Siria. Riunione d’emergenza della Nato

di Alessandro Avvisato | da www.contropiano.org

nato riunioneVenti di guerra dopo l’abbattimento di un caccia turco sconfinato sul territorio siriano. Ankara ha chiesto una riunione urgente della Nato invocando l’art.4. Un pessimo segnale. L’Italia nel fronte dei guerrafondai. Il Gen. Mini scrive “Il primo passo sarà una no fly zone”. Come in Iraq, come in Libia.

La Nato su richiesta di Ankara, ha convocato per martedi un incontro a Bruxelles per discutere dell’abbattimento di un caccia turco che aveva sconfinato in territorio siriano da parte della contraerea di Damasco e delle possibili reazioni del Patto Atlantico. La richiesta turca e’ stata inoltrata invocando l’articolo 4 del Patto Atlantico, secondo cui un “attacco contro un paese membro dell’alleanza e’ un attacco contro tutti”. Una versione che contrasta però con la dinamica dei fatti in quanto è stato l’areo turco a sconfinare in territorio siriano e non viceversa. L’aereo militare turco, era decollato dalla base turca Malatya-Erhac la sede del nuovo sistema radar anti-missile che dovrebbe proteggere l’Europa da possibili attacchi nucleari iraniaiani.

I nuovi sistemi antimissile sono stati formalmente approvati durante il vertice della Nato di Chicago del 20 /21 maggio scorso. In quell’incontro si è formalizzato che quattro paesi membri, Turchia, Polonia, Spagna e Romania ospiteranno basi radar per intercettare i possibili attacchi dei missili e piattaforme di lancio per missili antimissile. Le potenze della Nato si preparano dunque a sfruttare l’accaduto e a far schizzare la tensione di guerra verso l’alto. Sul fronte dei bellicisti troviamo anche l’Italia. Secondo il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, l’abbattimento del Phantom turco è “un’azione gravissima e inaccettabile”, annunciando che l’Italia prenderà parte attiva alla riunione di domani.

Oggi il generale Fabio Mini sulla Repubblica, all’interno di una pagina con il significativo titolo “Venti di guerra”, pubblica un commento sull’abbattimento dell’aereo militare turco sul territorio siriano come possibile “casus belli”. Sono importanti e inquietanti le conclusioni che Mini segnala alla fine del suo commento, quando scrive che “Per intervenire militarmente contro il regime siriano c’e’ bisogno dell’ isolamento del paese e una no-flay zone sulla Siria sarebbe un primo passo. Ma Russia e Cina non lo permetteranno , almeno non ancora, anche se la Nato e’ pronta a farlo almeno a giudicare dalle dichiarazioni bellicose di Gran Bretagna, Turchia, e, guarda caso, Italia, che pure continua a dire che il caso libico e’ irripetibile, come lo era quello Kossovaro e come lo sono tutti i casi di guerra per “ingerenza umanitaria”. Non si ripetono. Fino alla volta successiva.”