di Giulio Chinappi
da https://giuliochinappi.wordpress.com
La sospensione del New START, annunciata da Vladimir Putin, viene considerata in Russia come una strategia di legittima difesa di fronte ai crescenti attacchi dell’Occidente, e non come una strategia offensiva.
Nel discorso tenuto il 21 febbraio, il presidente Vladimir Putin ha annunciato la sospensione della partecipazione della Federazione Russa al New START, l’ultimo importante trattato sul controllo delle armi nucleari che vede impegnati sia Mosca che Washington. L’annuncio di Putin ha suscitato la reazione dei media e dei governi occidentali, che vedono in questa mossa della Russia una strategia offensiva, volta all’utilizzo dell’arma nucleare in Ucraina. Tuttavia, questa non è affatto la percezione prevalente a Mosca, dove la sospensione del New START è chiaramente vista come una strategia difensiva.
In effetti, Putin ha esplicitamente detto che la Russia non si ritira dal trattato, ma sospende la sua attuazione sulla scia delle dichiarazioni dei vertici NATO, e in attesa che anche le altre potenze nucleari dell’Alleanza Atlantica, ovvero Francia e Regno Unito, aderiscano all’accordo.
Dal punto di vista di Mosca, le élite occidentali stanno cercando di infliggere una sconfitta strategica alla Russia e “progettano di trasformare un conflitto locale in una fase di confronto globale” e Mosca “reagirà di conseguenza”. L’Occidente non può non rendersi conto che “è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia“, ha detto il leader russo. L’Occidente sta combattendo la Russia “sul fronte economico” per far soffrire i cittadini russi, “ma non ha raggiunto i suoi obiettivi da nessun punto di vista e non riuscirà a farlo“, ha aggiunto Putin. Al contrario, “gli autori delle sanzioni si stanno punendo da soli“. Non dovrebbe sorgere alcun dubbio, dunque, sul fatto che la Russia abbia preso in considerazione la sospensione del New START come strategia difensiva, e non offensiva.
Secondo quanto riportato dalla stampa russa, la Commissione per gli affari internazionali della Duma di Stato ha raccomandato alla camera bassa l’adozione di un disegno di legge che sospenda la partecipazione della Russia alle misure per l’ulteriore riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive. Secondo il disegno di legge, il trattato New START sarà sospeso e la decisione sulla ripresa della partecipazione della Russia al trattato sarà presa dal presidente. La legge entrerà in vigore il giorno della sua pubblicazione ufficiale.
Da parte sua, il ministero degli Esteri russo ha osservato nella sua dichiarazione che la decisione della Russia di sospendere la sua partecipazione a New START è reversibile e ha invitato Washington “a mostrare volontà politica e compiere sforzi in buona fede per una generale de-escalation e la creazione di condizioni per la ripresa del pieno funzionamento del trattato“. Il ministero ha anche affermato che, nonostante la decisione di sospendere New START, la Russia continuerà a rispettare i suoi limiti quantitativi per tutta la durata della validità del trattato.
Inoltre, la parte russa continuerà a partecipare allo scambio di notifiche con Washington sul lancio di missili balistici intercontinentali e missili balistici lanciati da sottomarini sulla base dell’accordo del 1988 tra URSS e Stati Uniti. Il ministero degli Esteri ha anche aggiunto che la Russia intende monitorare da vicino le ulteriori azioni degli Stati Uniti e dei suoi alleati “sia nel campo del New START che nel campo della sicurezza internazionale e della stabilità strategica in generale, e analizzarle in relazione ai danni agli interessi russi” e la necessità di ulteriori contromisure da parte di Mosca.
Nonostante quello che viene periodicamente pubblicato dalla stampa occidentale, sia Putin che altri esponenti di rango del governo e dell’esercito della Federazione Russa hanno sempre ribadito che Mosca non ha nessuna intenzione di utilizzare le armi nucleari, se non per ragioni difensive nel caso in cui dovesse essere messa a repentaglio l’esistenza stessa della Federazione. La sospensione del New START va dunque considerata come l’ovvia risposta al coinvolgimento della NATO, alla quale, come detto, aderiscono tre potenze nucleari, nel conflitto ucraino.
“La responsabilità di alimentare il conflitto ucraino, dell’escalation, del crescente bilancio delle vittime ricade interamente sulle élite occidentali e, naturalmente, sull’attuale regime di Kiev, per il quale il popolo ucraino è essenzialmente estraneo“, ha detto ancora Putin nel suo lungo discorso. “Il regime ucraino di oggi sta servendo gli interessi di Stati terzi piuttosto che quelli della propria nazione. L’Occidente usa l’Ucraina sia come ariete contro la Russia sia come banco di prova“.
Secondo Putin, “il progetto ‘Anti-Russia’ è in realtà una parte della politica revanscista nei confronti del nostro Paese volta a creare focolai di instabilità e conflitti nelle immediate vicinanze dei nostri confini. […] Sia allora, negli anni ’30, che adesso, l’obiettivo è lo stesso, ovvero incanalare l’aggressione verso est. Scatenare una guerra per procura in Europa e sbarazzarsi dei concorrenti“.
“Non siamo in guerra con il popolo ucraino. L’ho già detto tante volte. Il popolo ucraino è diventato ostaggio del regime di Kiev e dei suoi protettori occidentali, che hanno effettivamente occupato il Paese politicamente, militarmente ed economicamente“, ha sottolineato, ancora una volta, il leader russo.
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