Leggi liberticide e razziste negli Stati Uniti

Intervista a Carl Lipscombe
da investigaction.net

Traduzione di Marx21.it

L’Alleanza Nera per un’Immigrazione Giusta (in inglese BAJI) è un’organizzazione per la difesa della giustizia razziale e i diritti degli immigrati neri e dei cittadini nordamericani afroamericani. La BAJI fu creata nel 2006 a causa delle scandalose proposte legislative statali sull’immigrazione, proponendosi di mobilitare i cittadini neri degli Stati Uniti e ottenere il loro appoggio al movimento per i diritti degli immigrati. Da allora, la BAJI ha subito un’evoluzione fino a trasformarsi in un’organizzazione con molteplici obiettivi di difesa della popolazione afroamericana negli USA, in particolare negli ambiti della criminalizzazione di massa, della regolamentazione dell’immigrazione e della disuguaglianza economica. Si legga questa intervista a Cal Lipscombe, responsabile politico e legale della BAJI, curata da Alex Anfruns.

In occasione del 20° anniversario della Legge del 1996 sull’immigrazione, avete fatto appello alla mobilitazione dell’opinione pubblica contro di essa. Qual è il proposito della BAJI?

Ci siamo appellati al Congresso perché ritiri le leggi del 1996. Queste leggi sono tra le più dure dei codici statunitensi. I testi sull’antiterrorismo e sulla pena di morte del 1996 estendono i motivi per la detenzione e l’espulsione degli immigrati.

Sono anche le prime leggi che permettono le procedure comunemente utilizzate attualmente in caso di espulsione accelerata. Il testo illegale di riforma delle leggi sull’immigrazione e sugli immigrati che sono stati firmati pochi mesi più tardi (IIRIRA : Illegal Immigration Reform and Immigrant Responsibility Act) ha introdotto cambiamenti drastici che consentono espulsioni su base retroattiva. Inoltre, il tipo di reato che potrebbe giustificare l’espulsione si estende ora ai delitti minori, come il possesso di droga. Non si tiene più in considerazione la riservatezza delle indagini e si introduce una nuova serie di motivi nei procedimenti di custodia cautelare.

Come ciò colpisce la comunità nera e le persone senza documenti?

Più di un non cittadino (senza documenti) su cinque, di fronte a un ordine di espulsione su basi penali davanti all’Ufficio Esecutivo per la revisione dell’immigrazione, è nero. Gli immigrati neri sono i più esposti ai processi di deportazione rispetto alla popolazione immigrata in generale.

Mentre gli immigrati neri costitiscono solo il 7,2% della popolazione che non è cittadina degli Stati Uniti, rappresentano il 20,3% degli immigrati che affrontano il rischio di deportazione per motivi criminali. Ciò deve essere confrontato con il 10% del totale di tutti gli immigrati che affrontano misure di espulsione da parte dell’Ufficio Esecutivo di Controllo dell’Immigrazione.Gli immigrati neri hanno maggiori probabilità di essere detenuti per motivi criminali rispetto alla popolazione immigrata nel suo complesso. Mentre gli immigrati hanno 3,5 volte in più di probabilità di essere detenuti sulla base della violazione delle leggi sull’immigrazione che per motivi criminali, la proporzione si inverte quando gli immigrati sono neri.

Gli immigrati neri sono due volte più esposti alla detenzione su basi penali. Gli immigrati neri sono anche più esposti rispetto ai cittadini di qualsiasi origine a essere espulsi per motivi criminali.

Ci può esporre quali sono gli effetti perversi della retroattività indotti da queste leggi?

Ciò implica che una persona che abbia commesso un crimine anni fa, anche decenni prima che queste leggi fossero approvate nel 1996, può essere espulso in base a tale crimine. Inoltre, anche se ha scontato la pena per la mancanza in questione, può essere ugualmente arrestato e deportato.

Qual è l’immagine degli immigrati neri trasmessa dai media degli Stati Uniti?

Negli USA i media sono un’entità basata sui profitti. Per quanto riguarda la nostra comunità di immigrati neri, non appare come tale nei mezzi di comunicazione. Questi media si concentrano maggiormente sui paesi dell’America Latina, e l’immigrazione è collocata nel contesto dei latini del Messico, di modo che l’immagine dell’immigrazione negli Stati Uniti non è quasi mai quella dell’immigrato nero. La lotta degli immigrati neri per il loro riconoscimento da parte dei mezzi di comunicazione è solo all’inizio. Consiste nel fare ammettere che negli Stati Uniti esistono immigrati provenienti da paesi con una popolazione in grande maggioranza nera. Finché gli immigrati neri saranno ignorati dai mezzi di comunicazione, saremo anche marginalizzati dalla presa di coscienza globale del problema. Pertanto, i problemi degli immigrati neri hanno poche possibilità di essere affrontati anche da organizzazioni di difesa dei diritti degli immigrati, nel cui seno gli immigrati neri lottano per essere riconosciuti.

Noi della BAJI vogliamo avvicinare alcuni dei nostri partner ad affrontare i problemi specifici degli immigrati neri. Perché sebbene condividiamo l’essenza di questi problemi con gli altri immigrati, abbiamo comunque problemi più specifici: come la criminalizzazione massiccia e sistematica, o il livello anormalmente elevato delle espulsioni che dobbiamo affrontare solo perché siamo immigrati e neri. Questa è una delle ragioni per cui la BAJI insiste sull’informazione e l’educazione del grande pubblico, come pure sul lavoro di comunicazione nelle reti sociali. Per questo stiamo lottando, per il riconoscimento delle nostre comunità.

Che cosa pensa del sistema carcerario degli Stati Uniti e in particolare del fenomeno del sovraffollamento?

La BAJI crede nell’abolizione di ogni forma di carcerazione, compreso il regime di isolamento in cella, la prigione, i centri di detenzione…

Crediamo che le somme spese per le detenzioni debbano essere impiegate in programmi di riabilitazione, consulenza, supporto, formazione, educazione e alloggi. Ciò rafforzerebbe molto di più la sicurezza pubblica.