Siria: la mossa del cavallo di Mosca

da Contropiano.org

Gli Stati Uniti di nuovo spiazzati. E non tanto perché – o almeno non solo – a guidare l’ex superpotenza unica è un ondivago e spesso titubante Barack Obama, ma perché da quando gli eserciti di Washington scorazzavano in lungo e in largo sul globo appena liberato dall’Unione Sovietica la geopolitica e gli equilibri internazionali sono cambiati. Non poco. Le potenze – mondiali e regionali – in campo in una competizione internazionale che si fa sempre più feroce e affollata sono sempre più numerose, e più aumentano di numero più il ruolo e l’egemonia statunitense si indeboliscono.

Solo pochi anni fa Washington, che stava scaldando i motori dei suoi bombardieri pronti insieme a quelli di Parigi a colpire le città siriane, fu bloccata dall’intervento di Russia e Cina, che non si limitarono alle barricate diplomatiche come in passato ma inviarono missili e radar all’esercito siriano e navi da guerra nel Mediterraneo. Washington, capita l’antifona, dovette cambiare tattica, suscitando le ire di Parigi che pretendeva di dare il via alla campagna militare come se niente fosse.

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