riceviamo e pubblichiamo
Il Comitato di Solidarietà con i Comunisti e Antifascisti Perseguitati in Ucraina scende in piazza a Roma il 24 marzo (piazza del Pantheon ore 17.30) per denunciare il terrore fascista che vige in Ucraina fin dal colpo di stato del 2014. Il silenzio sulla repressione in Ucraina è funzionale solo alla guerra per procura che la NATO sta conducendo contro la Russia e non può essere tollerato. Questo è l’impegno del Comitato a cui vanno indirizzate le adesioni. Di seguito riportiamo il testo del volantino che viene diffuso dal Comitato e il messaggio di adesione pervenuto da Interstampa e Comunisti Milano.
Il volantino del Comitato
Per contatti e adesioni: [email protected]
Nel febbraio del 2014, un colpo di stato apertamente finanziato dagli USA e militarmente organizzato sul suolo ucraino dalla NATO ha estromesso, a Kiev, il governo legittimamente in carica presieduto da Viktor Yanukovyč.
Dopo il golpe di stampo neonazista del 2014 con a seguito la strage di Odessa, gli antifascisti ucraini si sono sollevati contro la Junta e le organizzazioni neonaziste al potere. Nel Donbass è scoppiata una guerra che va avanti ancora oggi che ha portato alla liberazione delle due Repubbliche Popolari di Donetsk e Luhansk.
Nel resto dell’Ucraina è iniziata la persecuzione degli antifascisti e delle minoranze, i partiti politici di opposizione sono stati messi al bando per legge, la stampa libera è stata chiusa o costretta a trasmettere la propaganda di regime. I dissidenti sono stati torturati, incarcerati (anche senza processo) e molti sono stati fatti sparire come nelle peggiori dittature dell’America Latina.
Con il susseguirsi degli eventi, oggi il popolo ucraino vive nel terrore più assoluto a causa del governo Zelensky che opprime: comunisti, antifascisti e democratici, perseguitando anche i cittadini di origine russofona e le minoranze di religione ortodossa.
Arrivano sempre più immagini dall’Ucraina dove si vedono palesemente rapimenti sia nelle strade che nelle abitazioni, e tutto ciò con il vergognoso silenzio degli organi di informazione, in Italia e nel resto dell’Occidente.
Il simbolo di questa lotta di resistenza al fascismo ucraino, che è allo stesso tempo una lotta di liberazione, è rappresentato dai dirigenti comunisti Mikhail e Alexander Kononovich, ancora oggi (dopo più di un anno) agli arresti, vessati quotidianamente e in pericolo costante.
Noi antifascisti e comunisti organizzati in Comitato abbiamo presente che quando si parla di repressione contro i comunisti e gli antifascisti si deve mettere in luce che essa è il fenomeno che ha accompagnato l’azione criminale del complesso militare-industriale-finanziario USA e dei fascisti ucraini nel baratro della guerra.
Lettera di adesione da Interstampa e Comunisti Milano
“Cari compagni, vi porgiamo il caloroso saluto di Interstampa e Comunisti Milano.
Ancora una volta la premessa allo scatenamento di una guerra terrificante è la repressione contro i comunisti. Premessa indispensabile perché solo annientando le organizzazioni dei comunisti e i comunisti stessi è possibile annichilire la classe operaia e renderla inerme e succube di fronte alle avventure guerrafondaie dei nazifascisti al potere. Così è stato in Italia all’indomani della marcia su Roma; così è stato in Germania con l’avvento di Hitler; così è stato in Ucraina dal 2014 fino ad oggi.
Ma i comunisti non erano altro che i primi da colpire di una lunga lista: partiti politici di opposizione messi al bando; dissidenti e antifascisti arrestati e incarcerati senza nemmeno un processo, spesso torturati e anche assassinati o semplicemente fatti sparire, sepolti in qualche fossa nascosta nei boschi; e non potevano mancare a questa triste lista minoranze etniche e religiose, primi fra tutti russi e ortodossi.
Del resto cosa ci si poteva aspettare da chi ha elevato ad eroe nazionale il nazista, sterminatore di ebrei e cittadini sovietici, Stepan Bandera?
È questa banda di assassini guidati dal burattino Zelenski che il “democratico” Occidente, con in testa gli Stati Uniti, difende con fiumi di denaro e tonnellate di armi.
I comunisti sono stati le prime vittime di questa guerra. I loro aguzzini sono gli stessi che oggi mandano a morire il popolo ucraino in una guerra voluta e foraggiata dalla NATO con la vana speranza che la Russia possa venirne distrutta.
Mai come oggi tornano di attualità le parole di Antonio Gramsci: “Voi fascisti porterete l’Italia alla rovina, spetterà a noi comunisti salvarla”.
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