di Francesco Maringiò
Sappiamo bene come l’impegno della Cina allo sviluppo ed alla crescita economica non si basi soltanto sul raggiungimento degli indicatori macroeconomici nazionali, ma si dettaglia in campagne mirate allo sviluppo di specifiche aree e province. Non poteva certo far eccezione il Tibet (Xizang, in cinese), un’area che si estende per un ottavo di tutta la Cina. Già il nome in occidente evoca immagini leggendarie. Eppure, nei tempi antichi, lo Xizang era tutt’altra cosa dal leggendario Shangri-La, un paradiso perduto ai piedi dell’Himalaya (come spesso è stato descritto in Occidente in tempi moderni). Al contrario, esso incarnava piuttosto un regime teocratico nel quale il 95% della popolazione era composta da una sterminata servitù feudale sottomessa ad un sistema punitivo imposto da una classe dirigente che controllava la maggior parte delle terre coltivabili e della natura. Per questa ragione filosofi occidentali pur così diversi tra loro, quali Russeau ed Hegel, guardavano con disprezzo a questo sistema, considerato sinonimo di dispotismo orientale, in virtù della centralità conferita ad un sedicente Dio-Re. È solo con la riforma del 1959 che nello Xizang venne abolita l’autocrazia teocratica feudale che durava da quasi un millennio, ponendo le basi per il suo ingresso nella modernità.
Ma l’arretratezza atavica e strutturale di questa regione ha richiesto un impegno specifico da parte del governo centrale, che ha incluso lo Xizang tra le regioni di destinazione di progetti di sviluppo a carattere nazionale quali la “go West policy” o la Belt and Road Initiative, oppure piani di sviluppo specifici, come i 62 progetti di sostegno allo Xizang promossi nel 1994 e dei quali quest’anno ricorre il trentennale.
Nel 1994, il Governo centrale ha tenuto il Terzo Forum sul Lavoro in Xizang, focalizzato sulla costruzione economica della regione. Fu deciso, per raggiungere lo scopo, di coinvolgere tutte le altre aree della Cina per aiutare la crescita dello Xizang, formulando politiche e misure speciali per accelerarne lo sviluppo. Dal 1994 il Governo Centrale ha investito direttamente 4,86 miliardi di yuan in 62 progetti; 15 province e vari ministeri hanno fornito aiuti gratuiti per 716 progetti, contribuendo con un totale di 3,16 miliardi di yuan. Inoltre 1.900 funzionari sono stati inviati per trasmettere i principi della governance già adottati con successo in altre province anche in questa area del paese.
Oggi l’output economico totale dello Xizang ha visto una crescita progressiva e costante, con il PIL pro capite che è passato da 1.000 yuan nel 1989 a oltre 10.000 yuan nel 2006. Dal 1959 al 2023 il PIL regionale è aumentato da 174 milioni di yuan a 239 miliardi di yuan, con una crescita annuale media del 9,2%. Contestualmente, il PIL pro capite è cresciuto da 142 yuan a 65.642 yuan. Le casse pubbliche dello Stato hanno finanziato integralmente per 15 anni la formazione scolastica dei bambini di questa regione, nel loro percorso di formazione dall’asilo fino alla scuola superiore, coprendo integralmente il costo delle tasse scolastiche, del vitto e dell’alloggio di ciascuno studente.
Contemporaneamente, piani di sviluppo economico hanno permesso alla popolazione locale di crescere in numero. Stando al censimento del 2010 gli abitanti di questa regione, tanto vasta quanto strategica ammontano a 3.137.901 unità, in crescita di 421.512 individui rispetto al censimento precedente e con l’etnia tibetana che rappresenta l’86% della popolazione locale.
In Xizang in questi anni è stato oggetto di piani di sviluppo infrastrutturali e tecnologici ed è diventata una destinazione turistica molto apprezzata e rinomata. Lhasa ha registrato un notevole incremento del turismo, accogliendo quasi 37,6 milioni di visitatori nel 2023 (+60,87% rispetto al 2019). A questo ha corrisposto un aumento di gettito per le casse locali pari a 46,4 miliardi di yuan (+33% rispetto allo stesso periodo del 2019). Solo nel primo trimestre del 2024, la città ha ricevuto 3,5 milioni di turisti, con un aumento annuo dell’87,6%, generando entrate per 3,59 miliardi di yuan ed un incremento del 132,64% su base annua.
Questi dati non solo confermano la bontà del piano di sviluppo economico, ma sottraggono lo Xizang ed i suoi cittadini dalle strumentali campagne fortemente sostenute e finanziate dall’estero e che puntavano alla nascita di un movimento secessionista, come base di partenza di un programma di smembramento della sovranità nazionale cinese.
Se in questi anni si è diffusa un’idea idilliaca dello Xizang pre moderno, una incarnazione del mitologico Shangri-la in terra, patria della meditazione e della pratica della non violenza, lo si deve alle campagne mediatiche e politiche che hanno avuto nella trasfigurazione della realtà storica un tratto essenziale.
Nascondendo la violenza insita che regolava i rapporti sociali nello Xizang antico ed idealizzando un sistema feudale dove la stragrande maggioranza della popolazione era alla stregua dei servi della gleba, queste campagne hanno avuto una certa fortuna nelle opinioni pubbliche occidentali negli scorsi decenni. E lo sviluppo economico e le accresciute possibilità per i cittadini tibetani di godere appieno dei frutti della modernizzazione cinese e del poderoso sviluppo economico della propria regione e del proprio paese sono oggi la migliore garanzia alla integrità territoriale della Cina e al benessere di tutti i suoi cittadini.
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