di Renato Caputo | da lacittafutura.it
Pubblichiamo come contributo alla discussione
Piaccia o meno la crisi strutturale del modo di produzione capitalista impone scelte radicali. Spazi per soluzioni riformiste e keynesiane non ce ne sono, al di là della riproduzione di un’aristocrazia operaia con i sovraprofitti garantiti dalla politica imperialista. La caduta tendenziale del tasso di profitto rende inoltre sempre più acuta la crisi di sovrapproduzione. Se non si sarà in grado di superare la crisi con un modo di produzione più razionale, l’alternativa rischia di essere la barbarie ben rappresentata dalla diabolica spirale xenofobia-fondamentalismo.
Che «in guerra, la verità è la prima vittima» [Eschilo] è risaputo sin dall’antica Grecia, ma generalmente proprio ciò «che è noto, non è conosciuto» [Hegel]. Così assistendo ai telegiornali che commentavano a «caldo» i tragici attacchi terroristici che hanno sconvolto la Francia, la cosa che mi ha più colpito è che l’unico barlume di verità fosse rinvenibile nelle parole di un dittatore: Bashar Al Assad. Il presidente siriano ha sostenuto che lui e il suo popolo comprendono meglio di ogni altro l’orrore che ha sconvolto Parigi: “la Francia ha conosciuto quello che noi viviamo in Siria da cinque anni”.