di Giulio Chinappi
da https://giuliochinappi.wordpress.com
L’espansione dei BRICS con 13 nuovi membri associati, annunciata al vertice di Kazan’, segna una svolta storica per l’equilibrio geopolitico globale. Una crescita che rafforza il gruppo, arricchendolo di nuove economie emergenti, determinanti per un futuro multipolare.
Dopo una breve attesa, sono stati finalmente resi noti i nomi dei 13 Paesi che sono stati invitati ad unirsi ai BRICS come nuovi membri associati al termine del vertice di Kazan’. In questo elenco troviamo alcune delle economie emergenti di maggior importanza provenienti da Asia, Europa, Africa e America Latina, compresi due Paesi socialisti, il Vietnam (al quale abbiamo dedicato un articolo specifico) e Cuba. Ha suscitato invece qualche polemica l’esclusione del Venezuela, che, secondo quanto trapelato, non sarebbe stato ammesso per via del parere contrario del Brasile.
I nuovi 13 membri associati vanno ad aggiungersi ai nove membri ufficiali dei BRICS, ovvero Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Iran, Emirati Arabi Uniti, Etiopia ed Egitto. Ricordiamo che l’Arabia Saudita, invitata lo scorso anno, non ha ancora ufficializzato il proprio ingresso come membro a pieno titolo, mentre l’Argentina ha rifiutato il proprio invito dopo che Javier Milei ha preso le redini del governo di Buenos Aires.
Questo l’elenco completo dei 13 nuovi membri associati dei BRICS: Algeria, Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malaysia, Nigeria, Thailandia, Turchia, Uganda, Uzbekistan e Vietnam. Sebbene questi Paesi non siano ancora membri a pieno titolo dei BRICS, questa partnership apre la strada a una maggiore collaborazione in settori come il commercio, gli investimenti e lo sviluppo delle infrastrutture.
Padrone di casa del vertice di Kazan’, il Presidente russo Vladimir Putin ha affermato che i BRICS “non sono un formato chiuso“, e che il gruppo è aperto a tutti coloro che ne condividono i valori. “La Russia sente il sostegno dei partner del gruppo BRICS“, ha osservato il leader dello Stato eurasiatico. Secondo Putin, la Russia mira a stabilire relazioni con i paesi che rispettano la sua indipendenza, e i partner dei BRICS rispettano l’indipendenza e le tradizioni della Russia.
“Questa espansione segna un nuovo capitolo per i BRICS mentre continuiamo a costruire un ordine globale più inclusivo e rappresentativo“, ha dichiarato ancora Putin durante il vertice. “Aggiungendo queste nuove nazioni partner, riaffermiamo il nostro impegno a creare un mondo multipolare che benefici non solo l’Occidente, ma tutte le regioni“.
“Con l’aggiunta di queste tredici nuove nazioni, i BRICS stanno rafforzando le basi per un nuovo ordine economico più equilibrato e giusto“, gli ha fatto eco il Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. “Questa partnership ci permetterà di lavorare più strettamente su questioni di interesse comune, dallo sviluppo economico alla crescita sostenibile e alla giusta distribuzione delle risorse“.
Secondo gli analisti, i nuovi partner apportano al tavolo una diversità di forze economiche, politiche e culturali, aumentando il potenziale dei BRICS di agire come contrappeso alle potenze occidentali. Potendo contare su alcune delle più grandi economie in via di sviluppo al mondo, i BRICS mirano a potenziare la cooperazione Sud-Sud e a promuovere nuove rotte commerciali e canali di investimento attraverso i continenti. Inoltre, l’espansione accresce anche la capacità del blocco di coordinarsi su questioni globali come il cambiamento climatico e l’innovazione tecnologica.
Come parte dell’accordo di partnership, i nuovi paesi partner dei BRICS collaboreranno su diverse iniziative chiave, tra cui lo sviluppo di sistemi finanziari alternativi, il commercio in valute locali e la promozione di accordi commerciali multilaterali che bypassino il dollaro USA. In occasione del vertice di Kazan’, si è anche discusso della creazione di una banca di sviluppo per le infrastrutture guidata dai BRICS, destinata a finanziare progetti su larga scala nei paesi in via di sviluppo.
La notizia dell’ingresso di Cuba nei BRICS ha ricevuto il sostegno immediato del Ministro degli Esteri Bruno Rodríguez Parrilla, che ha rappresentato l’isola caraibica e Kazan’, e del Presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez. Precipitata in una grave crisi a causa delle congiunture internazionali e dell’acuirsi del blocco economico illegale imposto dagli Stati Uniti oltre sessant’anni fa, la maggiore delle isole dei Caraibi vede questa partnership come una boccata d’ossigeno.
“Cuba è onorata di entrare a far parte come membro associato dei BRICS, cinque lettere e una grande speranza per i Paesi del Sud, nell’arduo cammino verso un ordine internazionale più giusto, democratico, equo e sostenibile“, ha scritto il leader cubano attraverso i social network.
L’ingresso di ben quattro Paesi del sud-est asiatico (Vietnam, Malaysia, Indonesia e Thailandia) è stato accolto come un segnale dell’importanza che questa regione riveste nello scacchiere globale del XXI secolo. Il Ministro degli Affari Esteri della Malaysia, Mohamad Hasan, ha dichiarato che Kuala Lumpur può ora beneficiare di migliori opportunità commerciali poiché il blocco ha una popolazione complessiva di 3,2 miliardi di persone. “Il desiderio della Malaysia di unirsi ai BRICS rappresenta il suo sforzo di sostenere le proprie politiche e la propria identità come paese indipendente e neutrale, mantenendo un equilibrio con le grandi potenze e aprendo nuove opportunità di affari e investimenti“, ha dichiarato, come riportato dal quotidiano Malay Mail.
Secondo gli analisti, l’adesione della Malaysia ai BRICS ha un significato duplice, visto che il paese ricoprirà la presidenza di turno dell’ASEAN nel 2025, aprendo nuove opportunità di cooperazione per tutti i paesi membri del blocco regionale, e non solo per i quattro nuovi membri associati dei BRICS. Il Primo Ministro Anwar Ibrahim ha infatti invitato Putin al prossimo vertice ASEAN del 2025.
“Nei BRICS Plus, l’Indonesia trasmetterà il messaggio fondamentale di pace e l’importanza per i paesi in via di sviluppo e il Sud Globale di unirsi, rafforzare la solidarietà e svolgere un ruolo fondamentale nel creare un ordine mondiale più inclusivo, giusto ed equo“, ha dichiarato, dal canto suo, il Ministro degli Esteri dell’Indonesia, Sugiono, che ha preso parte al vertice di Kazan’ in prima persona.
Anche le ex repubbliche sovietiche di Bielorussia, Kazakistan e Uzbekistan puntano a recitare un ruolo da protagoniste all’interno dell’ASEAN, vista la loro importanza geopolitica e, nel caso delle ultime due, delle loro ricche risorse naturali.
“Il Presidente Qasym-Jomart Toqaev ha sottolineato in particolare che i BRICS possono svolgere un ruolo chiave nel processo di rafforzamento della rappresentanza delle potenze di media grandezza e delle economie in via di sviluppo nella struttura di governance globale“, ha affermato Dauren Abaev, Ambasciatore del Kazakistan a Mosca. “Riconoscendo l’indispensabilità delle Nazioni Unite e l’universalità della sua Carta, l’associazione sta già dando un contributo reale alla formazione di un ordine globale basato sui principi di equità e rispetto reciproco, e serve come un importante agente nella costruzione di un mondo multipolare“, ha osservato.
Secondo Abaev, il Kazakistan considera i BRICS un’opportunità per promuovere la stabilità internazionale, rafforzare le collaborazioni economiche e affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e la scarsità d’acqua: “I BRICS rappresentano un meccanismo fondamentale per favorire la stabilità mondiale“, ha spiegato il diplomatico, sottolineando come l’attuale tensione geopolitica costituisca una delle principali minacce a livello globale.
L’espansione dei BRICS al vertice di Kazan’ rappresenta dunque un passo storico verso un ordine mondiale più equilibrato e multipolare, che coinvolge un numero sempre maggiore di economie emergenti. L’inclusione dei 13 nuovi membri associati, provenienti da diversi continenti, arricchisce il gruppo con una molteplicità di prospettive economiche, culturali e politiche, rafforzando l’ambizione dei BRICS di diventare un contrappeso alle istituzioni dominate dall’Occidente. Mentre i membri attuali e associati collaborano su iniziative comuni per promuovere uno sviluppo sostenibile, migliorare le infrastrutture e diversificare i canali commerciali, il gruppo si prepara ad affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e le disuguaglianze economiche. L’espansione dei BRICS sembra così destinata a creare nuove sinergie e a rafforzare l’influenza dei Paesi emergenti, consolidando un’alternativa alle tradizionali dinamiche di potere mondiale e rispondendo a una crescente domanda di inclusività e equità nel panorama globale.
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