Sui “veleni di Putin” e le spinte imperialiste alla guerra

putin 2836730bdi Fosco Giannini

Riceviamo dal compagno Fosco Giannini (Dipartimento Esteri PCI) e pubblichiamo come contributo alla discussione sulle minacce di guerra imperialista contro la Russia.

Il PCI esprime la propria, massima, preoccupazione per l’accentuarsi dell’aggressività dei governi e degli Stati imperialisti contro la Russia e contro la Presidenza Putin. L’espulsione degli oltre cento diplomatici russi da ben 21 Paesi, che vanno ad aggiungersi ai 23 già espulsi dal governo della Gran Bretagna, rappresenta una tra le più gravi crisi diplomatiche della storia recente ed è, insieme, il segno probante di una nuova “guerra fredda” che buona parte dell’occidente capitalistico, sotto l’evidente influenza generale della NATO, scatena contro Mosca.

Inquietante è, certamente, anche la provenienza istituzionale, geopolitica e territoriale dei diplomatici russi espulsi: oltre i 23 espulsi da Londra, ben 60 di essi sono stati cacciati dagli USA, 12 dalla sede ONU di New York ( e questa misura appare particolarmente grave, poiché espressa in senso filo britannico e filo USA da una sede teoricamente imparziale), 4 dal Canada, 4, per ogni Stato, dalla Germania, dalla Francia e dalla Polonia, 2 dalla Danimarca, dai Paesi Bassi e dalla Spagna, 3 dalla Lituania e dalla Repubblica Ceca, ben 13, naturalmente, dal governo sostenuto dai gruppi nazifascisti di Kiev, in Ucraina, 2 sono stati espulsi dall’Italia, attraverso un accordo tra Gentiloni, Salvini, Di Maio, Martina del PD e Gianni Letta di Forza Italia: una nuova e grande alleanza filo USA e filo NATO all’opera.

Già diversi osservatori politici internazionali ( soprattutto sulla stampa borghese) hanno iniziato a mettere in evidenza alcune, macroscopiche, contraddizioni relative alle motivazioni e alle modalità delle espulsioni dei diplomatici russi. Il Primo Ministro britannico Teresa May, dalle cui accuse alla Russia e a Putin è partita la massiccia espulsione internazionale, ha violentemente e immediatamente indicato proprio in Putin il mandante dell’avvelenamento dell’ex spia ( sia della Russia che della Gran Bretagna) Skripal e di sua figlia. Bene: gli osservatori politici che mano a mano iniziano a ragionare, sotto il polverone ancora alto delle accuse inglesi, rimarcano il fatto che il doppio agente Skripal ( e occorre fare una grande attenzione sulla sua doppia funzione spionistica, a favore sia della Russia che della Gran Bretagna, non si sa bene in quale scansione temporale) era stato arrestato 12 anni fa, in Russia e rilasciato già da 8 anni, essendo quindi non più pericoloso, dal punto di vista delle informazioni segrete e sensibili russe. Gli osservatori politici rimarcano altresì il fatto che sarebbe stata davvero un’operazione da dilettanti allo sbaraglio, quella dei servizi segreti russi ( enfatizzati, invece, dall’occidente, per le loro presunte e feroci capacità spionistiche) che avvelenano una loro ex spia ( ormai, peraltro, innocua) direttamente con un agente nervino di produzione sovietica, il “novichok”, da lasciare poi stoltamente come traccia chiarissima per gli investigatori. Come dire al mondo intero: “attenzione, siamo stati noi russi!”.

L’altra contraddizione che gli osservatori politici internazionali meno subordinati mettono in luce è la seguente: se tutti i 60 diplomatici USA sono stati espulsi con l’accusa di spionaggio, perché ciò è avvenuto solo ora? I servizi segreti USA non ne erano già a conoscenza?

La verità, che diventerà mano a mano sempre più palese e che ridurrà l’accusa di Teresa May alla stregua di quella che Tony Blair lanciò contro Saddam Hussein ( “ha in mano la pistola fumante”) e che dette il via all’orrenda guerra imperialista contro l’Iraq, è che gli USA, la NATO e l’Ue vanno aumentando vertiginosamente e pericolosamente, per il mondo intero, la minaccia militare contro la Russia, ed è solo in questo contesto che va analizzato il pesante attacco contro Mosca e contro Putin che ha preso corpo attraverso le 123 espulsioni dei diplomatici russi. D’altra parte, il livello dell’attacco anti russo e della sua rozzezza e spregiudicatezza è tutto nella recentissima dichiarazione ufficiale del ministro degli esteri britannico, Boris Johnson che, senza ritegno, ha affermato: “Putin userà il Mondiale di calcio come Hitler usò l’Olimpiade del 1936, cioè per dissimulare il brutale, corrotto regime di cui è responsabile “. La Russia è ormai accusata di tutto, non solo di avvelenare le ex spie, ma di penetrare in tutte le reti informatiche del mondo ( anche in Italia) per dominare gli eventi e orientare le elezioni ( è stato Putin a far vincere il M56 e la Lega?) o, dal Dipartimento USA per la Sicurezza, di accingersi a sabotare le centrali elettriche e nucleari, gli impianti idrici e gli aeroporti in USA e in Europa. Il mostro è costruito, in modo di sparagli contro.

E, in effetti, la preparazione del fronte bellico contro Mosca ( in Afganistan e in Ucraina le Basi USA e NATO, nei mari dell’Asia e della Cina le flotte militari, nel Giappone riarmato il nuovo, possibile aggressore contro Mosca e Pechino) è davvero il primo obiettivo della guerra di “distrazione di massa” che gli USA, la NATO e l’Ue stanno portando avanti.

In questo quadro va considerata la collocazione dei nuovi ordigni nucleari B61-12 USA in Europa; i nuovi 16,5 miliardi di dollari che il Pentagono sta investendo per rafforzare la presenza militare statunitense in Europa; la stessa operazione “Atlantic Resolve” statunitense, diretta a rafforzare il trasferimento di forze terresti, navali e aeree USA in Europa orientale, trasferimento irrobustito dalla presenza di forze militari dell’Ue, compresa l’Italia. Rispetto a tutto ciò vanno lette le parole del segretario generale della NATO, Stoltenberg, che, novello dottor Stranamore, ha affermato: “ La Russia è irresponsabile. La NATO risponderà”. E risponderà, a seguire gli eventi, trasformando l’Europa ( a direzione Ue) in un’unica, immensa base militare USA e NATO.

E’ un classico della storia moderna ( dal Golfo del Tonchino alle presunte armi chimiche di Saddam Hussein) la ricerca, da parte degli USA e del fronte imperialista, del motivo, della scusa per scatenare la guerra. La verità è che i rapporti di forza nel mondo tra fronte imperialista e antimperialista sono cambiati e il secondo ha spuntato le unghie al primo, indebolendolo soprattutto dal punto di vista economico. Da qui, utilizzando la tradizione, la spinta odierna degli USA, della NATO e dell’Ue all’aggressività militare, anche attraverso la consolidata tecnica della menzogna internazionale e della demonizzazione del nemico.

Occorrerebbe, per difendere la pace, che tutti lo capiscano, innanzitutto coloro che con troppa facilità, anche per pregiudizio ideologico e culturale, sono subiti inclini ad accettare che Mosca e Putin siano i nuovi mostri. E’ molto più probabili, a ben vedere, che l’orrore venga da un’altra parte.