L’imperialismo sta preparando l’intervento in Siria

Editoriale di Vermelho, portale web del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)

syria-war-zoneTraduzione di Marx21.it

Senatori del Partito Repubblicano degli Stati Uniti hanno diffuso domenica 28 aprile dichiarazioni che sollecitano il presidente Barack Obama a organizzare una forza internazionale per intervenire in Siria, con il pretesto di impedire il presunto utilizzo di armi chimiche da parte del paese arabo.

Niente meno che il senatore John McCain, ex candidato sconfitto nella prima elezione di Barack Obama (2008), è stato il portavoce di questa tesi. Non è la solita uscita dei falchi della destra nordamericana. La settimana scorsa, i governi degli Stati Uniti e del Regno Unito avevano affermato di avere le prove che dimostravano il presunto uso di armi chimiche da parte del governo di Damasco contro uomini armati.

Lo stesso presidente statunitense, Barack Obama, il 26 marzo, aveva avvertito il governo del presidente Assad che l’uso delle armi proibite da parte delle forze di sicurezza siriane avrebbe provocato un cambiamento delle regole del gioco nel conflitto che si sviluppa nel paese arabo da più di due anni.

Ovviamente, tali pressioni repubblicane e dichiarazioni ufficiali hanno gettato più legna sul fuoco e hanno provocato la dura reazione del governo di Damasco, che respinge le accuse come “menzogna sfrontata”.

Il governo siriano non si è limitato a respingere le accuse di USA e Regno Unito, ma ha anche assunto l’impegno solenne di fronte alla comunità internazionale a non utilizzare mai armi chimiche, non solo perché rispetta la legislazione internazionale e le regole della guerra, ma anche per ragioni umanitarie e morali.

E’ evidente che i circoli più bellicisti dell’imperialismo statunitense stanno preparando, con le loro false rivelazioni, esattamente come avevano fatto in Iraq, lo scenario per un intervento militare massiccio in Siria.

Dall’inizio della crisi in Siria, nel marzo 2011, gli Stati Uniti e i loro alleati europei e nella regione del Medio Oriente non hanno preso in considerazione una soluzione diversa per il paese arabo e continuano a dare appoggio alle bande armate terroriste per rovesciare il governo del presidente Bashar al-Assad.

Ciò che è emerso nel corso di più di due anni è stata l’esistenza di un movimento orientato, finanziato e armato dall’esterno per rovesciare il governo del presidente Assad come tappa dell’esecuzione di un piano imperialista di ricolonizzazione di tutto il Medio Oriente.

In tutto questo periodo è risultata evidente l’aggressività imperialista nella regione del Medio Oriente, con il ricorso a metodi brutali, alla mobilitazione di mercenari che non esitano a praticare azioni terroriste contro la popolazione civile, a creare il caos e a distruggere l’infrastruttura del paese. La stessa evoluzione degli avvenimenti rivela che le potenze imperialiste non vogliono né il dialogo, né la democratizzazione della Siria, né i diritti umani, poiché sistematicamente hanno rifiutato tutte le iniziative assunte in questo senso, comprese le riforme politiche attraverso emendamenti costituzionali, l’adozione del pluripartitismo, la convocazione di elezioni, i cambiamenti ministeriali e i gesti che mirano al dialogo e alla riconciliazione nazionale.

Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e i loro alleati nella regione hanno messo in atto una strategia che prevede l’intervento militare, l’occupazione e la disgregazione della Siria. Tatticamente, lottano sul terreno diplomatico per ottenere un mandato in questa direzione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nello stesso momento in cui sabotano ogni iniziativa di dialogo e pace avviata sotto la copertura di tale organismo.

Il conflitto in Siria si è trasformato in un altro focolaio di tensione internazionale a causa dell’interventismo delle potenze imperialiste, che ancora una volta dimostrano di rappresentare la vera minaccia alla pace mondiale.

In momenti come questi, è necessario difendere la pace e lottare contro gli interventi militari che violano i diritti dei popoli, la loro sovranità nazionale e provocano tragedie. E riaffermare il principio che solamente il popolo di ciascun paese ha il diritto di decidere sul suo futuro, sulla sua forma di governo, sistema politico e socio-economico.

Nel preparare l’intervento in Siria, le potenze imperialiste ancora una volta dimostrano quanto siano nefasti i loro metodi e come sia ipocrita il loro discorso. Nella pratica, violano il diritto internazionale mentre ne proclamano la sua difesa.

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