Stati Uniti. Cinque generali minacciarono Obama: “Non attaccare la Siria”

da Tribuna Popular, giornale del Partito Comunista Venezuelano | Traduzione Violetta Nobili

Washington. – Il giornale venezuelano Tribuna Popular ha pubblicato un articolo sulla base di alcune fonti statunitensi, secondo il quale nei giorni scorsi, cinque Generali dell’Esercito statunitense si sono riuniti con il presidente Barack Obama e lo hanno avvertito che se avesse ordinato l’attacco militare contro la Siria sarebbe stato arrestato e accusato di tradimento per aver cercato di portare aiuti e assistenza all’organizzazione terroristica Al Qaeda – ufficialmente nemica degli Stati Uniti – che in Siria agisce insieme al Fronte Al-Nusra. L’informazione è stata rivelata dall’editore statunitense Bob Powell, il quale attribuisce l’avvertimento che i Generali hanno fatto ad Obama all’esistenza di due fazioni ideologiche all’interno delle Forze Armate statunitensi che, comunque, condividono l’idea che il presidente Obama sia “totalmente incapace di governare il paese”.


Secondo il giornale The Guardian, con il governo del “debole” Obama, l’influenza del militarismo è più forte che mai nella società statunitense. Aggiunge che “anche senza l’uso di un solo carro armato sul prato della Casa Bianca, a Washington è andato in scena un golpe militare”.

Dopo essere arrivato alla Presidenza degli Stati Uniti nel 2008, milioni di persone in ogni parte del mondo hanno visto in Obama una sorta di messia che avrebbe potuto stabilire un nuovo ordine mondiale basato sulla pace e sulla concordia tra i popoli. La cerimonia per la sua elezione non era ancora terminata quando Obama, davanti ai principali responsabili del Pentagono, decise di portare avanti gli impegni militari del suo predecessore, George W. Bush, e di non cambiare la rotta della politica armamentista. Coloro che hanno distrutto l’Iraq, che hanno insanguinato l’Afghanistan e che hanno fatto diventare la Libia un incubo, sono stati promossi dall’amministrazione statunitense.

Il dramma umano ha fatto presa anche sui militari USA. Il numero dei suicidi all’interno dell’Esercito è più alto dei caduti in campo di battaglia. Solo lo scorso anno, 6.500 veterani hanno deciso di mettere fine alle loro vite.

Lo storico Norman Pollack chiama questo dramma “fascismo liberale”. “In testa al paese c’è un riformatore fallito e risentito che pianifica allegramente gli omicidi con un sorriso stampato sulla bocca”.

Tutti i martedì, il Nobel per la Pace Barack Obama supervisiona una paurosa rete di aerei senza pilota che uccidono in tutto il molto centinaia di persone considerate nemiche del paese. Nel frattempo, i progressisti occidentali continuano a vedere Obama come il primo afroamericano presidente della terra della schiavitù, indipendentemente dalla scia di sangue che la sua gestione presidenziale si lascia dietro.

Una tale sottomissione ad una icona del genere, ha distrutto il movimento statunitense contro la guerra, e forse questo è stato l’unico successo di Obama.