Trump e Biden provano a superarsi a vicenda su chi parla più duramente alla Cina

urna vote usadi Deb Riechmann e Jonathan Lemire

da https://hosted.ap.org

traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

questo articolo mostra chiaramente come l’odio ed il fastidio verso la Cina uniscano entrambi i candidati alla presidenza

WASHINGTON (AP) – La Cina è diventata rapidamente una questione elettorale di primo piano, il Presidente Donald Trump e il democratico Joe Biden ingaggiano una rissa verbale su chi è il migliore a giocare duro contro Pechino.

La campagna elettorale di Trump ha pubblicato delle inserzioni che mostrano Biden che brinda con Xi Jinping, anche se Trump ha fatto proprio questo con Xi in Asia e ha ospitato il leader cinese nel suo club in Florida. In alcuni spot della campagna di Biden, si mostra che Trump ha minimizzato il coronavirus ed ha elogiato Xi per la trasparenza sulla pandemia, anche se è chiaro che la Cina ha nascosto al mondo i dettagli dell’epidemia. 

“Penso che sarà un’elezione assolutamente critica, ma non so chi vincerà”, ha detto il sondaggista repubblicano Frank Luntz. Luntz ha esaminatogli spot e pensa che la Cina sarà uno dei tre problemi principali, insieme all’economia e alla gestione del coronavirus. 

La Cina non è solo una questione di politica estera nelle elezioni di novembre. E’ una questione che attraversa profondamente i problemi come il virus, che ha affossato l’economia statunitense. Gli elettori si chiederanno anche se Trump o Biden possano difendere al meglio gli Stati Uniti contro le pratiche commerciali sleali della Cina, il furto dei diritti di proprietà intellettuale, le crescenti aggressioni in tutto il mondo e le violazioni dei diritti umani. 

“La persona che sembrerà più sottomessa ai leader cinesi è quella che è più in pericolo”, ha detto Luntz.

Mentre il coronavirus si diffondeva negli Stati Uniti, un sondaggio del Pew Research Center a marzo ha rilevato che gli americani hanno un’opinione sempre più negativa della Cina, il 66% diceva di averne un’opinione sfavorevole. Questa è stata la valutazione più negativa da quando la domanda è stata posta per la prima volta nel 2005. Lo stesso sondaggio ha rilevato che il 62% degli americani definisce il potere e l’influenza della Cina una minaccia importante per gli Stati Uniti, rispetto al 48% di due anni fa.

Un sondaggio dell’NBC News/Wall Street Journal di fine maggio e inizio giugno ha rilevato che gli elettori registrati si dividevano equamente su quale dei candidati sarebbe stato più bravo a trattare con la Cina, con il 43% che diceva Trump rispetto al 40% di Biden. Nel sondaggio il 5% ha giudicato Trump e Biden in modo uguale, mentre il 10% ha detto che nessuno dei due sarebbe stato all’altezza.

I consiglieri di Trump vedono la Cina come un’opportunità per ritrarre Biden come troppo rispettoso di Pechino, quando era vice presidente del Presidente Barack Obama e punto di riferimento sull’Asia, questo secondo tre funzionari della campagna elettorale di Trump e i repubblicani vicini alla Casa Bianca. La campagna ha spinto, a maggio, per collegare Biden alla Cina, con tanto di blitz pubblicitario, lo sforzo però non ha aumentato i numeri dei sondaggi di Trump. 

La campagna di Trump attribuisce al Presidente il merito di aver firmato la prima fase di un accordo commerciale con la Cina a gennaio, che ha dato impulso ai mercati azionari e apparentemente ha messo fine a una guerra commerciale. I repubblicani vogliono legare Biden agli accordi internazionali e commerciali del passato, accusati di aver prodotto un esodo di posti di lavoro nel settore manifatturiero in tutto il Midwest. È un’argomentazione che credono abbia funzionato contro Hillary Clinton quando hanno strappato gli Stati del Midwest ai Democratici nel 2016.

La Casa Bianca elenca più di due dozzine di azioni che l’amministrazione ha intrapreso da aprile per proteggere posti di lavoro, imprese e le catene di fornitura statunitensi dai danni causati dalle politiche del Partito Comunista Cinese. Ciò include la mossa della scorsa settimana di imporre sanzioni ai funzionari cinesi per il loro ruolo nella repressione delle minoranze religiose ed etniche. Più di qualche funzionario dell’amministrazione ha recentemente pronunciato discorsirichiamandosi alle politiche della Cina. 

Peter Navarro, uno dei maggiori consiglieri economici di Trump, ha continuato a battere su “Sunday Morning Futures” della Fox News Channel, dicendo che “il Partito comunista cinese ci ha praticamente colpito con quel virus mortale, quel virus armato” e ha sconvolto l’economia degli Stati Uniti. Ha suggerito che Pechino stesse usando le applicazioni dei social media come TikTok per rubare la proprietà intellettuale americana come parte di un piano per danneggiare Trump per le sue forti posizioni contro la Cina.

“Trump, compra americano. Joe Biden, compra cinese”, ha detto Navarro. 

La campagna di Trump ritiene che questo potrebbe essere in sintonia con il crescente numero di americani che hanno una visione sfavorevole della potenza asiatica. C’è anche una crescente preoccupazione per la dipendenza degli Stati Uniti dalla forniture cinesi – un fatto che ha attirato l’attenzione durante la corsa agli equipaggiamenti protettivi per gli operatori sanitari statunitensi. 

Di tanto in tanto un’altra linea di attacco da parte di Trump, nonostante non ci siano prove di irregolarità, riguarda i legami commerciali che il figlio di Biden, Hunter, ha avuto con la Cina. 

La campagna di Biden sta lavorando per ritrarre Trump come qualcuno che parla in modo duro ma che ha fallito nel fare ritenere la Cina responsabile per sua risposta al virus ed ha firmato solo la prima fase di un accordo commerciale. La campagna di Biden sostiene che, mentre l’accordo era in fase di negoziazione, Trump diceva che COVID-19 sarebbe “miracolosamente” sparito in aprile, ora è luglio e i casi ed il numero di morti sono in aumento.

“Trump ha detto che sarebbe stato duro con la Cina”, dice uno degli annunci della campagna di Biden. “Non è stato un duro. Si è fatto prendere in giro”. 

Il campo di Biden evidenzia altre vulnerabilità di Trump sulla Cina che sono emerse nel nuovo libro dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, il quale sostiene che Trump ha esortato Xi ad aumentare gli acquisti cinesi di soia e grano per aiutarlo negli stati agricoli a novembre. Bolton ha anche scritto che Trump ha detto a Xi che costruire campi di detenzione per centinaia di migliaia di musulmani e altre minoranze etniche e religiose nella Cina occidentale era “esattamente la cosa giusta da fare”.

Trump sostiene di essere stato più duro con la Cina di qualsiasi altro presidente. La campagna di Biden dice che Trump ha indebolito le relazioni con gli alleati e ha tirato fuori gli Stati Uniti dalle organizzazioni internazionali, dando alla Cina più spazio per esercitare la propria influenza. I funzionari della campagna di Biden dicono che se Biden sarà eletto, ristabilirà i rapporti con gli alleati statunitensi e riunirà la comunità internazionale per formare un fronte unito contro la Cina. 

“Ciò che mi colpisce è quanto la campagna di Trump ha pensato che la Cina sarebbe stata una questione vincente per loro”, ha detto Jeff Prescott, consigliere di politica estera di Biden.

“Si è nascosto dai segnali di avvertimento sulla pandemia per concludere il suo accordo commerciale con Xi Jinping e poi ha passato tutto gennaio e febbraio e marzo a lodare Xi – lodando la gestione del coronavirus da parte della Cina – e a parlare del suo accordo commerciale della fase uno, molto fragile”, ha detto Prescott.