da Sinistra.ch
Pubblichiamo di seguito la traduzione di un articolo di Premilla Nadasen, apparso sul sito dell’edizione online della rivista statunitense “Jacobin”. (Il testo in lingua originale inglese è raggiungibile da qui).
Bill Clinton sviscerò il welfare e criminalizzò i poveri, tutto ciò mentre incanalava sempre più soldi nel sistema carcerario.
L’elezione di Bill Clinton nel 1992 avrebbe dovuto significare un punto di svolta nella politica americana. I liberali esalarono un sospiro di sollievo, credendolo una rottura più che mai necessaria con l’era del “governo snello” e dei tagli allo stato sociale di Reagan-Bush.
Ma l’ottimismo che circondava l’elezione di Clinton ignorava la distruzione che la sua amministrazione avrebbe portato ai poveri e alla classe lavoratrice, in particolare agli afroamericani, e che mascherava non solo la continuità ma l’intensificazione delle politiche “contro i poveri”. Piuttosto che offrire una tregua dalla scure dell’austerità, Clinton portò l’agenda Reagan-Bush un passo oltre. Se la sua amministrazione era un punto di svolta, lo fu nella direzione sbagliata.