da “Avante”, settimanale del Partito Comunista Portoghese | Traduzione a cura di Marx21.it
Il conflitto in Siria è stato provocato dalle principali potenze capitaliste e dai suoi agenti, come provano i video diffusi negli ultimi giorni nelle reti sociali.
Dopo lo smascheramento della finzione dell’attivista siriano represso dal regime, che, alla fine, era un giovane nordamericano residente in Scozia che si dedicava alla diffusione di calunnie sulla situazione del paese nel cyberspazio, la settimana scorsa sono emerse nuove prove dell’intossicazione dell’opinione pubblica sulla realtà in Siria.
In video postati nelle reti sociali, un giovane di 22 anni che si presenta come Danny Abdul-Dayem, appare mentre sta preparando un’intervista a CNN. Nella trasmissione della televisione nordamericana a cui hanno accesso tutti, ci sono spari e bombardamenti che Danny dice essere gli attacchi indiscriminati dell’esercito contro la popolazione di Homs, ma nel video integrale (http://www.youtube.com/watch?v=p-DCZxsrt9I) si vede come è stato allestito questo scenario.
Prima della diretta televisiva, Danny, l’operatore della camera e un altro individuo presente in sala aspettano che inizino i bombardamenti e gli spari per l’avvio dell’intervista. Accertano i dettagli e confermano le istruzioni date perché gli spari comincino come previsto.
Danny è un noto “attivista siriano” che si prodiga in interviste a canali televisivi con emissione su scala planetaria. Nei suoi interventi, cambia costantemente la versione dei fatti, ma conserva le medesime richieste: intervento straniero in Siria, in particolare da parte di USA e Israele; invio di armi all’ “opposizione”; imposizione di una zona di esclusione aerea.
Anche in un altro video (http://www.youtube.com/watch?v=Nj63YfmRy-4&;feature=player_embedded) emerge chiaramente come si preparano le immagini dei bombardamenti dell’aviazione di Bashar al-Assad che dopo vengono trasmesse in continuazione.
Una camera collocata strategicamente su un edificio riprende le colonne di fumo su Homs. A un determinato momento, qualcuno torna nel locale per perfezionare la qualità delle immagini.
In verità, il video dello spesso fumo sulla città riguarda un attacco di gruppi terroristi contro la raffineria di Homs, ma non sorprende che venga fatto passare come prova dei bombardamenti del regime.
Un conflitto provocato
La diffusione di questi video avviene mentre l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, mantiene contatti con il governo di Damasco, gli altri governi del Medio Oriente e i vertici dirigenziali delle grandi potenze, allo scopo dichiarato di rasserenare gli animi nella regione.
Tra la permanenza nella capitale siriana e l’incontro con i rappresentanti della Lega Araba al Cairo, in Egitto, Annan si è dichiarato ottimista (Lusa), ma ha sottolineato la necessità di mettere fine alla scalata di violenza scatenata dalle bande terroriste (Agencia Venezuelana de Noticias).
Mercenari che, secondo l’ambasciatore della Russia all’ONU, sono addestrati nella nuova Libia (RT).
Il copione seguito nel paese nord africano, aggredito, occupato e ammanettato dall’imperialismo, sembra sortire minori effetti in Siria. Sebbene i responsabili imperialisti di turno si affrettino a salutare la minima dissidenza verso il regime di Assad – come nel recente caso del vice-ministro del Petrolio -, la verità è che, secondo i servizi segreti degli USA, Bashar al-Assad comanda un esercito formidabile che ben difficilmente si ribellerebbe e conserva una cerchia che gli è fedele, riferisce Lusa.
L’agenzia di notizie portoghese informa anche che, per l’intelligence nordamericana, non si sono verificate in Siria, fino ad ora, proteste di massa, e ciò nonostante la penuria di prodotti alimentari e di combustibili, e il raddoppio dei prezzi di tali beni dall’inizio del conflitto.
In base a queste considerazioni, è importante chiedere: se l’esercito regolare siriano non si ribella, chi sono i disertori che i media sostengono essersi uniti al cosiddetto Esercito Siriano Libero? E se fino ad ora non sono avvenute manifestazioni di massa nel paese, come sorgono e a chi servono le presunte immagini del popolo che protesta contro Assad?
Ecco la NATO!