Trump 2.0: IV Reich, UE, ‘Collective West’ e BRICS. III Parte

di Mark Epstein

‘Capitalismo’ attuale: l’esatto contrario della propaganda (neo)liberista

Le pratiche del Reich e dei suoi stati vassalli nell’area economica sono diametralmente l’opposto di ciò che da decenni la propaganda (neo)liberista cerca di imporre come ‘credo’ al resto del mondo.

La “collective West” ormai si basa soprattutto su un menu di sanzioni, ricatti, dazi, estorsioni, tutti meccanismi NON (!!) di mercato, ma di sopraffazione istituzionale dei (presunti) ‘potenti’ contro il “resto del mondo”. Quanto ho appena scritto non è assolutamente da intendere come nostalgia o lode del feticcio del ‘libero mercato’, un mito che nella realtà non è mai esistito, perché nessun mercato concreto nella storia dell’umanità è mai stato ‘libero’: è sempre stato inserito in contesti, cornici, strutture istituzionali che in gran parte ne hanno plasmato la natura. Ma comunque le diversità nei gradi di costrizione istituzionale sono molto concreti, e il presente capital-imperialista è l’opposto non solo del mito astratto nei libri di testo, ma di tutte le realtà storiche davvero più aperte al libero scambio. 

Solo che negli ultimi decenni la situazione geostrategica e degli equilibri internazionali si è mutata molto profondamente. Con lo sviluppo sempre più impressionante della Cina, con l’emergere della Russia paradossalmente in parte proprio grazie alle sanzioni della “collective West”, così come l’emergere graduale di altre potenze perlomeno regionali se non globali, come India, Iran, Sudafrica, Brasile, Malesia, Indonesia, ecc. e con il graduale consolidamento dei BRICS come alternativa ai retaggi istituzionali colonial-imperialisti, sempre più neototalitari, di questo ‘Occidente’, l’efficacia del teppismo militarista e dei ricatti-estorsioni ‘economiche’ va vieppiù diminuendo.

Ormai de facto è la Cina che difende ciò che un tempo si sarebbero identificati come i valori del ‘libero scambio’, mentre la “collective West”, dopo anni ed anni di sanzioni e ricatti affini, ormai si sta muovendo con Trump 2.0 (versione McKinley) verso norme protezioniste sempre più marcate, con dazi, o tentativi di imposizioni daziarie sempre più unilaterali.

La “nuova via della seta” (o ‘Belt and Road Initiative’) in realtà è molto più vicina a pratiche ed ideali di un liberismo vecchio stampo all’insegna di Keynes (investimenti infrastrutturali, ecc.), dove invece lo ‘Occidente’ nella sua patologica involuzione si muove sempre più verso pratiche economiche auto-neototalitarie. Un recente convegno tenuto in Cina mostra come anche aziende e nazioni un pochettino meno servilmente suddite del Reich e dell’imperialismo della “collective West” confermino appunto l’appoggio a questo indirizzo, anche nell’autocoscienza dei vertici politici cinesi (vedi la straordinaria partecipazione al recente China Development Forum, tenuto a fine marzo; o, almeno parzialmente in una vena simile, le recenti discussioni tra Cina, Giappone e Corea del Sud riguardo una risposta alle tariffe imposte dal Reich, e possibile aumento dei propri scambi a rapporti economici, sviluppo notevole se si pensa agli antecedenti storici, e recenti rapporti politici tra la Cina e le altre due nazioni, Giappone in modo particolare).

All’interno di questi reticolati economici globali, riuscire (ancora) ad aprire delle proprie vie, a seguire fini per quanto possibile non eterodiretti all’interno delle proprie economie sono già conquiste molto importanti e tutt’altro che indifferenti. La Cina, la Russia, una parte considereveole dei BRICS si muovono in quest’ottica, e credo che Michael Hudson abbia ragione di qualificare la Cina come ‘socialista’, soprattutto nel senso che ha saputo mantenere il controllo delle vette delle istituzioni nazionali, di un grado notevole di autonomia nelle proprie decisioni, anche in settori notoriamente molto molto difficili e precipui cavalli di troia del capital-imperialismo occidentale, come il capitale finanziario ed il settore bancario. Un costruttivo socialismo-comunismo ‘dal basso’, molto genericamente nell’alveo delle realtà storiche consiliari e dei soviet, probabilmente diventerà possibile, arricchendo democrazia e partecipazione, una volta che i progressi acquisiti potranno garantire una certa impermeabilità agli inevitabili, infiniti, tentativi di destabilizzazione occidentale.

La UE come continente vassallo, con servile elite komprador vs. servaggio diffuso

Dalla cosiddetta “fine della guerra fredda” (che in realtà non finì mai, nonostante le iper-ingenue illusioni di Gorbachev, ma fu solo sostituita da obiettivi sempre più ostili alla Russia erede dell’URSS, da parte di un IV Reich ossessionato da fini di dominio globale unipolari, con a seguito una “collective West” sempre più servile e smidollata, cf. le guerre in Iraq, Libia, Siria, Afghanistan come testimoni di questo accodarsi sempre più supino) sino all’elezione dell’amministrazione Trump, seguita al regime Biden, le élite della UE si sono rivelate come sempre più abbiettamente komprador, vili strumenti del potere del Reich, ed hanno spinto la UE, già ai tempi fondata in modi che avrebbero garantito la manipolazione da parte del Reich (cf. Perry Anderson, The New Old World), verso forme di vassallaggio quasi inaudite nella storia mondiale, esempio forse più pregnante di altri lo ultra-servilismo della Germania riguardo tutti i ricatti e le pressioni contro Nordstream, poi finite con l’eclatante terrorismo di stato da parte del Reich contro questi gasdotti, con una Germania che non solo non protesta, ma tace, acconsente, e diffonde le totali disinformazioni prodotte dal Reich stesso riguardo il sabotaggio da terrorismo di stato.

Ovviamente questo servilismo komprador è l’esatto contrario di una politica che potrebbe servire i reali interessi dell’Europa, e delle nazioni che compongono la UE, anche se sempre più asservite e manipolate da una burocrazia neoliberal-neototalitaria a Bruxelles, sempre meno democratica, sempre più accentratrice, sempre meno rendicontabile, e sempre più de facto docile strumento dei Neocon e di una politica di dominio neototalitario globale da parte del Reich (almeno nella versione a conduzione Neocon).

In realtà anche durante l’amministrazione Trump la UE continua a comportarsi pienamente secondo i criteri del Reich a conduzione Neocon, sebbene riguardo Trump e la sua amministrazione mostri ciò che superficialmente potrebbe sembrare qualche millimetro di ‘autonomia’, ma che in realtà rappresenta solo ostilità al fatto che Trump non segua la linea Neocon del neoliberismo neototalitario, ma invece un tentativo di ritorno, retro-nostalgico, ad un mondo di ‘grandi potenze’ impegnate in lotte ed accordi di spartizione tra di loro (cambiamento che quasi sicuramente intaccherebbe in modo significativo le fonti di lucro parassitario degli ultra-servili Neocon di seconda battuta della UE). Mondo di ‘grandi potenze’ che non potrà che tenere in considerazione lo iper-servilismo e la iper-corruzione delle élite UE dimostrate negli ultimi decenni a pro della conduzione Neocon del Reich. L’arcipelago UE, indebolito dal decennale parassitismo, servilismo, ed incompetenza delle proprie élite, viene perciò considerato come di molto secondaria importanza dalle potenze che hanno ragioni effettive, materiali, per considerarsi ‘grandi’. E le infinite fumisterie e demagogiche esalate da queste elite riguardo i propri “valori”, quando si persegue ed appoggia a spada tratta il genocidio di Zionaziland in Palestina, di civili yemeniti in Yemen, ogni sopruso del Reich degli ultimi molti decenni, inclusi quelli contro i veri, rarissimi, dissidenti del Reich, come Edward Snowden e Julian Assange, non fanno che confermare agli occhi della ‘global majority’ quanto ipocrita, viscida, inaffidabile, debole e corrotta sia realmente questa UE (nei suoi vertici, nelle sue istituzioni: ma le classi oppresse devono dare dimostrazione di reale resistenza per guadagnarsi anche minime forme di rispetto e solidarietà).

A sua volta la corruzione delle elite komprador porta al congelamento di una ‘extreme center’, sempre più neototalitaria riguardo l’intervallo ridottissimo di persuasioni che rappresenta, quindi alla de facto esclusione e-o non-rappresentanza di maggioranze sempre più grandi dell’elettorato, e quindi a manipolazioni e marchingegni elettorali come in Francia o Germania attualmente, dove si continua a paventare la messa al bando di formazioni come la AfD, il Rassemblement National di Marine Le Pen (è recentissimo l’annuncio della condanna della Le Pen per ‘appropriazione indebita’ (in realtà un uso forse ambiguo di fondi provenienti dalla UE), quando si tratta di pratiche si può dire onnipresenti, ma in cui la procura francese, seguendo i classici iter neoliberal-neototalitari, si impegna in lawfare, e pratiche di ‘prosecuzione mirata’ che, ovviamente, sono l’antitesi dell’amministrazione imparziale della giustizia), o con l’arresto e messa al bando dalle elezioni di Georgescu in Romania, le manipolazioni e già primi tentativi di messe al bando contro AfD e BSW in Germania, e con ‘Blackrock’ Merz, l’ultimo iper-osceno scarafaggio del capitale finanziario, questa volta sulla scena della iper-servile, ma ora ‘riarmantesi’ Germania (puzze enormi di ritorni questa volta davvero bruni del militarismo tedesco) che paventa interventi contro Orban perchè non servile marionetta del centro iper-neototalitario, ed ultra non rendicontabile, di Bruxelles, una delle manifestazioni più oscene nella storia della ‘gabbia di ferro’ della burocrazia di Weberiana memoria. Una UE senza costituzione, una “administrative state” completamente esente da rendicontabilità dal basso, che ha intenzionalmente evitato una soluzione che sarebbe stata molto più flessibile e democratica, quella confederale. Una UE quindi che, come la National Security State del IV Reich a conduzione Neocon, è una struttura profondamente autoritaria ed anti-democratica, che esibisce i tipici tratti della corruzione burocratica sul modello dello ‘stato clientelare’ DC in Italia. Una UE che usa paure montate contro la Russia, e progetti totalitari di ‘riarmo’ (impossibili a corto termine, probabilmente anche a medio, con l’attuale base industriale ed energetica esistente nella UE) in realtà per far ‘passare’ gli Eurobonds (e Merz, da creatura della BlackRock quale è, nell’eliminare i limiti al debito tedesco, sta strumentalizzando il tutto per l’osceno, ma nanerottolo, universo della ‘finanza’ tedesca, per crescite illimitate di parassitismo, mentre si distrugge la reale base industriale ed economica tedesca, piena violazione dello stesso Merz rispetto ai propri impegni elettorali, e ovviamente dimostrazione che in realtà la Germania non ha imparato assolutamente nulla dal proprio osceno passato nazista, c che, come nel caso del Giappone, e, almeno parzialmente della Meloni (come proveniente da genealogie realmente fasciste), il IV Reich ha, nella realtà, pienamente contribuito alla totale resurrezione delle allora forze dell’Asse, e di forze politiche se non pienamente fasciste, almeno nell’alveo di dinamiche fascistoidi) nella UE, e quindi accrescere ancora più il potere neototalitario, basato su soprusi e manipolazioni, del centro di Bruxelles e della European Commission; o, soprattutto per chi si identifica con una reale sinistra minimamente degna di questo nome e di una storia militante e non propagandistico-retorica, il Bundnis Sahra Wagenknecht (BSW), col relativo scandalo della conta dei voti esteri, e relativo fetore di un’altra (pseudo)democrazia parlamentar-elettoralistica come quella tedesca. E, ovviamente, nel mondo alla rovescia della propaganda neoliberal-neototalitaria, non è l’Ucraina nazista o i paesi baltici già alleati di ferro del III Reich, o le risorgenti potenze dell’Asse ad essere nazifasciste, ma sono i nazional-populismi come quello di Orban, o i governi di centro-sinistra non servili come quello slovacco di Robert Fico, o il movimento nazionalista di Georgescu e della Le Pen ad essere preventivamente ghettizzati ed attaccati del neototalitarismo atlantista globalista come ca. “fascisti” (cf. sotto per un excursus su “fascismo”): nel caso di Georgescu per cercare di facilitare le operazioni di provocazione ad hoc da parte di Francia ed UK per tentare di intervenire direttamente con proprie truppe nella zona di Odessa, in Ucraina (le orwelliane “reassurance forces”). Una delle moltissime operazioni di provocazione riguardo il conflitto da parte sia di nazioni membri della UE, che della UE stessa (Commissione Europea) che, come come nella strumentalizzazione della chiusura dei gasdotti transitanti l’Ucraina in funzione anti-Slovacchia ed anti-Ungheria, ha tentato di isolare l’approvvigionamento energetico di Kaliningrad, mediante macchinazioni dei paesi baltici (molto recente l’atto di pirateria marittima di un paese baltico contro una petroliera russa che navigava nel mare del Nord), tentativo per fortuna sinora andato a vuoto.

In simultanea vediamo il crescendo neototalitario nel mondo della (dis)informazione, in realtà propaganda oligarchica neoliberale, con la Digital Services Act della UE, che, come hanno ripetutamente testimoniato Matt Taibbi e Michael Shellenberger, è uno dei regimi di censura e disinformazione più orwelliani nell’intera “collective West”. E in realtà le tendenze spiccatamente neototalitarie della ‘High Tech’ di Silicon Valley non sono ‘solo’ inerenti al mondo digitale e dell’informazione, ma si estendono anche a forme di totalitarismo nella nomenclatura geografica. Recente la notizia che Google Maps ha ‘ridisegnato’ la “South China Sea” come “West Philippines Sea” in conformità alle manovre anti-cinesi degli accordi tra Reich e Filippine in funzione anti-cinese.

Il tutto porta ad un abisso sempre più netto tra le élite oligarchiche komprador e la quasi totalità dell’elettorato e della popolazione, che non vive più in una realtà di rappresentanza parlamentare (per quanto molto molto approssimativa e parziale, democratica e trasparente solo negli ideali di alcuni credenti), ma in un pantano di manipolazioni istituzionali dei meccanismi della politica elettorale e del non accesso ad informazioni attendibili, verificabili come tali da singoli individui, e non ‘informazioni’ pre-‘approvate’ dai poteri neototalitari dediti alla decostruzione neoliberal-neototalitaria delle istituzioni storiche come attualmente.

Tanto più la fognatura mediatico-propagandistica dei ‘media’ della UE strombazza e ricicla vieti cliché completamente falsi riguardo la propria ‘democraticità’ ed il presunto ‘autoritarismo’ di praticamente tutto il resto del globo, e tanto più la realtà delle istituzioni della UE sprofonda in modi neototalitari sempre più profondamente anti-democratici. La costante escalation di servilismo nei riguardi del Reich (soprattutto nella sua variante Neocon-globalizzante, molto meno nella variante Trumpiana di ca. ‘ritorno’ a competizioni tra ‘grandi potenze’, ed una visione nazionale-nazionalista di queste competizioni, non una mirante al dominio unipolare neototalitario del Reich) si accompagna al sempre maggior grado di auto-totalitarismo nell’abuso e nella manipolazione delle istituzioni, nel crescente assalto a tutte le forme di democrazia parlamentare ereditate dalla storia precedente, a forme di censura sempre più capillari, pervasive, e con pochi precedenti nei tipi di pretestuosità e camuffamento con cui vengono ‘giustificate’. Questa la realtà dei presunti “valori” di cui i peggiori venduti della feccia della elite UE, come la Baerbock o Josep Borrell, continuano a strombazzare, il tutto mentre difendono a spada tratta il genocidio di palestinesi e yemeniti e ne sono pienamente complici…

La propaganda riguardo ‘autoritarismi altri’ serve sia per tentare di giustificare il proprio crescendo totalitario interno, sia per cercare di ‘controllare’ preventivamente popolazioni che, per quanto tutto sommato molto passive, demoralizzate, poco informate, e conformiste, gradualmente (molto gradualmente) si stanno rendendo conto di quanto le proprie elite si comportino in maniera diametralmente opposta ai propri interessi di classi oppresse in queste nazioni, in questo ‘consorzio’ eterodiretto della UE. L’unico modo nel quale i paesi della UE potranno uscire dall’attuale accelerato movimento verso un crescendo di crisi economiche, fiscali, sociali, politiche ed alla fine anche culturali, sarà se le popolazioni affette finalmente si sbarazzeranno di queste elite komprador ultra-parassitarie ed ultra-servili, eliminando la sovrastruttura neototalitaria della UE, ‘iron cage’ di Bruxelles così come le élite komprador Noecon nazionali.

Nella realtà la UE, che è già geograficamente un ‘arcipelago’ nello ‘Occidente’ del continente eurasiatico, sta vieppiù diventando un’appendice auto-ghettizzantesi a furia di ueber-arroganza riguardo la propria presunta superiorità e ‘passati’, più che altro mitici, soprattutto visto il presente, dei propri ‘valori’ e della propria ‘cultura’. Un’appendice vieppiù neototalitaria della ‘extreme center’, de facto filo-neonazista ed in crescendo di misure totalitarie di ogni sorta. Un’appendice che rifiuta di riconoscere e prendere atto delle realtà materiali, economiche, geografiche, istituzionali, politiche, sociali e culturali del continente di cui fa parte. Un’appendice che strumentalizza paure ad hoc, assolutamente folli e prive di qualsiasi base logica o razionale, in difesa di un paese iper-corrotto, neonazista, ovviamente esente da qualsiasi seria caratteristica democratica, paure dirette conto una Russia già vittima più di quasi ogni altra nazione al mondo della barbarie dell’Europa occidentale, da Napoleone, ai britannici, al III Reich di Adolf Hitler, invasioni ed aggressioni contro le quali si è sempre opposta, ma mai ha reagito simmetricamente, cioè invadendo questi aggressori ed invasori. Che ora dietro spinte delle cordate globaliste Neocon, il ‘centro’ neototalitario di Bruxelles, agiti ogni secondo spauracchi demenziali che non hanno alcun collegamento con le realtà politiche e storiche, il patto Ribbentrop-Molotov, ecc. (in continuità con la propaganda di Shillary per cui ogni nemico del IV Reich era “un nuovo Hitler) quando è la Germania che di nuovo sostiene un paese nazista ai confini della Russia, che lo appoggia pienamente, che ha de facto sostenuto (se non altro per mancata opposizione reale) l’espansione della NATO ai confini della Russia, che ora (Merz in piena violazione delle promesse fatte in sede elettorale riguardo i limiti al debito pubblico) la Germania intende procedere per un’ennesima volta al riarmo, probabilmente più che altro come manovra iper-parassitaria di ‘BlackRock’ Merz intesa a sprofondare la Germania in deficit pubblici con un pretesto, perchè mai potrà realmente erigere una base industrial-militare capace davvero di contendenre con la Russia di oggi, le sue basi materiali, demografiche, di risorse, industriali, quindi deficit intesi in realtà ad aprire la strada agli Eurobonds e ad un controllo neototalitario-parassitario ancora maggiore del ‘centro’ di Bruxelles; che ora ‘centro’ di Bruxelles e Germania procedano con queste mire de facto neonazisticheggianti quant’altre mai, e poi abbiano la spudoratezza di accusare la Russia di avere ca. ‘mire aggressive’ è davvero da surrealtà dell’altro mondo. La Russia è già di gran lunga il paese più grande e ricco di risorse al mondo, non ha nessun interesse ad accorpare un arcipelago in accelerata devoluzione, con economie al collasso, indebitate sino al collo, con regimi neototalitari Neocon ueber-parassitari che vivono completamente al di fuori della realtà, in altre parole un vespaio di problemi e parassiti che avrebbero solo effetti deleteri sulla Russia stessa e soprattutto re l’accelerata integrazione dei BRICS e del resto del continente eurasiatico. Sono la UE ed il IV Reich ad essere in condizioni de facto disperate, e sono i loro parassiti che non sanno che ideare ‘trovate’ di altro accelerato parassitismo, invadere e parassitare la Russia ecc., per mantenere i loro regimi parassitari, che sono gli enti davvero bisognosi di aiuti, disperatamente bisognosi, ma che invece non fanno altro che raddoppiare sulle misure peggiori e più autolesioniste per le proprie popolazioni assoggettate ed imbelli.

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