
Chi aveva riposto la propria fiducia in Biden può leggere questo articolo…
di Robert Burns
Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
Dopo mesi di studio il Pentagono ha deciso che non sono necessari nell’immediato grandi cambiamenti nel posizionamento globale delle forze degli Stati Uniti, anche se analizzerà ulteriormente le esigenze in Medio Oriente e farà perfezionamenti in Asia e nel Pacifico, secondo quanto detto dai funzionari lunedì.
Il risultato dello studio, iniziato a marzo sotto la direzione del Segretario alla Difesa Lloyd Austin, riflette un complesso quadro di sicurezza che l’amministrazione Biden deve affrontare, amministrazione che si è completamente ritirata dall’Afghanistan ad agosto, ma è sempre più preoccupata di contrastare la Cina nella regione Asia-Pacifico e la Russia in Europa. L’Iran rappresenta un’ulteriore sfida, anche in Iraq e Siria, che rende difficile l’assegnazione di più forze statunitensi in altre parti del mondo.
Con la Cina in mente, il Pentagono prevede di apportare miglioramenti alle infrastrutture in alcune parti del Pacifico, anche a Guam e in Australia. A settembre gli Stati Uniti hanno annunciato una nuova partnership con l’Australia e la Gran Bretagna per approfondire la sicurezza, la cooperazione diplomatica e la difesa nella regione Asia-Pacifico. Come parte della partnership AUKUS, l’Australia deve acquisire sottomarini a propulsione nucleare, e gli Stati Uniti devono aumentare gli schieramenti di forze a rotazione in Australia.
La revisione di Austin è la prima di diverse valutazioni generali da parte dell’amministrazione rispetto alle sue priorità e politiche di difesa. Esse includono una rivalutazione delle forze nucleari – la loro dimensione e composizione, così come le politiche associate al loro uso potenziale – che dovrebbe essere terminata all’inizio del prossimo anno. Il Pentagono sta anche lavorando a una strategia di difesa nazionale rivista che inquadrerebbe l’intera portata delle politiche di difesa, compreso il ruolo della deterrenza nucleare, le minacce cibernetiche, le alleanze internazionali e la modernizzazione delle forze.
Lo studio di Austin, noto come Global Posture Review, ha posto le basi per gli aggiustamenti al posizionamento delle forze statunitensi nei prossimi due o tre anni, ha detto Mara Karlin, il vice segretario ad interim della difesa. Aggiungendo che un certo numero di aggiustamenti delle forze nell’Asia-Pacifico e altrove sono in cantiere, ma richiedono ulteriori consultazioni con i governi stranieri.
Karlin ha detto che in Australia, il piano è quello di nuovi schieramenti a rotazione degli aerei da combattimento e bombardieri statunitensi, così come l’addestramento delle forze di terra degli Stati Uniti. Più in generale in tutto il Pacifico, compreso Guam, gli Stati Uniti intendono costruire nuove infrastrutture, come impianti di stoccaggio di carburante e munizioni e aggiornamenti del campo d’aviazione.
“Stiamo facendo molte cose che si spera si realizzino nei prossimi anni”, ha detto.
Alcuni cambiamenti alla postura della forza statunitense sono stati annunciati all’inizio di quest’anno. Ad aprile, per esempio, Austin ha annunciato piani per espandere la presenza militare degli Stati Uniti in Germania di 500 unità e l’interruzione della pianificazione di tagli di truppe su larga scala che erano stati ordinati dall’amministrazione Trump.
Al momento dell’annuncio di Austin, i funzionari statunitensi ed europei stavano esprimendo preoccupazione per un accumulo di forze russe vicino al confine dell’Ucraina. Quella crisi si è attenuata, ma nelle ultime settimane è tornata la preoccupazione che Mosca possa pianificare un’incursione militare in Ucraina.
Austin all’inizio di quest’anno ha anche approvato il ritiro di alcune forze di difesa aerea e missilistica dalla zona del Golfo Persico.