Siria

siria distruzionedi Pedro Guerreiro, Segreteria del Partito Comunista Portoghese | da avante.pt

Traduzione di Marx21.it

I recenti sviluppi della situazione in Siria stanno dimostrando che l’imperialismo statunitense continua a scommettere sulla brutale guerra di aggressione contro la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica Araba Siriana e a tentare di imporre la rimozione del governo siriano, diretto dal presidente Bashar al-Assad. Un criminale guerra che affronta, da più di cinque anni, la rilevante ed eroica resistenza delle forze patriottiche siriane, del popolo siriano.

Il modo con cui fin dal primo momento e in modo sistematico diversi gruppi armati hanno violato il cassate il fuoco iniziato il 13 settembre, l’attacco degli Stati Uniti alle Forze Armate Siriane, a Deir ez-Zor, il 17 settembre, le diverse provocazioni montate, l’intensa guerra mediatica e la scalata delle minacce contro la Federazione Russa che ne è seguita, hanno messo a nudo la doppiezza delle autorità americane che sebbene dicano di combattere i gruppi terroristi in Siria, in realtà li hanno utilizzati, appoggiati e protetti direttamente o indirettamente, sia che si qualifichino come “Stato Islamico”, “Fronte Al Nusra” o “Jabhat Fateh al-Sham”, o che adottino qualsiasi altra denominazione momentanea e di convenienza.

Come è stato denunciato, ogni cessate il fuoco rispettato dalle autorità siriane è stato utilizzato per riarmare i diversi gruppi armati, consentendo la continuazione della loro azione terroristica, compresa la perpetrazione dei più crudeli crimini contro il popolo siriano.

Per quanto intensa sia la campagna di manipolazione mediatica, la verità è che gli Stati Uniti e i loro alleati – Francia, Regno Unito, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Israele, tra gli altri – continuano ad intervenire in Siria e a strumentalizzare i diversi gruppi armati che hanno creato e che appoggiano con l’obiettivo di dividere e distruggere lo Stato siriano – come del resto hanno fatto in Iraq e in Libia, con le drammatiche conseguenze che sono note.

Per quanto grande sia la deformazione della realtà che ci vogliono imporre, nulla può nascondere il fatto che, attualmente, sono gli Stati Uniti, e i loro alleati, i responsabili per tutte le guerre di aggressione a stati sovrani. Stati che, affermando e difendendo la loro sovranità e indipendenza, rappresentano in qualche modo un fattore di contenimento dell’imposizione del potere egemonico dell’imperialismo, in particolare dell’imperialismo statunitense.

In questo contesto, particolare gravità assumono le dichiarazioni rilasciate da John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato statunitense che ha minacciato che i “gruppi estremisti continueranno a sfruttare i vuoti esistenti in Siria per espandere le loro operazioni, che possono includere attacchi agli interessi russi, forse anche città russe” e che “la Russia continuerà a spedire a casa soldati in sacchi mortuari, e continuerà a perdere risorse, probabilmente anche aerei”.

L’imperialismo dimostra di non volere abbandonare facilmente il suo tentativo di distruggere la Repubblica Araba Siriana – con la sua posizione sovrana, pan-araba e antimperialista –, ma la ferma resistenza delle forze patriottiche della Siria, con l’importante appoggio dei loro alleati, e il contributo della solidarietà delle forze di pace e antimperialiste del mondo, potrà costringerlo a ritirarsi.

L’ostinata resistenza della Siria in difesa del suo popolo, della sua sovranità e integrità territoriale esige che non ci si associ o si sia conniventi con le campagne che mirano a giustificare l’aggressione attuata dagli Stati Uniti e dai loro alleati, ma la solidarietà di tutti coloro che difendono il diritto all’autodeterminazione dei popoli e la pace.

Siria

di Pedro Guerreiro, Segreteria del Partito Comunista Portoghese

http://avante.pt/pt/2236/opiniao/142323/ 

 

Traduzione di Marx21.it

 

I recenti sviluppi della situazione in Siria stanno dimostrando che l’imperialismo statunitense continua a scommettere sulla brutale guerra di aggressione contro la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica Araba Siriana e a tentare di imporre la rimozione del governo siriano, diretto dal presidente Bashar al-Assad. Un criminale guerra che affronta, da più di cinque anni, la rilevante ed eroica resistenza delle forze patriottiche siriane, del popolo siriano.

 

Il modo con cui fin dal primo momento e in modo sistematico diversi gruppi armati hanno violato il cassate il fuoco iniziato il 13 settembre, l’attacco degli Stati Uniti alle Forze Armate Siriane, a Deir ez-Zor, il 17 settembre, le diverse provocazioni montate, l’intensa guerra mediatica e la scalata delle minacce contro la Federazione Russa che ne è seguita, hanno messo a nudo la doppiezza delle autorità americane che sebbene dicano di combattere i gruppi terroristi in Siria, in realtà li hanno utilizzati, appoggiati e protetti direttamente o indirettamente, sia che si qualifichino come “Stato Islamico”, “Fronte Al Nusra” o “Jabhat Fateh al-Sham”, o che adottino qualsiasi altra denominazione momentanea e di convenienza.

 

Come è stato denunciato, ogni cessate il fuoco rispettato dalle autorità siriane è stato utilizzato per riarmare i diversi gruppi armati, consentendo la continuazione della loro azione terroristica, compresa la perpetrazione dei più crudeli crimini contro il popolo siriano.

 

Per quanto intensa sia la campagna di manipolazione mediatica, la verità è che gli Stati Uniti e i loro alleati – Francia, Regno Unito, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Israele, tra gli altri – continuano ad intervenire in Siria e a strumentalizzare i diversi gruppi armati che hanno creato e che appoggiano con l’obiettivo di dividere e distruggere lo Stato siriano – come del resto hanno fatto in Iraq e in Libia, con le drammatiche conseguenze che sono note.

 

Per quanto grande sia la deformazione della realtà che ci vogliono imporre, nulla può nascondere il fatto che, attualmente, sono gli Stati Uniti, e i loro alleati, i responsabili per tutte le guerre di aggressione a stati sovrani. Stati che, affermando e difendendo la loro sovranità e indipendenza, rappresentano in qualche modo un fattore di contenimento dell’imposizione del potere egemonico dell’imperialismo, in particolare dell’imperialismo statunitense.

 

In questo contesto, particolare gravità assumono le dichiarazioni rilasciate da John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato statunitense che ha minacciato che i “gruppi estremisti continueranno a sfruttare i vuoti esistenti in Siria per espandere le loro operazioni, che possono includere attacchi agli interessi russi, forse anche città russe” e che “la Russia continuerà a spedire a casa soldati in sacchi mortuari, e continuerà a perdere risorse, probabilmente anche aerei”.

 

L’imperialismo dimostra di non volere abbandonare facilmente il suo tentativo di distruggere la Repubblica Araba Siriana – con la sua posizione sovrana, pan-araba e antimperialista –, ma la ferma resistenza delle forze patriottiche della Siria, con l’importante appoggio dei loro alleati, e il contributo della solidarietà delle forze di pace e antimperialiste del mondo, potrà costringerlo a ritirarsi.

 

L’ostinata resistenza della Siria in difesa del suo popolo, della sua sovranità e integrità territoriale esige che non ci si associ o si sia conniventi con le campagne che mirano a giustificare l’aggressione attuata dagli Stati Uniti e dai loro alleati, ma la solidarietà di tutti coloro che difendono il diritto all’autodeterminazione dei popoli e la pace.