regionale, Assemblea popolare dello Xinjiang. Lo Xinjiang è l’unica regione autonoma in Cina con tre livelli di autonomia (di regione, prefettura, contea). Inoltre ha implementato il sistema di autonomia etnica regionale istituendo le prefetture autonome mongole di Bayingol e di Bortala, le Prefettura autonome di Kizilsu Kirgiz, di Changji Hui, di Ili Kazak, le Contee autonome di Yanqi Hui, di Qapqal Xibe, di Mulei Kazak, di Taxkorgan Tajik e la Contea autonoma mongola di Hoboksar. Nel sistema di autonomia regionale il governatore e i capi di prefettura e di contea sono tutti cittadini del gruppo etnico maggioritario. Ai sensi della Costituzione e della legge sull’autonomia etnica regionale, lo Xinjiang gode non solo della potestà legislativa locale e amministrativa ordinaria, ma anche della potestà di formulare regolamenti specifici, per cui tutte le località autonome esercitano pienamente il loro diritto, gestiscono in modo indipendente gli affari locali e partecipano alla gestione degli affari di stato. Dal 1979, l’Assemblea popolare dello Xinjiang e il suo Comitato permanente hanno formulato 669 leggi e regolamenti locali; hanno preso decisioni su questioni normative di rilievo; hanno formulato 239 regolamenti specifici locali in città, prefetture e contee.
3-Promuovere l’autonomia di base è la principale forma di democrazia e il modo più efficace per le persone di essere padroni dei propri affari. L’attuazione di misure regionali relative all’organizzazione ed elezione dei comitati dei residenti urbani e di villaggio fornisce garanzia legale per la salvaguardia dei diritti democratici di base. Lo Xinjiang ha istituito nelle aree urbane e rurali 3.389 comitati di residenti e 8906 comitati di abitanti dei villaggi, responsabili sia della gestione degli affari pubblici sia delle imprese di assistenza pubblica, mediando controversie civili, assistendo nel mantenimento dell’ordine pubblico e riferendo opinioni, richieste e suggerimenti dei residenti. Tali organizzazioni di base hanno formulato convenzioni cittadine e regolamenti del villaggio, in cui l’autogestione, l’autoeducazione e l’autocontrollo sono continuamente migliorati.
4-Esercizio effettivo del diritto di voto e di eleggibilità. Secondo la Costituzione e la legge delle minoranze, i cittadini di tutti i gruppi etnici hanno uguali diritti di voto e di eleggibilità. L’elezione aderisce ai principi di universalità, uguaglianza, combinazione di elezione diretta, elezione indiretta ed elezione di margine. I cittadini di tutti i gruppi etnici eleggono direttamente i deputati delle contee, delle township (distretti municipali) e dei villaggi. Con elezioni indirette sono eletti i deputati all’Assemblea delle prefetture, i deputati alla Regione autonoma e all’Assemblea nazionale del popolo. Al 13° Congresso nazionale sono stati eletti 61 deputati, di cui 38 appartenenti a minoranze etniche (62,3%) che costituiscono i membri del Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del Popolo; le percentuali dei deputati appartenenti a minoranze etniche a livello di prefettura sono pari al 54,22%; a livello di contea sono pari al 59,11%; a livello di township sono pari al 73,46%.
Note:
- Contestando l’unilateralismo statunitense, il Defence White Paper “Respecting and Protecting the Rights of All Ethnic Groups in Xinjiang” pubblicato dall’ Ufficio Informazioni del Consiglio di Stato della RPC in luglio 2021, ribadisce che la Cina è intenzionata a rafforzare la pace e lo sviluppo contro l’estremismo, il terrorismo e il separatismo (i Tre Mali), nel solco dei Cinque Principi di Coesistenza Pacifica (reciproco rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale, reciproca garanzia di non aggressione, non interferenza negli affari interni dei Paesi, perseguimento di uguaglianza a beneficio reciproco e coesistenza pacifica).