Un rapporto parlamentare polacco dimostra che la Russia ha ragione sul fascismo dell’Ucraina post-Maidan

di Andrew Korybko

da https://oneworld.press

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

I media mainstream occidentali hanno per anni falsamente affermato che l’Ucraina post-Maidan è un paradiso di armonia etno-religiosa, sostenendo che è solo la cosiddetta “propaganda russa” che la ritrae diversamente. Il Cremlino ha avvertito fin dall’inizio che questo paese stava scivolando verso il fascismo dopo che gli ideologi radicali ne avevano preso il controllo con il sostegno dei servizi segreti stranieri. Queste preoccupazioni sono state disonestamente respinte come “guerra ibrida” presumibilmente intesa a ridurre la fiducia nella nuova leadership dell’Ucraina, ma un nuovo rapporto parlamentare polacco dimostra che la Russia aveva da sempre ragione sul fascismo dell’Ucraina post-Maidan.

Il vice ministro degli Esteri polacco Szymon Szynkowski vel Sęk ha condiviso giovedì scorso un rapporto sulla situazione dei polacchi in Ucraina con il Comitato di collegamento con i polacchi all’estero. Prima di procedere, il lettore dovrebbe ricordare che la Polonia è tra i principali sostenitori occidentali del governo ucraino post-Maidan e si oppone per principio a tutto ciò che la Russia dice o fa . Il leader dell’Europa centrale e orientale (CEE) non può in nessun modo essere accusato di “sostenere la propaganda russa”, ed è per questo che è così significativo che il rapporto del vice ministro degli esteri abbia rivendicato le affermazioni di Mosca nel corso degli anni.

Secondo l’outlet online Remix specializzato in notizie dai paesi di Visegrad (Cechia, Ungheria, Polonia e Slovacchia), Szynkowski vel Sęk “ha sottolineato che la situazione di molti polacchi in Ucraina sta cambiando in peggio a causa di fattori sia oggettivi che soggettivi”. I primi sono stati attribuiti alle circostanze socio-economiche e alle relative conseguenze derivanti dalla pandemia COVID-19, mentre i secondi si allineano perfettamente con gli avvertimenti del Cremlino. Secondo il viceministro degli Esteri, la legge sulla lingua del parlamento ucraino è dannosa per i polacchi, le persone associate al genocidio dei polacchi del 1943-44 vengono glorificate, l’esumazione delle vittime polacche è stata sospesa e ci sono tensioni religiose.

Remix lo ha citato concludendo che “non sarebbe un’esagerazione dire che i polacchi in Ucraina sono discriminati in termini di libertà di credo, accesso all’apprendimento della loro lingua madre e libertà di parola”. Tutto questo era prevedibile e quindi prevenibile in anticipo se i patroni occidentali dell’Ucraina, come la Polonia, si fossero preoccupati abbastanza degli avvertimenti realistici della Russia per evitare questa situazione, facendo pressione sulla leadership post-Maidan di quel paese per invertire le sue politiche etno-fasciste. Invece quegli stessi mecenati hanno erroneamente pensato di poter armare tali tendenze ideologiche contro la forte minoranza russa dell’Ucraina, ignorando con noncuranza il rischio che ciò avrebbe inevitabilmente comportato per i polacchi e gli altri.

Questo risveglio atteso da tempo non dovrebbe essere interpretato come un segnale che l’approccio della Polonia all’Ucraina cambierà in modo significativo, tuttavia, Varsavia intende ancora trattare Kiev come il suo partner minore nella “Iniziativa dei tre mari” (3SI) che il leader CEE sta costantemente assemblando in tutta la regione. Nonostante abbia involontariamente giustificato il suo rivale russo e quindi, di default, dimostrato che coloro che hanno messo in dubbio le affermazioni del Cremlino per tutti questi anni avevano torto, la Polonia non ha alcun interesse a migliorare le relazioni con Mosca, anche se questo sarebbe il modo più pragmatico di agire. Sarà difficile per la Polonia difendersi dalla guerra ibrida congiunta USA-tedesca in corso, mentre conduce le proprie guerre ibride su Bielorussia e Russia.

Questa previsione parla della testardaggine controproducente della politica estera polacca contemporanea, per cui il paese continuerà a provocare la Russia per principio, nonostante questo la distragga dalla sua capacità di difendersi da minacce più pressanti provenienti dai suoi nominali “alleati” occidentali. La mancanza di pragmatismo influenzata dalle politiche ideologiche del paese (politicamente russofobe), sta mettendo in pericolo gli interessi polacchi all’interno della sua “sfera d’influenza” in Ucraina, come dimostrato dall’ultimo rapporto parlamentare sulla terribile situazione dei suoi connazionali in quel paese e sta peggiorando la sua situazione di sicurezza interna, fingendo che la Russia rappresenti una minaccia maggiore del condominio USA-Germania. La Polonia rimarrà in pericolo senza una correzione di rotta.