John Pilger, “Non disturbate l’America mentre si prepara una nuova guerra”

clinton guerrada www.lantidiplomatico.it

“Il messaggio nel paese è chiaro “turatevi il naso” e votate per la Clinton. Ma in questo modo, si alimenta il mostro e ci si prepara per un’altra guerra”

Dopo aver “coperto” quattro campagne, John Pilger, il grande giornalista australiano, nel suo ultimo articolo per Counterpunch racconta di esser voluto tornare negli Usa in un anno elettorale.

Parte da questa premessa Pilger ricordando un fatto a cui aveva assistito negli Stati Uniti. “Alcuni anni fa ad una nota rappresentazione “The Price of Freedom” al venerabile Smithsonian Institution a Washington, venivano dette queste incredibili bugie in rapida successione: la bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki ha salvato “milioni di persone”, gli iracheni “sono stati liberati con bombardamenti aerei dalla precisione senza precedenti”. I toni erano trionfalistici: solo gli americani sono pronti ad impegnarsi per il prezzo della libertà”.

L’elezione del 2016 non riguarda solo l’ascesa di Donald Trump e Bernie Sanders, ma riguarda, prosegue Pilger, la resilienza di un silenzio sui crimini di una divinità auto-celebrata. Un terzo dei membri delle Nazioni Unite si sono sentiti arrivare gli stivali di Washington, che ha rovesciato governi, sovvertito la democrazia, imposto blocchi e boicottaggi. La maggior parte dei presidenti responsabili sono stati liberali – Truman, Kennedy, Johnson, Carter, Clinton, Obama.

Il record di perfidia è totalmente capovolta nella mente pubblica. Ha scritto Harold Pinter, che “non è mai accaduto. Nulla è mai accaduto. Anche quando stava accandendo non stava accadendo.  Non importava. Non era di interesse e quindi non importava….”. Pinter parlava di “clinica manipolazione del potere come una forza per il bene universale. Si tratta di un geniale atto di successo ipnotico”.

Prendete Obama, prosegue Pilger. Mentre si prepara a lasciare l’ufficio, l’opera di servilismo è iniziata molto prima. “E’ cool”. Uno dei presidenti più violenti della storia, Obama ha perseguito più informatori (coloro che dicono la verità) di ogni altro presidente e ha lanciato una campagna terroristica mondiale attraverso i droni senza precedenti.

Nel 2009, Obama ha promesso di aiutare “a rimuovere dal mondo le armi nucleari” e ha anche vinto un Premio Nobel per la pace. Nessun altro presidente statunitense ha mai costruito tante testate atomiche come lui.  James Bradley, autore di Flags of Our Fathers e figlio di uno dei soldati che hanno issato la bandiera a Iwo Jima, ha dichiarato: “[Un] grande mito che sta emergendo è quello di Obama come una sorta di ragazzo tranquillo che sta cercando di sbarazzarsi delle armi nucleari. E ‘il guerriero nucleare più grande che ci sia. Ci ha impegnato in una corsa rovinosa costata un trilione dollari. La gente vive in questa fantasia frutta di conferenze stampa e discorsi vaghi buonisti che non sono assolutamente collegati alla politica attuale”.

Da quello che dice Obama è in corso una nuova guerra fredda, il presidente russo è un pazzo criminale, i cinesi minacciano la vita degli americani. 

Né Hillary Clinton né Bernie Sanders hanno detto nulla contro tutto questo, prosegue Pilger nella sua lunga analisi. Non vi è alcun rischio e pericolo per gli Stati Uniti; per loro, il più grande rafforzamento militare ai confini della Russia dalla seconda guerra mondiale non è mai avvenuto. L’11 maggio, in Romania è entrata “in funzione” una base Nato con “difesa missilistica”, con missili americani nel cuore della Russia, seconda potenza nucleare del mondo.

In Asia, il Pentagono sta inviando navi, aerei e forze speciali per le Filippine per minacciare la Cina. Gli Stati Uniti circonda già la Cina con centinaia di basi militari in un arco che va da Australia, in Asia e in tutto l’Afghanistan. Obama chiama questo un “pivot”. Come diretta conseguenza, la Cina ha cambiato la sua politica di armamenti nucleari ad uno stato di massima allerta e ha messo sottomarini in mare con le armi nucleari. La scala mobile sta accelerando.

E’ stata Hillary Clinton come Segretario di Stato nel 2010 che ha elevato la questione della sovranità su alcune rocce nel Mar cinese meridionale in questione internazionale. L’isteria di CNN e BBC hanno fatto il resto. In un nuovo war game nel 2015, con l’Operation Talisman Sabre, Stati Uniti e Australia hanno bloccato lo Stretto di Malacca da dove passa il petrolio e le merci cinesi. Ma questa non è stata una notizia.

Clinton ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno “un interesse nazionale” nelle acque asiatiche. Le Filippine e il Vietnam sono state incoraggiate e corrotte a perseguire le loro rivendicazioni e le loro vecchie inimicizie contro la Cina. In America, chiaramente, le persone sono state indotte a vedere la posizione cinese da difensiva in offensiva.

Una strategia similare contro la Russia.

Clinton, la “candidata donna”, ha lasciato una serie di colpi di stato nel suo cammino: Honduras, Libia (con omicidio dell’ex Presidente) e Ucraina. L’ultimo è ora uno stato fantoccio della Cia con nazisti e corsari di una guerra contro la Russia. E’ stato attraverso l’Ucraina che Hitler ha invaso l’Unione Sovietica, che ha perso 27 milioni di persone. La campagna presidenziale di Hillary ha ricevuto soldi da nove dei 10 maggiori aziende di armi.

Sanders, prosegue Pilger, l’uomo che ispira fiducia per tanti giovani americani, non è molto differente dalla Clinton in politica estera. Ha sostenuto il bombardamento illegale di Bill sulla Serbia, supporta il terrorismo di Obama con i droni, il ritorno di forze speciali (della morte) in Iraq. Non ha detto nulla sulle minacce alla Cina e la corsa nucleare. Sostiene il processo contro Snowden e ha definito Hugo Chavez “un dittatore comunista morto”. Ha promesso di supportare la Clinton se sarà nominata.

L’elezione di Trump o Clinton è la vecchia illusione della scelta quando una scelta non c’è: due facce della stessa medaglia.  Come capro espiatorio sulle minoranze e promettendo di “fare grande l’America di nuovo”, Trump è un’espressione di estrema destra populista; tuttavia il pericolo di Clinton può essere più letale per il mondo.

L’isteria nei media liberali contro Trump serve lo scopo di creare un’illusione “di dibattito libero ed aperto” e di “democrazia al lavoro”. Le sue visioni sugli immigrati e i musulmani sono grottesche, ma il deportatore delle fasce più povere della popolazione non è Trump ma Obama: negli Stati Uniti la popolazione carceraria di afro-americani è maggiore di quella nei gulag di Stalin.

Questa campagna elettorale non è sul populismo ma sul liberismo Usa, un’ideologia che si vede come superiore e quella vera. Quelli sulla sua ala destra sono come gli imperialisti cristiani del 19 ° secolo, con una missione data da Dio e il dovere di convertire (conquistare).

In Gran Bretagna è il blairismo. Il criminale di guerra (cristiano) Tony Blair se l’è cavata con la sua preparazione segreta per l’invasione dell’Iraq in gran parte perché la classe politica liberale e dei media è rimasto ipnotizzato per il suo “cool Britannia”. Nel Guardian, l’applauso era assordante; è stato chiamato “mistico”. 

L’equivalente negli Stati Uniti sono i guerrafondai politicamente corretti sul New York Times, il Washington Post e la TV di rete che dominano il dibattito politico. “Ho guardato un furioso dibattito sulla CNN sull’infedeltà di Trump. Era chiaro, hanno detto, di un uomo del genere non ci si poteva fidare alla Casa Bianca. Nulla è stato detto sull’80 per cento degli americani il cui reddito è crollato ai livelli 1970. Nulla sulla deriva verso la guerra. Il messaggio è chiaro “turatevi il naso” e votate per la Clinton. Ma in questo modo, si alimenta il mostro e ci si prepara per un’altra guerra”, ha concluso Pilger.

 

“Il messaggio nel paese è chiaro “turatevi il naso” e votate per la Clinton. Ma in questo modo, si alimenta il mostro e ci si prepara per un’altra guerra”

Dopo aver “coperto” quattro campagne, John Pilger, il grande giornalista australiano, nel suo ultimo articolo per Counterpunch racconta di esser voluto tornare negli Usa in un anno elettorale.
 
Parte da questa premessa Pilger ricordando un fatto a cui aveva assistito negli Stati Uniti. “Alcuni anni fa ad una nota rappresentazione “The Price of Freedom” al venerabile Smithsonian Institution a Washington, venivano dette queste incredibili bugie in rapida successione: la bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki ha salvato “milioni di persone”, gli iracheni “sono stati liberati con bombardamenti aerei dalla precisione senza precedenti”. I toni erano trionfalistici: solo gli americani sono pronti ad impegnarsi per il prezzo della libertà”.
 
L’elezione del 2016 non riguarda solo l’ascesa di Donald Trump e Bernie Sanders, ma riguarda, prosegue Pilger, la resilienza di un silenzio sui crimini di una divinità auto-celebrata. Un terzo dei membri delle Nazioni Unite si sono sentiti arrivare gli stivali di Washington, che ha rovesciato governi, sovvertito la democrazia, imposto blocchi e boicottaggi. La maggior parte dei presidenti responsabili sono stati liberali – Truman, Kennedy, Johnson, Carter, Clinton, Obama.
 
Il record di perfidia è totalmente capovolta nella mente pubblica. Ha scritto Harold Pinter, che “non è mai accaduto. Nulla è mai accaduto. Anche quando stava accandendo non stava accadendo.  Non importava. Non era di interesse e quindi non importava….”. Pinter parlava di “clinica manipolazione del potere come una forza per il bene universale. Si tratta di un geniale atto di successo ipnotico”.
 
Prendete Obama, prosegue Pilger. Mentre si prepara a lasciare l’ufficio, l’opera di servilismo è iniziata molto prima. “E’ cool”. Uno dei presidenti più violenti della storia, Obama ha perseguito più informatori (coloro che dicono la verità) di ogni altro presidente e ha lanciato una campagna terroristica mondiale attraverso i droni senza precedenti.
 
Nel 2009, Obama ha promesso di aiutare “a rimuovere dal mondo le armi nucleari” e ha anche vinto un Premio Nobel per la pace. Nessun altro presidente statunitense ha mai costruito tante testate atomiche come lui.  James Bradley, autore di Flags of Our Fathers e figlio di uno dei soldati che hanno issato la bandiera a Iwo Jima, ha dichiarato: “[Un] grande mito che sta emergendo è quello di Obama come una sorta di ragazzo tranquillo che sta cercando di sbarazzarsi delle armi nucleari. E ‘il guerriero nucleare più grande che ci sia. Ci ha impegnato in una corsa rovinosa costata un trilione dollari. La gente vive in questa fantasia frutta di conferenze stampa e discorsi vaghi buonisti che non sono assolutamente collegati alla politica attuale”.
 
Da quello che dice Obama è in corso una nuova guerra fredda, il presidente russo è un pazzo criminale, i cinesi minacciano la vita degli americani. 
 
Né Hillary Clinton né Bernie Sanders hanno detto nulla contro tutto questo, prosegue Pilger nella sua lunga analisi. Non vi è alcun rischio e pericolo per gli Stati Uniti; per loro, il più grande rafforzamento militare ai confini della Russia dalla seconda guerra mondiale non è mai avvenuto. L’11 maggio, in Romania è entrata “in funzione” una base Nato con “difesa missilistica”, con missili americani nel cuore della Russia, seconda potenza nucleare del mondo.
 
In Asia, il Pentagono sta inviando navi, aerei e forze speciali per le Filippine per minacciare la Cina. Gli Stati Uniti circonda già la Cina con centinaia di basi militari in un arco che va da Australia, in Asia e in tutto l’Afghanistan. Obama chiama questo un “pivot”. Come diretta conseguenza, la Cina ha cambiato la sua politica di armamenti nucleari ad uno stato di massima allerta e ha messo sottomarini in mare con le armi nucleari. La scala mobile sta accelerando.
 
E’ stata Hillary Clinton come Segretario di Stato nel 2010 che ha elevato la questione della sovranità su alcune rocce nel Mar cinese meridionale in questione internazionale. L’isteria di CNN e BBC hanno fatto il resto. In un nuovo war game nel 2015, con l’Operation Talisman Sabre, Stati Uniti e Australia hanno bloccato lo Stretto di Malacca da dove passa il petrolio e le merci cinesi. Ma questa non è stata una notizia.
 
Clinton ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno “un interesse nazionale” nelle acque asiatiche. Le Filippine e il Vietnam sono state incoraggiate e corrotte a perseguire le loro rivendicazioni e le loro vecchie inimicizie contro la Cina. In America, chiaramente, le persone sono state indotte a vedere la posizione cinese da difensiva in offensiva.
 
Una strategia similare contro la Russia.
 
Clinton, la “candidata donna”, ha lasciato una serie di colpi di stato nel suo cammino: Honduras, Libia (con omicidio dell’ex Presidente) e Ucraina. L’ultimo è ora uno stato fantoccio della Cia con nazisti e corsari di una guerra contro la Russia. E’ stato attraverso l’Ucraina che Hitler ha invaso l’Unione Sovietica, che ha perso 27 milioni di persone. La campagna presidenziale di Hillary ha ricevuto soldi da nove dei 10 maggiori aziende di armi.
 
Sanders, prosegue Pilger, l’uomo che ispira fiducia per tanti giovani americani, non è molto differente dalla Clinton in politica estera. Ha sostenuto il bombardamento illegale di Bill sulla Serbia, supporta il terrorismo di Obama con i droni, il ritorno di forze speciali (della morte) in Iraq. Non ha detto nulla sulle minacce alla Cina e la corsa nucleare. Sostiene il processo contro Snowden e ha definito Hugo Chavez “un dittatore comunista morto”. Ha promesso di supportare la Clinton se sarà nominata.
 
L’elezione di Trump o Clinton è la vecchia illusione della scelta quando una scelta non c’è: due facce della stessa medaglia.  Come capro espiatorio sulle minoranze e promettendo di “fare grande l’America di nuovo”, Trump è un’espressione di estrema destra populista; tuttavia il pericolo di Clinton può essere più letale per il mondo.
 
L’isteria nei media liberali contro Trump serve lo scopo di creare un’illusione “di dibattito libero ed aperto” e di “democrazia al lavoro”. Le sue visioni sugli immigrati e i musulmani sono grottesche, ma il deportatore delle fasce più povere della popolazione non è Trump ma Obama: negli Stati Uniti la popolazione carceraria di afro-americani è maggiore di quella nei gulag di Stalin.
 
Questa campagna elettorale non è sul populismo ma sul liberismo Usa, un’ideologia che si vede come superiore e quella vera. Quelli sulla sua ala destra sono come gli imperialisti cristiani del 19 ° secolo, con una missione data da Dio e il dovere di convertire (conquistare).
 
In Gran Bretagna è il blairismo. Il criminale di guerra (cristiano) Tony Blair se l’è cavata con la sua preparazione segreta per l’invasione dell’Iraq in gran parte perché la classe politica liberale e dei media è rimasto ipnotizzato per il suo “cool Britannia”. Nel Guardian, l’applauso era assordante; è stato chiamato “mistico”. 
 
L’equivalente negli Stati Uniti sono i guerrafondai politicamente corretti sul New York Times, il Washington Post e la TV di rete che dominano il dibattito politico. “Ho guardato un furioso dibattito sulla CNN sull’infedeltà di Trump. Era chiaro, hanno detto, di un uomo del genere non ci si poteva fidare alla Casa Bianca. Nulla è stato detto sull’80 per cento degli americani il cui reddito è crollato ai livelli 1970. Nulla sulla deriva verso la guerra. Il messaggio è chiaro “turatevi il naso” e votate per la Clinton. Ma in questo modo, si alimenta il mostro e ci si prepara per un’altra guerra”, ha concluso Pilger.