Trump 2.0: IV Reich, UE, ‘Collective West’ e BRICS. II Parte

di Mark Epstein

Trump 2.0 tra volontà di potenza e regressione all’infanzia

Mentre il gigantesco apparato dell’amministrazione Trump è un fenomeno immensamente più complesso della figura del presidente stesso, Trump però incarna alcune delle sue contraddizioni fondamentali.

Se da un lato Trump (ma penso forse soprattutto alcuni dei suoi consiglieri più smaliziati, come Tucker Carlson, e alcune figure nella costellazione della componente libertaria dell’ala repubblicana della Duopoly oligarchica) è stato uno dei membri dell’élite che ha riconosciuto alcune delle contraddizioni più importanti (e pericolose per la sopravvivenza del Reich…) dell’Impero, come una crescita del debito estero e pubblico a livelli assolutamente inauditi, come il fallimento dei fini neoliberali neototalitari di controllo globale capillare come perseguiti dalla National Security State a conduzione Neocon, come la contraddizione tra spese militari sempre più illimitate e sfacelo, degrado, e sfaldamento del tessuto sociale e politico nazionale, dall’altro Trump, con il suo bisogno costante di iperbole a maggior gloria personale, e la sua visione nostalgico-iper-infantilizzata di ritorno a grandezze ormai completamente inarrivabili nel contesto geostrategico attuale, quindi di ‘gloria’ retro nazionale, mostra quanto sia difficile sbarazzarsi delle vecchie abitudini di arroganza e strafottenza autoritarie imperiali, nonostante i tentativi accelerati di modifiche istituzionali anche relativamente marcate, e cedere invece alla trappola dei vecchi automatismi imperiali.

In Trump esiste una iper-arroganza collegata con un credo nella superiorità intrinseca del Reich in qualsiasi ambito, spesso non si sa quanto genuina, e quanto invece strumento retorico/propagandistico per rendere ‘MAGA’ il Reich almeno a livello di iperboli verbali. Affermazioni che combinano in modo quasi unico il demenziale con l’osceno, come gli sproloqui riguardo Gaza come opportunità immobiliare, le menzogne a livello inaudito riguardo le conquiste nella missilistica ipersonica russa che Trump a un certo punto affermava ‘rubate’ al Reich (una linea di menzogne tipica, usata spessissimo contro la Cina, quando in realtà è il Reich che molto più di altre nazioni è colpevole di spionaggio industriale di tutti i tipi e ‘furti’ intellettuali di questo genere, oltre a basarsi da decenni sull’importazione dei ‘cervelli’ vista la catastrofica situazione delle proprie basi educative), quando le conquiste in questo settore ipersonico datano da ricerche di molti anni fa in URSS quanto il Reich non ci pensava neppure. 

E’ proprio in questo continuo oscillare ultra-narcissico tra bisogno di auto-affermazione retorica a tutti i costi ogni cinque secondi, e l’avere riconosciuto, almeno a grandissime linee, l’urgenza di alcune contraddizioni fondamentali economiche, istituzionali ed a livello di impostazione (nei limiti nei quali esiste) per il futuro, che si barcamena non solo Trump stesso, ma l’impostazione geostrategica dell’amministrazione Trump come tutto (con i rimasugli Neocon in molti angoli ed ambiti…, pensiamo anche solo a Mike Waltz, rapporto con Jeffrey Goldberg de “The Atlantic”, uno dei Neocon più spudorati nel Reich, e ‘Signalgate’, così come secondo me Marco Rubio, nonostante le superficiali apparenze di sue dichiarazioni sul ‘multipolarismo’ (in realtà più che altro da intendere come ‘accordi’ di aree di sfruttamento tra grandi potenze)). Quindi, per citare un solo esempio eclatante, il voler reimpostare l’industria energetica del Reich, e le sue basi industriali, quando, simultaneamente, si scatena l’aggressione più irrazionale, controproducente e farsesca contro gli Houthi in Yemen (con obiettivo ‘a tergo’, l’Iran), sembrerebbe per accondiscendere come al solito alla lobby Zionazi, quando dal punto di vista delle conseguenze economiche e geostrategiche è una mossa e tattica che garantisce l’affossamento di tutta la politica economica interna del Reich e di un ‘riposizionamento’ geostrategico, perlomeno nel breve e medio termine. Anche i dazi come arma ricattatoria, tranne che nei (pochi, pochissimi, ?) casi in cui convincono aziende estere a trasferire la loro produzione nel Reich, mi sembra che come quasi tutte le recenti manovre del regime trumpiano, siano sinora soprattutto teatrali, propagandistiche, proiettando l’apparenza di grande attivismo, come in politica estera, ma in realtà alla fine con scarsissimi risultati: alla fine moltissimo fumo (purtroppo anche quello di genocidi, massacri, devastazione di zone civili, in Medio Oriente) e pochissimo arrosto (direi quasi nullo sinora).

Da regressione all’infanzia a prospettiva di suicidio politico a brevissimo termine

In queste ultime settimane di marzo ed inizio aprile del 2025 l’iper attivismo di Trump e del suo regime sia a livello domestico che internazionale, in parte mi sembra una specie di teatro con forti componenti 

narcisistiche per tentare di ‘dimostrare’, a livello molto superficiale, quanto Trump stesse già realizzando una serie di promesse elettorali, quando in realtà si stanno sfaldando, ed è il ‘quarto muro’ della messinscena teatrale che in realtà diventa sempre più evidente, mentre i presunti fini e realizzazioni ‘accelerate’ si stanno sempre più rivelando come vuota pomposità, mettendo a nudo sia il teatro che l’imperatore stesso, che incessantemente vuole sia essere nella che controllare la ‘scena’.

La catastrofe delle estorsioni daziarie degli ultimi giorni è sotto gli occhi di tutti, e la retromarcia imposta dalla realtà dei mercati azionari e soprattutto obbligazionari internazionali almeno altrettanto. Il cercare di ‘salvare la faccia’ raddoppiando la posta contro la Cina, in realtà alla fine, secondo i riscontri dei migliori analisti finirà col ritorcersi contro il IV Reich stesso, in molti modi e su molti fronti: inflazione domestica, perdita di risparmi della stragrande maggioranza dei cittadini nei loro fondi per il pensionamento, interruzioni, caos, mancanza di alternative pianificate nelle catene di rifornimento, l’illudersi che la negazione-distruzione dell’esistente automaticamente potesse risultare nella rifondazione di una base industriale (sperando forse che una ulteriore escalation di ricatti ed estorsioni contro aziende e paesi terzi potesse costringere aziende a trasferirsi nel Reich, che in casi particolarmente servili e parassitari potrà forse avere qualche successo parziale, ma che perlopià, anche per mancanza di ‘ecosistemi’ ed ‘ambienti’ di infrastrutture, cultura, aziende collegate confacenti, fallirà miseramente) fa parte di questa psicopatologia da magnaccia mafioso di infima categoria che pensa che negazione, distruzione, ricatti ed estorsioni possano davvero essere una base fidata di ricostruzioni sul medio e lungo termine.

Questa catastrofe finanziario-economica distrugge già un’enorme parte delle promesse fatte durante la campagna elettorale. La politica anti-migratoria avrà ottenuto alcuni consensi, più che altro da Schadenfreude (ca. mal comune mezzo gaudio), ma in realtà così come implementati sinora, faranno poco o nulla per cambiare realmente il panorama economico e di sussistenza della quasi totalità delle classi oppresse del Reich, che cominceranno lentamente a capire che hanno inghiottito una pillola amara. Un circolo vizioso propagandistico, che colpevolizza gli ‘altri’ in tutto il mondo, per parassitismi che erano esclusivamente del capitale, soprattutto finanziario, ma non solo, sia ‘nazionale’ che globale. 

Un’altra delle promesse più importanti fatte nella campagna elettorale, e per cui sono diventati parte del regime personaggi come Tulsi Gabbard e RFK Jr., e cioè che questo presidente avrebbe evitato la trappola tipica di praticamente tutte le presidenze del Reich dalla II GM ad oggi, e cioè quella delle “endless wars” (“of aggression” bisognerebbe aggiungere…), avrebbe cercato la via diplomatica, ed il non far ricorso alla forza tanto sempre desiderata dalla Military-Industrial-Sekurity-Censorship-Congressional Komplex, che questa sarebbe stata la via seguita dal regime: anche questa promessa si sta trasformando quasi subito nel suo opposto (parzialmente per via di manipolazioni e sabotaggi di elementi Neocon, ma soprattutto dovuti all’incapacità di prendere in modo deciso una via, nel non continuare a tergiversare tra opzioni, per mediare tra fazioni, appunto in parte Neocon, delle cui presenza lui è pienamente responsabile, non importa se per opportunismo, elettoralismo, favoreggiamenti, altro: la scusa del ca. ‘non conoscere Washington’ ormai non regge più per nulla).

Invece soprattutto in MO, con le oscene dichiarazioni su Gaza ‘opportunità immobiliare’, sull’aiutare una escalation dei genocidi da parte del regime Zionazi, con il ripristino dei folli bombardamenti contro la popolazione civile dello Yemen (cf. Signalgate per alcuni degli osceni annessi di ‘opinione’ e propaganda), ma anche in Ucraina, usando tattiche negoziali con la Russia destinate al fallimento sin dall’inizio, invece che prendere una netta decisione di ritiro e non-continuazione del sostegno-manipolazione dell’Ucraina nella ‘proxy war’, con tutti i subdoli accordi sottobanco tra Kellogg, Macron e Starmer per le truppe UE, in realtà pensate come strumento di provocazione per riscatenare un ripristino della guerra dopo il riarmo dell’Ucraina, ma definite iper-Orwellianamente “reassurance forces”, mentre dall’altro lato proponeva Witkoff e qualche incontro in Arabia Saudita, in realtà senza fare nessuna concessione reale, e pretendendo un ‘cessate il fuoco’ da una Russia che sta (stra)vincendo la guerra, ‘cessate il fuoco’ completamente pretestuoso senza altri accordi molto più fondamentali per una risoluzione delle vere cause profonde dello scatenamento del conflitto, beh questa ennesima prova del doppiogiochismo, dei tradimenti, della inaffidabilità di un Reich sempre orientato verso l’aggressione, l’estorsione, il genocidio ed i conflitti, farà men che nulla per rassicurare Putin e, forse soprattutto, tanto meno i membri delle forze armate, dei servizi, ecc. russi-e, che sono in realtà coloro i quali devono condurre e pagare i costi della guerra.

In realtà a questo punto, visti tutti i tatticheggiamenti e le tergiversazioni in malafede del Reich (per non parlare delle élite UE, ancora in piena postura da conduzione Neocon dei rapporti internazionali), la Russia farebbe bene a proseguire sino in fondo una vittoria sul campo, prendendo Odessa, tutta la costiera ucraina (sul Mar Nero), tutti i maggiori centri urbani lungo lo Dniepr (Zaporozhya, Dniepropetrovsk, molti altri…) sino a Kharkiv e forse Sumi, e poi dettare le condizioni della resa ucraina, riservando le negoziazioni a concessioni riguardo un governo non neonazista, costituzionale, votato all’eradicamento del nazifascismo Banderista, e forse ad una associazione sul modello bielorusso con la Russia stessa, quindi concedendo accesso, transiti, ecc. ad Odessa, altri porti, altre città industriali sullo Dniepr ex post facto, e come parte di negoziazioni per una vera pace duratura, ed una fine del genocidio e delle oscenità istituzionali contro la popolazione russofona e contro le istituzioni delle comunità russofone (contro la russofobia nazifascista ucraina in altre parole).

Questa l’unica soluzione che garantirebbe gli obiettivi russi, e minimizzerebbe le opportunità di manipolazione, tradimento, ulteriore aggressione da parte di (pseudo)interlocutori del Reich e della “collective West”, di cui la Russia non si potrà mai fidare realmente senza che Reich e “collective West” diano prova, mediante azioni molto concrete, sincere e fattive, di avere cambiato rotta re i traguardi di ‘regime change’, scorporamento e impossessamento parassitario delle risorse russe.

Sinora il Reich ha prodotto tantissimo fumo, tantissima propaganda fasulla, ma niente che possa in realtà dare garanzie inattaccabili alla Russia, e tutte le minacce in negativo, sanzioni, ecc. il Reich le ha già provate, producendo risultati che sono l’esatto contrario del desiderato. Visti anche gli accordi recenti della Russia con l’Iran, in realtà la Russia dovrebbe molto chiaramente dichiarare che un’aggressione contro l’Iran costituirebbe un casus belli del Reich (e della “collective West”) contro la Russia. Ciò riaffermerebbe quanto il Reich in realtà ha bisogno della Russia e della Cina, non solo a livelli di economia, energia e risorse, ma anche a livello diplomatico. La Cina penso che farebbe molto bene a fare altrettanto, sottolineando ciò che la Cina potrebbe fare sul fronte diplomatico, e forse collegando negoziazioni di questo tipo al fronte della ‘guerra economica’ condotta del Reich contro la Cina (mediante dazi, ma non solo). La iper-arroganza, la boria narcisistica poggiante su fondamenta inesistenti, di vanagloria nostalgica, deve essere messa al suo posto e di fronte alla realtà, ai fatti. Se la Russia non si opponesse in maniera fortissima e fattiva contro qualsiasi tentativo di aggressione Zionazi e del Reich contro l’Iran, la Russia, come molto spesso ai tempi l’URSS, perderebbe tantissima credibilità con moltissimi suoi alleati, e si mostrerebbe a sua volta inaffidabile. Un fatto che deve considerare come ancora più importante dopo il crollo del regime siriano di Assad, anche a causa delle sanzioni, e delle ultra-disgustose manovre con IV Reich e Zionaziland dello ultra-schifoso Erdogan, che i paesi del BRICS e della ‘global majority’ farebbero bene a trattare come un ultra-puttanone, ultra-inaffidabile, servile strumento soprattutto degli imperialismi occidentali. Estremamente difficile vedere però come uscire da questa situazione in Turchia, visto che quasi sicuramente qualsiasi estromissione di Erdogan porterebbe subito ad infiniti tentativi di instaurare una marionetta ancora molto più servile agli interessi del Reich e di Zionaziland. In queste circostanze il Reich deve essere confrontato con la realtà di ciò che è attualmente, e cioè che non è affatto in grado di ricattare e dettare condizioni, quando da tutti i punti di vista, economico, finanziario, militare, per non dire sociale e culturale, non ha fatto “le carte” (per citare Trump re Zelensky) per cercare di imporre in modo ricattatorio nulla… Per ora Turchia, Arabia Saudita ed India sembrano essere le tre nazioni che o fanno parte di BRICS o sono sulla soglia che mi sembra si comportino nei modi più ambigui, con il maggior numero di manovre opportuniste e ‘puttaniere’ nei rapporti con il Reich e la “Collective West” (nei limiti nei quali ancora esiste).

Ma tornando a Trump: se Trump fallisce e tradisce alla grande sia sul fronte economico (interno) sia su quello internazionale (e le spese belliche e militari sono tutt’altro che una parte inconseguente degli enormi deficit e disavanzi del Reich, e di una economia completamente pervertita in senso finanziario-parassitario-sekuritizzato) dell’evitare le inutili, devastanti, costosissime “endless wars of aggression”, la stragrande maggioranza a sostegno della piattaforma che gli ha concesso l’ultima vittoria elettorale, si squaglierà completamente. Trump sarà riuscito in un suicidio politico quasi senza precedenti come stupidità e celerità, ed aprirà la via ad un rinnovato potere dell’ala oligarchica Dem, non importa quanto squalificata e patologicamente impreparata, e sempre ossessionata dai fini neototalitari unipolari Neocon. I murmurii vanagloriosi, iper-narcissici, da teatro del potere permanente ueber-infantile, di una ca. “terza tornata” presidenziale di Trump, oltre ad essere completamente anti-costituzionali, affosseranno qualsiasi speranza di una presidenza ‘MAGA’ di Vance, che, sebbene di non molto, almeno a livello di carattere personale, e di alcune tendenze di politica estera ed interna, sembrerebbe essere un candidato meno tossico, e narcisisticamente auto-lesionista di Trump. Alla maniera tipica di molti iper-narcisisti buffoni, Trump inanella iperbole vanagloriosa dopo iperbole vanagloriosa, sia su di sé che riguardo il Reich delle sue nostalgie: ma come molti vanagloriosi, quando dovrebbe avere il coraggio di affrontare il reale, prendere decisioni difficili, e fare dichiarazioni non facili (soprattutto perchè nel reale vero, non avrà alcuna opportunità di altri 4 anni al potere a cominciare dal 2028, quindi potrebbe, se avesse questo minimo coraggio, e senso vero di un lascito storico, agire di conseguenza… invece il narcisismo dell’attimo prevale sempre su tutto il resto…), svicola, tergiversa, e soprattutto tenta di fare altro teatro all’infinito, e scaricare su altri (qualsiasi altro…) le colpe di possibili sconfitte od insuccessi…

Quasi nessuno nella sinistra reale del Reich sperava che il regime Trump si sarebbe mosso molto meglio del regime Neocon della mummia Bidenoid, ma si pensava, almeno inizialmente, dalla scelta delle persone per la sua amministrazione (tranne i Neocon come Marco Rubio e Mike Waltz, forse anche Ratcliffe, per esempio), che Trump avesse imparato dalle moltissime macchinazioni contro di lui durante Trump 1.0. Invece sembra proprio che le sue profondissime mancanze caratteriali, come lo iper-narcisismo, e qui sottolinerei un fattore che si collega molto da vicino a questo narcisimo, e cioè la costante attrazione di lusinghe da parte di iper-squallidi loschi figuri, ueber-Neokon come Lindsey Graham, suoi reali nemici o ‘falsi amici’, che è in realtà un altro fattore che sta contribuendo al suo suicidio politico così repentino, che questi fattori scrivevo, a meno di reali e profonde trasformazioni di rotta, emarginazione dei doppiogiochisti Neocon, ed abilità di sviluppare una scorza molto più dura ed impermeabile riguardo l’incessante propaganda neoliberal-neototalitaria Neocon del Mighty Wurlitzer della fognatura propagandisitico-disinformante occidentale, porteranno ad un rapidissimo fallimento dei, pochi, elementi del programma elettorale che avrebbero potuto avere qualche sviluppo positivo.

Gli sviluppi più recenti della guerra di dazi contro la Cina sembrano indicare che in realtà i fini di questa guerra siano spinti soprattutto da una fazione Neocon parecchio più ampia di quel che si pensava sinora. Bessent pare che già nel 2011 abbia preso decisioni e pubblicato opinioni che mostrano la sua grande ostilità preconcetta verso la Cina. The Duran (Alexander Mercouris soprattutto nello specifico) pensano che questa guerra di dazi in realtà non sia altro che lo stesso tipo di guerra con le sanzioni che il IV Reich aveva già inaugurato contro la Russia mentre provocava il conflitto sull’Ucraina. Quindi questi dazi ora saranno manovrati con paesi terzi per cercare di imporre ciò che sono in realtà null’altro che sanzioni secondarie contro la Cina, per poi probabilmente cercare di usare la leadership ultra-corrotta di Taiwan per arrivare ad una provocazione bellica contro la Cina, secondo gli stessi binari della provocazione in Ucraina (per l’episodio de The Duran vedi qui).

La promessa, in parte indiretta, di non intraprendere più “endless wars”, è pure perlomeno molto traballante. Soprattutto a causa dell’enorme controllo di AIPAC sul personale politico del Reich, ma anche, ipotesi sostenuta in maniera sofisticata da Alex Krainer, perché usare Zionaziland per tenere in uno stato di costante destabilizzazione l’intera area mediorientale, in realtà serve benissimo gli scopi del ‘divide et impera’ e del poter imporre facilmente, in molti modi, la propria volontà in queste regioni cruciali per l’approvvigionamento energetico globale, almeno sino a che le tecnologie a base petrolifera continueranno ad essere dominanti o, perlomeno, essenziali.

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