
di Giulio Chinappi
da https://giuliochinappi.wordpress.com
Alle elezioni dello scorso 28 aprile, il Congresso Nazionale Unito guidato da Kamla Persad-Bissessar ha riconquistato la maggioranza parlamentare a Trinidad e Tobago dopo dieci anni di governo liberale, promettendo rilancio economico, politiche sociali e forte autonomia dall’influenza statunitense.
Lo scorso 28 aprile, i cittadini di Trinidad e Tobago si sono recati alle urne per eleggere i 41 membri della Camera dei Rappresentanti, ponendo fine a un decennio di dominio del People’s National Movement (PNM) e riportando al governo lo United National Congress (UNC) guidato da Kamla Persad-Bissessar. La vittoria dell’opposizione non è stata soltanto un ribaltamento dei numeri parlamentari, ma segna anche un chiaro mutamento di indirizzo politico interno ed estero, con implicazioni significative per la geopolitica caraibica e i rapporti con gli Stati Uniti.
Ripercorrendo le vicende delle ultime settimane, le elezioni sono state indette il 18 marzo, quando la presidente Christine Kangaloo, su consiglio del primo ministro Stuart Young (PNM), ha sciolto il Parlamento. L’iter elettorale si è svolto in un clima di forte insicurezza interna, scaturita dal picco di violenza registrato nel 2024 (624 omicidi) e dallo stato di emergenza in vigore sino a metà aprile. In particolare, il PNM, che aveva vinto le due precedenti elezioni legislative, restando al potere per dieci anni, è apparso in difficoltà nell’affrontare l’emergenza criminalità e la stagnazione economica post-Covid.
Secondo i risultati ufficiali, l’UNC ha conseguito 26 seggi, facendo segnare un incremento di 7 deputati rispetto al 2020, conquistando la maggioranza assoluta e garantendosi dunque la posizione di forza guida del prossimo governo. Il PNM si è attestato a 13 seggi, perdendone 8 e passando all’opposizione dopo dieci anni di governo. Il nuovo Tobago People’s Party (TPP), guidato da Farley Augustine, infien, ha ottenuto entrambi i seggi dell’isola di Tobago, rompendo il tradizionale dualismo politico tra UNC e PNM. L’affluenza ha raggiunto appena il 54%, facendo segnare un record negativo nella storia dell’arcipelago caraibico, a testimonianza di crescente apatia elettorale tra i giovani e di un complessivo malcontento verso il sistema bipartitico tradizionale.
Ad ogni modo, commentando i risultati, Barry Padarath, esponente della formazione vittoriosa, ha affermato che si tratta «del miglior risultato nella storia dell’UNC dalla sua fondazione». Secondo il programma elettorale presentato dalla formazione progressista, il piano dell’UNC punta innanzitutto a ridurre le imposte sulle imprese: tra le misure più rilevanti, la diminuzione dell’aliquota sui profitti aziendali e l’abolizione dei tributi sulla proprietà di impianti, attrezzature e terreni dei produttori. L’obiettivo è abbattere i costi operativi, favorendo nuovi investimenti e la crescita dell’industria locale. Parallelamente, si prevede la semplificazione delle procedure burocratiche per l’avvio di start-up, al fine di stimolare l’imprenditorialità giovanile e contrastare la fuga dei cervelli verso mercati esteri.
Sul fronte sociale, il governo Persad-Bissessar intende rafforzare il sistema pensionistico, aumentare gli stipendi dei dipendenti pubblici e potenziare l’assistenza sanitaria, con la riapertura di ospedali pediatrici. All’istruzione verrà dedicata particolare attenzione: l’introduzione obbligatoria dello spagnolo come seconda lingua nelle scuole mira a migliorare l’occupabilità dei giovani nel mercato sudamericano, mentre il corso di Economia Digitale diventerà prioritario per formare competenze in linea con le esigenze globali, secondo quanto si legge nel programma del partito.
Nella lotta alla criminalità organizzata, l’UNC si è impegnata a istituire un nuovo Ministero della Sicurezza Nazionale, rafforzando le forze di polizia e promuovendo programmi di prevenzione rivolti alle fasce più vulnerabili. La revoca anticipata dello stato di emergenza non deve tradursi in un indebolimento dello Stato di diritto, ha sottolineato la leader di partito, ribadendo che la sicurezza è «una priorità irrinunciabile».
Tuttavia, il vero tratto distintivo del nuovo esecutivo è l’avvio di una politica estera indipendente dall’egemonia statunitense. Dopo dieci anni di PNM, definito più «regionalista» e generalmente incline a trovare compromessi favorevoli a Washington, l’UNC ha scelto un orientamento chiaramente critico verso l’«imposizione unilaterale» statunitense nella regione. A tal proposito, Kamla Persad-Bissessar ha dichiarato: «Non accetteremo ingerenze che compromettono la nostra sovranità. Intendiamo costruire rapporti basati sul rispetto reciproco e sul riconoscimento degli interessi dei nostri popoli».
Viste le parole della nuova leader del governo e la posizione del suo partito, si prevede che la futura gestione delle riserve transfrontaliere di gas con il Venezuela, progetto bloccato negli ultimi anni dalla «massima pressione» degli USA su Caracas, sarà rinnovata in modo da tutelare gli interessi nazionali e promuovere la cooperazione sud-sud. Non a caso, proprio il governo venezuelano è stato tra i primi a complimentarsi con Persad-Bissessar per la sua vittoria, elogiando la vittoria dell’UNC come «passo avanti per la democrazia caraibica» e sottolineando la continuità dei progetti congiunti, in particolare nel campo del gas naturale, assicurando «un approvvigionamento affidabile» a Port of Spain.
Anche il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha espresso «congratulazioni a Kamla Persad-Bissessar per il successo elettorale», ribadendo la volontà dell’Avana di «continuare a rafforzare le relazioni bilaterali e di cooperazione», in linea con la fratellanza caraibica e la solidarietà anti-imperialista. Il ministro degli Esteri Bruno Rodríguez ha aggiunto su X la piena disponibilità di Cuba a «intensificare i legami in progetti energetici e sociali».
Dal canto suo, il governo del Nicaragua ha inviato un messaggio firmato dal presidente Daniel Ortega e dalla vicepresidentessa Rosario Murillo, nel quale il governo di Managua saluta la vittoria dell’UNC e manifesta l’intenzione di rafforzare la «fratellanza caraibica» e la cooperazione per la pace e lo sviluppo comune.
Anche il Ministero degli Esteri messicano ha inviato le proprie congratulazioni a Kamla Persad-Bissessar e all’UNC, sottolineando il comune patrimonio caraibico e lo spirito di «una regione più prospera e solidale». Il Messico ha inoltre ribadito la propria disponibilità a promuovere commercio e investimenti senza subire condizionamenti esterni.
Il governo Persad-Bissessar si insedierà ufficialmente all’inizio di maggio, con il duplice mandato di rilanciare l’economia e garantire la sicurezza interna; tuttavia, la sovranità energetica e la libertà di manovra internazionale rappresenteranno la vera cartina di tornasole della nuova amministrazione. Nei prossimi mesi, il nuovo esecutivo dovrà dunque rinegoziare gli accordi sul gas con il Venezuela, in contrapposizione alle pressioni USA; attuare la riforma fiscale per ridurre l’onere sulle imprese e attrarre investimenti esteri non legati a Washington; contrastare il malcontento giovanile, aumentando l’occupazione qualificata e l’inclusione democratica. Sul piano estero, il consolidamento di un asse Caraibi–America Latina autonomo rispetto agli Stati Uniti potrà trasformare Port of Spain in un interlocutore cruciale per le politiche anti-imperialiste e di integrazione regionale.
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