Mostra del Cinema di Venezia: i Curdi, l’Isis e una Coppa di veleno

da lantidiplomatico.it

Si celebrerà alla Mostra del Cinema di Venezia la beatificazione di Karim Franceschi, già osannato dai media mainstream con interviste condotte da  Maître à penser della “sinistra” (quali Roberto Saviano o Roberto Formigli), continue presenze in TV, inviti al Festival internazionale del Giornalismo, un libro (pubblicato da Rizzoli a tempo di record)…  Una davvero sbalorditiva epopea che ha trasformato quello che, in altre circostanze, sarebbe stato etichettato come un foreign fighter italiano (tra l’altro, operante all’interno di una struttura (JPG-PKK) ancora oggi – sciaguratamente – classificata dalla Unione Europea come una “organizzazione terrorista”)  nel paladino della lotta del Bene contro il Male.  E tutto questo mentre non pochi antifascisti italiani, “colpevoli” di recarsi nel Donbass per attestare la loro solidarietà ad una popolazione massacrata da una guerra condotta da Kiev, dagli USA e dall’Unione Europea, una volta tornati in Italia, passano le loro giornate nelle questure o nelle carceri.

Ma perché questo battage viene oggi riservato ad un Karim Franceschi che, pure, si dichiara “comunista” e che proviene da uno dei tanti, vituperati, Centri sociali “antagonisti”? Verosimilmente, per la sua lettura dell’ISIS. Non già una delle tante bande di tagliagole foraggiate dalle Petromonarchie, dagli USA, dall’Unione Euroepa… ma la personificazione del “Male”; una metafisica entità per sconfiggere la quale (come sentenzia il Franceschi) “…tutti, tutti i popoli, le nazioni, i gruppi, che credono nella democrazia e nella libertà si devono unire”.

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