TRIMARIUM. Porto di Trieste: da piattaforma infrastrutturale a bastione della NATO

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di Maria Morigi

Giovedì 5 settembre alla Scuola Interpreti dell’ Università di Trieste – Narodni Dom (in sloveno Casa del popolo) sede delle organizzazioni degli sloveni triestini, incendiato dai fascisti il 13 luglio 1920, episodio che segnò l’inizio dello squadrismo organizzato – si è tenuta la presentazione del libro di Paolo Deganutti “TRIESTE PORTO INTERNAZIONALE O BASTIONE MILITARE DELLA NATO?” organizzato dalla Associazione Studentesca del Fronte della Primavera Triestina/Zveza Tržaške Pomladi.

Il libro di Deganutti molto ben documentato con saggi di geopolitica apparsi sui media occidentali, ripercorre le vicende portuali e gli interessi geo-strategici tra BRICS da un lato e Alleanza atlantica dall’altro a partire dall’apertura ai cinesi nel 2015 col progetto BRI, poi abbandonato su palese interferenza degli interessi USA, per cedere alla Germania la maggiore partecipazione azionaria. 

Tuttavia il fulcro del discorso approfondito da Deganutti non riguarda solo la capacità commerciale del porto ma denuncia pesantemente il progetto, ormai chiaro e smascherabile, a fare di Trieste un punto di forza militare o bastione della NATO.

E qui dobbiamo chiamare in causa il TRIMARIUM (Three Seas Initiative) inaugurato nel 2015 come piattaforma politica cui hanno aderito 12 Stati membri dell’UE tra Adriatico, Mar Baltico e Mar Nero (Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia) per il rafforzamento dei legami, con particolare attenzione alle infrastrutture energetiche e all’inter-connettività digitale potenziata. Il miglioramento delle connessioni, nelle intenzioni dei promotori, era la condizione essenziale per la costruzione di un’area di stabilità che potesse contribuire ad una crescita tale da colmare il divario economico est – ovest all’interno dell’UE, ribadendo il legame transatlantico con gli USA. 

Inoltre vi è la partita strategica. La costruzione di un corridoio del gas nord-sud, prevista già prima del 2015, avrebbe dovuto consentire la trasmissione del gas tra il terminal polacco di Inowinoujście e il terminal del gas croato sull’isola di Krk. Sono quindi chiare le motivazioni che hanno spinto gli USA ad inserire l’Adriatico tra le priorità della propria agenda strategica, partendo dal gas, che unisce fisicamente ed ideologicamente l’Adriatico ai Mari del Nord. Infatti l’oro blu è stato uno dei punti chiave del vertice del Three Seas Initiative di Lubiana nel 2019, in cui il segretario all’energia statunitense Rick Perry ha avallato una serie di progetti infrastrutturali miranti a realizzare l’ autonomia dei partner orientali dal gas russo. In quella sede sono stati concordati investimenti in tubazioni di metano e impianti di rigassificazione supportati dalla creazione del Three Seas Initiative Investment Fund (3SIIF), con l’Amber Infrastrutcture Group quale consulente esclusivoi.

Già lo scorso agosto ne scriveva in Marx21 Francesco Galofaroii, “ L’idea geopolitica del Trimarium si fonda sull’Intermarium, teorizzato nel periodo tra le due Guerre dal dittatore polacco Józef Piłsudski per riunire in una confederazione i Paesi che affacciano su Baltico, Adriatico, mar Nero. Restano fuori da quest’area la Germania, a ovest; ad est, Bielorussia e Russia. L’Ucraina è divenuta partner ufficiale nel giugno 2022.”

Chiariamo anche che, se a Lubiana le riunioni hanno avuto investitura politica, a Trieste si sono svolte senza forma ufficiale e recentemente hanno visto anche la partecipazione di alti esponenti militari, oltre che di imprenditori, facendo immaginare l’intenzione degli alleati atlantici di includere il porto di Trieste in un progetto strategico militare che si sta delineando di contenimento della Russia e della Cina.

E qui veniamo alla “pietra dello scandalo” con cui si è aperta la discussione del 5 settembre al Narodni Dom, e cioè l’articolo “Che diavolo sta succedendo a Trieste?”iii Di Lorenzo Maria Pacini (21 agosto 2024) ripreso da varie testate, ma assolutamente non gradito alla stampa locale (Il Piccolo)iv.

L’articolo di Pacini (che condivido in ogni virgola) è accusato di diffondere idee complottiste e, neanche a dirlo, di matrice putiniana, quando semplicemente denuncia quello che ormai chi è attento alle questioni geopolitiche sa da almeno 10 anni. Inoltre denuncia la segretezza di incontri nell’ambito del Trimarium che potrebbero mettere a rischio qualsiasi progetto di pace e distensione. Si rafforzerebbe invece, in piena contraddizione con l’opinione comune anti-bellicista, il progetto a fare del porto triestino uno strumento per operazioni militari nell’ambito dello strategico triangolo territoriale che vede Trieste in posizione “adatta” (insieme con Aviano Air Base utilizzata dall’USAF, dove ha sede il 31st Fighter Wing) a fare da “retrovia” militare logistica.

Ecco quindi che il progetto Trimarium nel suo lato orientale può servire come una “cintura” o un corridoio verticale (Nord-Sud) che tiene la Russia fuori dall’Est Europa, separando fisicamente l’UE e la Russia, influenzando gli interessi tedeschi e portando alla creazione di un collegamento – che sarà il più breve e il più diretto – fra i due mari del fronte orientale della NATO: il Mar Nero e il Mar Baltico. Una nuova linea avanzata contro la Russia che farà rimpiangere ai nostalgici la “rassicurante” linea “da Trieste a Stettino” della Guerra Fredda.

Concludo ringraziando tutti le voci critiche che cercano di risvegliare coscienze addormentate nell’accettazione supina delle decisioni strategico-politiche che vengono dall’alto dell’egemone: Palo Deganutti per il suo libro documentato, i giovani del Fronte della Primavera Triestina/Zveza Tržaške Pomladi, Lorenzo Maria Pacini che ha smascherato traffici occulti, il pubblico molto partecipe, presente al Narodni Dom.

Note:

i “L’Iniziativa dei Tre Mari. Geopolitica delle infrastrutture fra la Nuova Europa e GeRussia”

Di Raimondo Fabbri (https://www.geopolitica.info/liniziativa-dei-tre-mari-geopolitica-delle-infrastrutture-fra-la-nuova-europa-e-gerussia/ -02/07/2020)

ii Francesco Galofaro, docente di semeiotica Università IULM di Milano, del Gruppo Questioni Internazionali e Relazioni internazionali del Centro Studi Nazionale “Domenico Losurdo”, in Marx21 “La Polonia alla guida dell’Europa centro-orientale” Pubblicato il 2 Agosto 2023 

(https://www.marx21.it/internazionale/la-polonia-alla-guida-delleuropa-centro-orientale/)

iii Lorenzo Maria Pacini, Adjunct Professor presso Università Lorenzo de’ Medici e Member Consultant presso WABT – World Academy of Biomedical Sciences and Technologies 

(https://strategic-culture.su/news/2024/08/21/what-the-hell-is-happening-in-trieste/)

iv “Se la sfida della propaganda russa sul web passa per Trieste, Un sito moscovita ha rilanciato la tesi sulla «militarizzazione» del porto giuliano” di Giovanni Tomasin (01 Settembre 2024) https://ilpiccolo.gelocal.it/nordest/2024/09/01/news/propaganda_russa_fake_news_porto_trieste-14597139/

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