Stati Uniti

usa ziotomdi Pedro Guerreiro, Segreteria del Partito Comunista Portoghese | da avante.pt

Traduzione di Marx21.it

Le divisioni, gli attriti e gli scontri in seno alla classe dominante negli Stati Uniti, che sono emersi ancora di più nelle recenti elezioni svoltesi nell’attuale potenza egemonica del mondo capitalista, non accennano a placarsi con la presa di possesso della presidenza degli USA da parte di Donald Trump, ma al contrario…

Forse in un modo inedito e riflettendo la dimensione della crisi, la profondità dei problemi e il complesso snodo che gli Stati Uniti si trovano ad affrontare – che anche il loro declino economico relativo sul piano mondiale evidenzia – continua a manifestarsi lo stato di degrado del sistema politico statunitense, dove emergono chiaramente la sistematica “fabbricazione” e l’utilizzo della mistificazione e della menzogna che lo caratterizza, con il sostegno nella rete e nell’azione di un numero interminabile di agenzie e servizi di informazione, dei grandi mezzi di comunicazione sociale, dei responsabili politici e, fondamentalmente, dei grandi (e contraddittori) interessi economici che questi rappresentano. Di fronte al “tutto è lecito”, è possibile equiparare le attuali manovre e trame tra la classe dominante degli Stati Uniti – in particolare quelle che mirano a discreditare, delegittimare, condizionare l’azione e persino limitare il futuro mandato del presidente – alle azioni che vengono utilizzate nelle operazioni di destabilizzazione e sovversione contro altri stati sovrani.

Va notato che, in questo contesto, continua ad essere sviluppata tutta una intensa campagna che cerca di offrire un’immagine rassicurante di ciò che hanno rappresentato i due mandati di Obama nel proseguimento dell’agenda neoliberale e aggressiva che cerca di affermare ed imporre il dominio egemonico degli USA.

Allo stesso modo, si intensifica fino all’esasperazione la campagna sulla “minaccia russa”, nascondendo cinicamente che, tra gli altri importanti aspetti, sono gli Stati Uniti e i loro alleati i responsabili della distruzione della Libia; del golpe in Ucraina; della promozione e dell’appoggio a gruppi armati e alla loro azione terroristica; del rafforzamento della NATO nell’Est dell’Europa, di cui è esempio la recente dislocazione di significativi mezzi militari degli USA in Polonia; dello sviluppo delle armi nucleari e della corsa agli armamenti; dell’installazione del sistema anti-missile statunitense in Europa e della decisione di installarlo in Asia; e della definizione della Cina come il grande avversario strategico e del rafforzamento della presenza militare degli USA nel Pacifico.

Si noti inoltre che Trump comincia ad essere utilizzato come pretesto nell’Unione Europea – e di fronte all’uscita del Regno Unito – per dare impulso a nuovi balzi nel processo di integrazione capitalista europeo, con nuovi attacchi alla sovranità nazionale e l’approfondimento della sua militarizzazione.

Non eludendo le differenze, Donald Trump non rappresenta una visione diversa per quanto riguarda gli aspetti fondamentali della società statunitense e l’affermazione e l’imposizione del dominio egemonico degli Stati Uniti. Con il suo insediamento renderà più chiari gli elementi dell’agenda che ha caratterizzato gli sviluppi delle amministrazioni USA che si sono succedute, anche nel quadro dei rapporti di cooperazione-rivalità con le altre potenze imperialiste e con i cosiddetti paesi “emergenti”.

La situazione negli Stati Uniti mette ancora una volta in evidenza che è nelle mani dei lavoratori e del popolo statunitense la costruzione di una reale alternativa che, rifiutando la falsa e illusoria “opzione” che si cerca di imporre, affronti il capitale finanziario di “Wall Street” e il complesso militare-industriale che dominano gli Stati Uniti e minacciano e aggrediscono il mondo.