di Maria Morigi
Mentre l’ Occidente – mai guarito dal virus di imperialismo neocoloniale – si sta esaurendo nel sostenere conflitti, invio di armi per cause perse, proclami di sanzioni e massacri di popolazioni civili… c’è chi dalla parte dei Paesi BRICS promuove sviluppo, infrastrutture, accordi economici e guarda avanti in un’ottica di cooperazione e reciproco vantaggio con i propri vicini.
Nel 2000 Mosca, Nuova Delhi e Teheran hanno lanciato i piani per il Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud, INSTC (7200 km). Il progetto collega la Russia all’India attraverso la rete ferroviaria iraniana, autostrade e rotte commerciali marittime, offrendo vantaggi a tutti i Paesi dell’Asia centrale e rappresentando un’alternativa al passaggio per il Canale di Suez. Il progetto in via di realizzazione esclude di fatto rapporti con l’Europa. Il 17 maggio 2023, il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il presidente Vladimir Putin hanno apposto le proprie firme sull’ accordo transnazionale per completare la costruzione della ferrovia Rasht-Astara, parte importante dell’ INSTC. Grande risonanza dai media asiatici e medio-orientali, silenzio dell’Europa che sottolinea le criticità dei rapporti di confine tra Iran e Pakistan a causa del terrorismo in zona Baluchistan e gli storici cattivi rapporti tra India e Pakistan.
Isolati dalle sanzioni occidentali, Russia e Iran hanno dunque instaurato legami economici più stretti e l’Iran cerca di sfruttare il proprio potenziale come hub di trasporto. In Iran fervono i lavori infrastrutturali: è in corso la costruzione di 3.300 chilometri di ferrovie e 560 chilometri di nuovi binari sono già entrati in funzione (il completamento dei progetti aumenterebbe la rete ferroviaria del Paese del 20%); sono in costruzione circa 6.000 km di autostrade; nel 2022 è stata inaugurata l’autostrada a quattro corsie che collega il Mar Caspio al Golfo Persico.
In questo quadro di grande sviluppo, l’India punta sul porto di Chabahar, sulla costa sud-orientale dell’Iran (Golfo di Oman), bypassando il porto pakistano di Gwadar terminal del Corridoio Economico Cina-Pakistan, prima importante iniziativa della Belt and Road che parte da Kashgar (Xinjiang), che Nuova Delhi vede con sospetto a causa delle sue rivalità con il confinante Pakistan e per non favorire gli interessi cinesi.
É anche evidente che per l’ Iran è questione decisiva conquistare Nuova Delhi, attore importante nei rapporti con Russia e Cina. Già nel 2016, Iran e India avevano firmato un Memorandum of Understanding che consentiva agli operatori indiani di lavorare a Chabahar. A novembre 2022 un diplomatico iraniano aveva visitato l’India per discutere dello sviluppo di Chabahar quale collegamento dell’India al corridoio INSTC. Secondo Teheran e Mosca la rotta porterebbe benefici politici ed economici, incrementerebbe gli scambi commerciali con l’Asia centrale e favorirebbe l’obiettivo del governo indiano di sviluppare alternative proficue per tutti al collegamento Belt and Road tra la Cina e il porto pakistano di Gwadar.
Di fatto i rapporti tra Iran e Pakistan si sono normalizzati e a tutti è chiaro che non conviene mettere in concorrenza i porti (Gwadar e Chabahar), ma anzi è preferibile sfruttarli nell’interesse comune, comprendendo gli interessi cinesi e mettendo fine a beghe di confini e alleanze contrapposte.
Di pochi giorni fa la notizia che Iran e India hanno firmato un accordo decennale per sviluppare e gestire il porto di Chabahar, rafforzando le loro relazioni strategiche. “L’importanza del porto di Chabahar trascende il suo ruolo di semplice canale tra l’India e l’Iran; funge da arteria commerciale vitale che collega l’India con l’Afghanistan e i Paesi dell’Asia centrale… Questo collegamento ha sbloccato nuove strade per il commercio e rafforzato la resilienza della catena di approvvigionamento in tutta la regione” ha dichiarato il ministro della Navigazione indiano a Teheran, dopo la firma dell’accordo.
L’accordo è stato firmato tra l’Organizzazione Portuale e Marittima dell’Iran e Indian Ports Global Limited (IPGL) che investirà nel porto attraverso un modello Build-Operate-Transfer circa 120 milioni di dollari, mentre ci saranno ulteriori 250 milioni di dollari di finanziamenti, portando il valore del contratto a 370 milioni di dollari. Dei 350 ettari totali di terreno, 50 sono assegnati esclusivamente all’India per operazioni di carico, scarico e stoccaggio. Il reddito generato dal porto sarà diviso tra Iran e India in base ad un modello finanziario concordato. La quota dell’Iran nel settore importazioni sarà del 70%, quella dell’India il 30%. L’India avrà una quota del 60% nel settore esportazioni, mentre l’Iran avrà il 40%; la quota di transito è divisa tra i due paesi al 50%.
“La firma di questo contratto segna una pietra miliare nella cooperazione strategica tra Iran e India. Non solo migliorerà le nostre relazioni bilaterali, ma contribuirà anche in modo significativo allo sviluppo economico della regione”, ha dichiarato il ministro iraniano della Zona Franca Mehrdad Bazrpash durante la cerimonia della firma. Secondo il ministro degli Esteri indiano S. Jaishankar “Spianerà la strada a maggiori investimenti “. Tutto procede dunque in netto favore degli Stati che l’Occidente indica come nemici della democrazia.
Fonte: Reuters (https://www.reuters.com/world/india/india-sign-10-year-pact-with-iran-chabahar-port-management-et-reports-2024-05-13/)
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