Durante il recente viaggio attraverso il Canada, padre Jacques Mourad, monaco della comunità di Mar Mousa in Siria, ha parlato con Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il sacerdote – già rapito e detenuto da Daesh (ISIS) da maggio a ottobre 2015 – chiede ai canadesi di riflettere sull’impatto della vendita di armi, in particolare quelle agli stati della regione del Golfo , che a suo dire, finiscono poi nelle mani dei combattenti in Siria.
31 ottobre 2016, Aiuto alla Chiesa che Soffre Canada.
ACS: Cosa vorrebbe dire alla gente del Canada riguardo alla guerra in Siria?
Padre Jacques Mourad: Come primo punto, desidero ringraziare e trasmettere i miei ringraziamenti da parte dei cittadini della Siria, in particolare dei cristiani in Siria, alle persone canadesi che hanno aperto i loro cuori e il loro paese.
In secondo luogo, ciò che speriamo dai paesi democratici come il Canada, che pur non essendo in grado di fermare questa guerra, continueranno ad accogliere i profughi, così facendo salvano le loro vite, soprattutto la vita di coloro che si trovano nelle zone dove più sono in pericolo (come ad Aleppo tra l’altro). Tuttavia, dico anche che l’emigrazione della popolazione siriana in Canada non è una buona soluzione.