Siria: i criminali non la chiamano aggressione

di D. Bertozzi | da cinapopolare.blogspot.it

syrias-soldiers-al-assad-20120404E’ passato solo un giorno dalla riunione di Teheran sulla Siria che ha visto convergere una trentina di delegazioni – tra le quali quelle di Cina, India, Russia, Venezuela e Cuba – sul rifiuto di interferenze esterne e sulla richiesta di un processo autonomo di pacificazione interna con le forze non terroristiche dell’opposizione, che i sedicenti “Amici della Siria” hanno ulteriormente spinto sull’acceleratore della guerra aperta.

E non è certo un caso che questo avvenga proprio mentre i ribelli stanno pesantemente perdendo terreno anche ad Aleppo in seguito all’offensiva dell’esercito siriano. Stando alle indiscrezioni della stampa locale il governo turco sarebbe intenzionato – anche con l’avallo degli Usa – a dare il via ad un diretto intervento militare in Siria allo scopo di creare una zona cuscinetto di 20 km per contenere le azioni dei curdi del PKK.

Inoltre – sempre notizia di oggi – i fondi segreti a disposizione del governo turco, destinati prevalentemente a operazioni dei servizi segreti e dell’antiterrorismo, sono aumentati del 45% nei primi sei mesi del 2012 proprio in coincidenza con la crisi siriana e per l’aiuto diretto ai ribelli sunniti.

Sempre in tema di sostegno attivo, il ministro degli esteri britannico William Hague ha ordinato al Foreign Office di stabilire legami politici con l’opposizione siriana, per preparare un dopo Assad che tanto vicino non pare, e ha annunciato di aumentare di 5 milioni di sterline gli aiuti ai ribelli.

Nel coro bellicista non è mancata pure la voce italiana. Marco Perduca, co-vicepresidente radicale – poteva essere altrimenti? – del senato ha chiesto l’introduzione di una no-fly zone cibernetica – grazie alla collaborazione dei rivoluzionari hacktivisti di anonymous – per difendere i civili dagli attacchi aerei di Assad e di “annientare” le armi di propaganda del regime. Chiaro: colpire i giornalisti siriani, come fu fatto in Serbia e in Libia. La saga dell’esportazione criminale della democrazia attende un nuovo triste capitolo.

Diceva Gramsci: “Il vecchio mondo muore, il nuovo non è ancora nato; nella penombra si disegnano i mostri”.

D. Bertozzi