di Medea Benjamin e Nicolas J. S. Davies
da https://original.antiwar.com
Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
La riunione di febbraio dei ministri della difesa della NATO (North Atlantic Treaty Organization), la prima da quando il presidente Biden ha preso il potere, ha disvelato un’alleanza antiquata e vecchia di 75 anni che, nonostante i suoi fallimenti militari in Afghanistan e Libia, sta ora rivolgendo la sua follia militare verso due nemici ancora più formidabili e dotati di armi nucleari: Russia e Cina.
Questo tema è stato enfatizzato dal segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin in un editoriale del Washington Post prima della riunione della NATO, insistendo sul fatto che “i comportamenti aggressivi e coercitivi da parte di concorrenti strategici come la Cina e la Russia rafforzano il nostro credo nella sicurezza collettiva”.
Usare la Russia e la Cina per giustificare un maggiore incremento militare occidentale è un elemento chiave nel nuovo “Concetto Strategico” dell’alleanza, chiamato NATO 2030: Uniti per una nuova era, che è destinato a definire il suo ruolo nel mondo per i prossimi dieci anni.
La NATO fu fondata nel 1949 dagli Stati Uniti e da altre 11 nazioni occidentali per affrontare l’Unione Sovietica e l’ascesa del comunismo in Europa. Dalla fine della guerra fredda, è cresciuta fino a 30 paesi, espandendosi fino a incorporare la maggior parte dell’Europa orientale, ora ha alle spalle una lunga e persistente storia di guerre illegali, bombardamenti di civili e altri crimini di guerra.
Nel 1999 la NATO ha lanciato una guerra senza l’approvazione delle Nazioni Unite per separare il Kosovo dalla Serbia. I suoi attacchi aerei illegali durante la guerra del Kosovo hanno ucciso centinaia di civili e il suo stretto alleato, il presidente del Kosovo Hashim Thaci, è ora sotto processo per scioccanti crimini di guerra commessi sotto la copertura della campagna di bombardamenti della NATO.
Lontano dal Nord Atlantico, la NATO ha combattuto a fianco degli Stati Uniti in Afghanistan dal 2001, e ha attaccato la Libia nel 2011, lasciandosi alle spalle uno stato fallito e scatenando una massiccia crisi di rifugiati.
La prima fase della revisione del nuovo concetto strategico della NATO si chiama NATO 2030 Reflection Group report. Questo suona incoraggiante, poiché la NATO ha ovviamente e urgentemente bisogno di riflettere sulla sua storia sanguinosa. Perché un’organizzazione nominalmente dedicata a scoraggiare la guerra e preservare la pace continua a iniziare guerre, uccidendo migliaia di persone e lasciando i paesi di tutto il mondo impantanati nella violenza, nel caos e nella povertà?
Ma sfortunatamente, questo tipo di introspezione non è ciò che la NATO intende per “riflessione”. Il Gruppo di Riflessione invece applaude la NATO come “l’alleanza militare di maggior successo della storia”, e sembra aver preso spunto dal manuale di Obama “guardando avanti”, mentre va incontro ad un nuovo decennio di confronto militare con i paraocchi saldamente al loro posto.
Il ruolo della NATO nella “nuova” guerra fredda è in realtà un ritorno al suo vecchio ruolo nella guerra fredda originale. Questo è istruttivo, poiché porta alla luce le brutte ragioni per cui gli Stati Uniti hanno deciso di creare la NATO e le espone a una nuova generazione di americani ed europei per osservarle nel contesto del mondo di oggi.
Qualsiasi guerra degli Stati Uniti con l’Unione Sovietica o la Russia ha sempre messo gli europei direttamente in prima linea sia come combattenti che come vittime di massa. La funzione primaria della NATO è quella di assicurare che la gente d’Europa continui a giocare questi ruoli assegnati nei piani di guerra dell’America.
Come spiega Michael Klare in un rapporto di NATO Watch su NATO 2030, ogni passo che gli Stati Uniti stanno facendo con la NATO è “destinato a integrarla nei piani degli Stati Uniti per combattere e sconfiggere la Cina e la Russia in una guerra totale”.
Il piano dell’esercito degli Stati Uniti per un’invasione della Russia, che è eufemisticamente chiamato “l’esercito degli Stati Uniti in operazioni multidominio”, inizia con bombardamenti missilistici e di artiglieria sui centri di comando e sulle forze difensive russe, seguiti da un’invasione di forze corazzate per occupare aree e siti chiave finché lalla resa della Russia.
Non sorprende che la strategia di difesa della Russia di fronte a una tale minaccia esistenziale non sarebbe quella di arrendersi, ma di rivalersi contro gli Stati Uniti e i suoi alleati con armi nucleari.
I piani di guerra degli Stati Uniti per un assalto alla Cina sono simili e prevedono missili sparati da navi e basi nel Pacifico. La Cina non pubblicizza i suoi piani di difesa, ma se la sua esistenza e la sua indipendenza fossero minacciate, anche lei probabilmente userebbe armi nucleari, come in effetti farebbero gli Stati Uniti se le posizioni fossero invertite. Ma non lo sono – poiché nessun altro paese ha la macchina da guerra offensiva che servirebbe per invadere gli Stati Uniti.
Michael Klare conclude che NATO 2030 “impegna tutti i membri dell’alleanza a una competizione militare costosa e totalizzante con la Russia e la Cina che li esporrà a un rischio sempre maggiore di guerra nucleare”.
Allora, come si sentono i popoli europei riguardo al loro ruolo nei piani di guerra dell’America? L’European Council on Foreign Relations ha recentemente condotto un sondaggio approfondito su 15.000 persone in dieci paesi della NATO e in Svezia ed ha pubblicato i risultati in un rapporto intitolato “la crisi del potere americano: come gli europei vedono l’America di Biden”.
Il rapporto rivela che una grande maggioranza di europei non vuole avere parte in una guerra degli Stati Uniti con la Russia o la Cina e vuole rimanere neutrale. Solo il 22% sosterrebbe la presa di posizione degli Stati Uniti in una guerra con la Cina, il 23% in una guerra con la Russia. Quindi l’opinione pubblica europea è completamente in disaccordo con il ruolo della NATO nei piani di guerra dell’America.
Sulle relazioni transatlantiche in generale, le maggioranze della gran parte dei paesi europei vedono il sistema politico degli Stati Uniti come guasto e vedono più sana la politica dei loro paesi. Il 59% degli europei crede che la Cina sarà più potente degli Stati Uniti entro un decennio e la maggioranza vede la Germania come partner e leader internazionale più importante degli Stati Uniti.
Solo il 17% degli europei vuole legami economici più stretti con gli Stati Uniti, mentre ancora meno, il 10% dei francesi e dei tedeschi, pensa che i loro paesi abbiano bisogno dell’aiuto dell’America per la difesa nazionale.
L’elezione di Biden non ha cambiato molto le opinioni degli europei rispetto a un precedente sondaggio del 2019, perché vedono il trumpismo come un sintomo di problemi più radicati e di lunga data nella società americana. Come concludono gli autori, “la maggioranza degli europei dubita che Biden possa rimettere insieme Humpty Dumpty*“.
C’è anche una reazione degli europei alla richiesta della NATO che i membri spendano il 2% del loro prodotto interno lordo per la difesa, un obiettivo arbitrario che solo 10 dei 30 membri hanno raggiunto. Ironicamente, alcuni stati raggiungeranno l’obiettivo senza aumentare le loro spese militari perché la COVID ha ridotto i loro PIL, ma è improbabile che i membri della NATO in difficoltà economica diano priorità alle spese militari.
Lo scisma tra l’ostilità della NATO e gli interessi economici dell’Europa va più in profondità della semplice spesa militare. Mentre gli Stati Uniti e la NATO vedono la Russia e la Cina principalmente come minacce, le imprese europee li vedono come partner chiave. Nel 2020, la Cina ha soppiantato gli Stati Uniti come primo partner commerciale dell’Unione europea e alla fine del 2020, l’UE ha concluso un accordo di investimento globale con la Cina, nonostante le preoccupazioni degli Stati Uniti.
I paesi europei hanno anche le loro relazioni economiche con la Russia. La Germania rimane impegnata nel gasdotto Nord Stream 2, un’arteria di 746 miglia di gas naturale che va dal nord della Russia alla Germania – anche se l’amministrazione Biden lo chiama un “cattivo affare” e sostiene che rende l’Europa vulnerabile al “tradimento” russo.
La NATO sembra ignara delle dinamiche mutevoli del mondo di oggi, come se vivesse su un altro pianeta. Il suo rapporto unilaterale del NATO 2030 Reflection Group cita la violazione del diritto internazionale da parte della Russia in Crimea come causa principale del deterioramento delle relazioni con l’Occidente, e insiste che la Russia debba “tornare al pieno rispetto del diritto internazionale”. Ma ignora le ben più numerose violazioni del diritto internazionale da parte degli Stati Uniti e della NATO e il ruolo di primo piano nelle tensioni che alimentano la rinnovata guerra fredda:
– le invasioni illegali di Kosovo, Afghanistan e Iraq;
– la rottura dell’accordo sull’espansione della NATO nell’Europa orientale;
– il ritiro degli Stati Uniti da importanti trattati sul controllo delle armi;
– più di 300.000 bombe e missili lanciati su altri paesi dagli Stati Uniti e dai loro alleati dal 2001;
– Le guerre per procura degli Stati Uniti in Libia e Siria, che hanno fatto sprofondare entrambi i paesi nel caos, hanno fatto rivivere Al Qaeda e generato lo Stato Islamico;
-la gestione statunitense del colpo di stato del 2014 in Ucraina, che ha portato al collasso economico, all’annessione russa della Crimea e alla guerra civile nell’Ucraina orientale;
– e la cruda realtà del record degli Stati Uniti come aggressore seriale, la cui macchina da guerra offensiva supera di 11 a 1 la spesa per la difesa della Russia e di 2,8 a 1 quella della Cina, anche senza contare le spese militari degli altri paesi della NATO.
L’incapacità della NATO di esaminare seriamente il proprio ruolo in quelli che chiama eufemisticamente “tempi incerti” dovrebbe quindi essere più allarmante per americani e per gli europei delle critiche unilaterali alla Russia e alla Cina, i cui contributi all’incertezza dei tempi impallidiscono al confronto.
La miope conservazione e l’espansione della NATO per un’intera generazione dopo la dissoluzione dell’URSS e la fine della Guerra Fredda ha tragicamente posto le basi per il rinnovo di quelle ostilità – o forse addirittura reso inevitabile la loro ripresa.
Il NATO 2030 Reflection Group giustifica e promuove la rinnovata guerra fredda degli Stati Uniti e della NATO riempiendo il suo rapporto con un’analisi delle minacce unilaterale. Una revisione più onesta ed equilibrata dei pericoli che il mondo deve affrontare e del ruolo della NATO in essi porterebbe a un piano molto più semplice rispetto al futuro della NATO: che dovrebbe essere sciolta e smantellata il più rapidamente possibile.
Medea Benjamin è cofondatrice di CODEPINK for Peace, e autrice di diversi libri, tra cui Inside Iran: The Real History and Politics of the Islamic Republic of Iran.
Nicolas J. S. Davies è un giornalista indipendente, ricercatore del CODEPINK e autore di Blood On Our Hands: the American Invasion and Destruction of Iraq.
Note:
*talvolta tradotto come Unto Dunto o Tombolo Dondolo, è un personaggio di una filastrocca, è un grosso uovo