Si dovrebbe permettere agli Stati Uniti di stabilire le proprie basi sul suolo norvegese?

Da mesi le popolazioni di molte città e villaggi norvegesi si mobilitano contro l’espansione americana in Norvegia. Un popolo poco propenso alle manifestazioni ha pertanto organizzato molti momenti pubblici contro quello che viene percepito come un inutile e pericoloso ampliamento della presenza militare americana in Norvegia.

L’anno scorso il governo norvegese ha sottoscritto un nuovo patto con quello americano, che permette la costruzione di 4 basi americane in Norvegia. L’arrivo dei primi soldati così come l’emersione di diversi sottomarini nucleari americani nei porti norvegesi hanno ulteriormente aumentato l’allarme.

Per dare conto di questa situazione ho tradotto questo articolo, scritto da due dirigenti sindacali di cui una è stata parlamentare per il Partito Rosso Verde. Sebbene il norvegese somigli allo svedese, che peraltro parlo a un livello medio basso, ci saranno sicuramente errori di traduzione che vi chiedo di segnalarmi. Ho preferito dare conto della situazione anche incorrendo in errori e imprecisioni di traduzione. (Lorenzo Battisti)

Traduzione di Lorenzo Battisti

Fonte: https://www.nationen.no

Se questo accordo sarà adottato, la politica standard norvegese, che impedisce le basi straniere sul suolo norvegese, verrà definitivamente cancellata.

Di Ivar Gammelmo Membro del Comitato Internazionale, LO Oslo

Ingunn Gjerstad Leader di LO a Oslo

Il Ministero della Difesa sta facendo consultazioni sull’opportunità che la Norvegia concluda un accordo supplementare sulla cooperazione in materia di difesa con gli Stati Uniti, così come sulle modifiche legislative proposte.

Il nucleo dell’accordo è che gli Stati Uniti stabiliscano quattro basi militari sul suolo norvegese, ma fuori dal controllo norvegese.

Mentre la stampa norvegese (meritatamente) riempie innumerevoli pagine sugli abusi delle grandi imprese, c’è sorprendentemente poca attenzione pubblica intorno a questo caso, che nel suo contenuto è più grave.

La Norvegia come nazione cede qui il controllo sul territorio norvegese, e su ciò che le autorità militari statunitensi ritengono opportuno utilizzare in queste zone.

Con questo accordo, se sarà adottato, la politica costituzionale norvegese, che impedisce le basi straniere sul suolo norvegese, rischia di essere cancellata definitivamente.

L’accordo proposto significherebbe un ulteriore aumento della tensione tra gli Stati Uniti e la Russia nelle zone settentrionali, dove la Norvegia ha forti interessi per calo della tensione e per una collaborazione con la Russia, tra l’altro, sulla gestione delle risorse offshore.

Già questo è sufficiente a far sì che la Norvegia non debba stipulare un accordo del genere con gli Stati Uniti. Una questione fondamentale è se la Norvegia e gli Stati Uniti abbiano interessi convergenti in questa materia. È davvero nell’interesse della Norvegia contribuire in questo modo alla politica di guerra aggressiva degli Stati Uniti?

Si dice spesso che il diavolo è nei dettagli. Il progetto di accordo dà agli Stati Uniti l’accesso illimitato e il diritto di usare i cosiddetti “territori non occupati”. Le aree non occupate sono per uso congiunto con le forze norvegesi e altre forze alleate, a meno che non sia specificamente concordato che le forze statunitensi debbano avere accesso esclusivo e l’uso di parti delle aree.

La formulazione qui è sottile. Inizialmente si dice che le aree sono di uso comune, ma nella frase successiva viene dato alle forze USA l’accesso esclusivo. Le autorità norvegesi non avranno accesso fisico illimitato a queste aree. La Norvegia sta così rinunciando al controllo su parti del proprio territorio. Queste “aree riforestate” sono in realtà basi esclusive degli Stati Uniti.

E il bizzarro linguaggio del trattato continua: si sottolinea nel trattato che è stipulato nel pieno rispetto della sovranità norvegese, degli obblighi del diritto internazionale e dei diritti norvegesi. Tuttavia, gli Stati Uniti non considerano questo obbligo valido quando non è compatibile con le esigenze operative degli Stati Uniti.

Qui, agli Stati Uniti viene dato il diritto esclusivo di determinare unilateralmente ciò che costituisce un affare ufficiale, e le autorità norvegesi rinunciano al loro diritto di applicare la legge norvegese sul territorio norvegese.

Questo potrebbe anche violare la Legge fondamentale. Secondo l’articolo 25, il governo norvegese ha il comando supremo sulle forze di difesa in questo paese. L’accordo dà ad una forza militare straniera (USA) poteri così ampi e possibilità incontrollate che difficilmente si possono conciliare con il controllo che il governo deve avere sulle attività militari in Norvegia.

Inoltre, nell’articolo XII, che stabilisce le regole di giurisdizione penale, si afferma che la Norvegia rinuncia al diritto di perseguire gli atti non di servizio commessi dai membri delle forze armate statunitensi (compresi gli appaltatori privati).

Questa è un’estensione importante rispetto a ciò che si applica nel quadro della NATO, dove la giurisdizione dello Stato d’invio si applica solo agli atti ufficiali. L’accordo afferma che la Norvegia può revocare la rinuncia in casi specifici. Questo in particolarmente nell caso sia stato commesso un crimine grave, per esempio uno stupro. Tuttavia, le autorità statunitensi decideranno cosa si qualifica come servizio e non servizio.

Anche qui abbiamo un esempio della Norvegia che si inchina al grande fratello USA. La legge norvegese non avrà quindi automaticamente la precedenza in Norvegia su queste forze e i loro appaltatori, nemmeno quando si tratta di atti non di servizio. Dobbiamo stare attenti a lamentarci con il grande fratello.

L’accordo in questo caso stabilisce 4 cosiddette aree reciproche in cui gli Stati Uniti possono avere il controllo esclusivo su tutta o parte dell’area. La nota di consultazione afferma che l’inclusione di nuove aree “rinforzate” sarà decisa solo dopo l’esame del governo.

Poiché si tratta di una questione di particolare importanza, nel secondo comma dell’articolo 26 della Legge fondamentale si evince che è necessario il consenso del Parlamento. Si propone di chiedere il consenso preventivo dello Storting sulla decisione del governo di includere nuove aree dopo la consultazione con lo Storting.

Ci si può chiedere quale parte del Parlamento debba essere consultata in silenzio. Vi chiedo di unificare la vostra posizione e di fare un dibattito aperto sulle basi militare in Norvegia e sull’ubicazione di questa base militare (che in verità è un po’ più grande di quanto non lo sia in realtà).

Un sistema di consenso preliminare generale non dovrebbe in nessun caso essere adottato dallo Storting, al contrario dovrebbe essere nell’interesse di tutti e della democrazia che anche una possibile espansione futura delle basi USA diventi oggetto di un dibattito aperto nello Storting.